, con una meta in mano, schiantando spropositi da far fermare il bastimento. A tempo perso, sonava anche l'ocarina. C'era infine un barbiere veneto
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veneto: - E ben, cosa ho faeto? - E gli occhi le luccicarono di lagrime. Il Commissario aveva raccolto qualche notizia intorno a quella ragazza e
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il barbiere veneto faceva sentire di tratto in tratto il suo ululato lamentevole di cane abbaiante alla luna, col quale pareva che esprimesse il
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e a cenciate; e chi spazzolava, chi sbatteva, chi passava in rivista i suoi panni spiegazzati e spelati. Il barbiere veneto, imitatore dei cani, aveva
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