aspettare con pazienza. La punta dell'ago cominciò a picchettare la striscetta mobile di carta con un movimento nervoso e balzano, come il polso dei nostri
prosa letteraria
bianca sotto l'ago saliente e discendente della macchina, col piede che piegava il pedale, instancabilmente, con la testa che si alzava e si abbassava sul
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rapidamente, sedute una da una parte, l'altra dall'altra, col capo chino, col naso sul disegno, levando ed abbassando l'ago con un movimento monotono
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denudato il povero braccio, tutto punzecchiato dall'ago di argento, una nuova puntura, bruciante, dolorosa, si aggiungeva alle altre: ella trasaliva solo
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