spontanei alla mano ogni volta ch’ei dovesse dipingere un viso femminile volto all’insù. Qui a Bologna possono vedersene vari saggi. Uno è nella madre
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sì vano che non s’accingeva a dipingere se non vestito in gran pompa e circondato di valletti che ossequiosi gli porgevano questo e quel colore
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poi divenire suoi maestri nel dipingere. L’arte del Francia infatti, mentre appare un perfezionamento dell’arte ferrarese, che tra le mani di lui
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. Così avrà pure potuto consolarsi del posto sempre inferiore che i Bentivoglio gli assegnavano ogni volta che lo chiamavano a dipingere insieme al
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Si è molto ripetuto che il Francia cominciasse a dipingere a quarant’anni, e che la tavola commessagli da Bartolomeo Felicini per la chiesa della
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senso della grande tragedia! Il Francia si trovava bene quando gli era data a dipingere una scena quieta, ov’egli potesse far trionfare la bellezza
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nel 1540 era a Bologna a dipingere tre vasti quadri pei monaci di S. Michele in Bosco, non sedusse che il giovane Prospero Fontana, il quale parmi sia
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. Michele in Bosco il Bagnacavallo, avendo a dipingere una Trasfigurazione, non sa concepirla in maniera diversa da quella famosissima, che i romani
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’Italia, lasciando opere a Roma, a Napoli, a Rimini, le quali ora difficilmente sarebbero rintracciabili. Pare che fosse valente nel dipingere ritratti
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... "Andiamo a vedere Grosseto! ... " Se egli fosse stato pittore, oh! che bei quadrettini da dipingere! Meglio ancora se avesse dovuto scrivere un romanzetto