potesse essere caduto nelle mani di Giorgio, nipote di Salvatore, che faceva l'oste lassú alla Falda. Non era disceso costui a raccogliere l'eredità
pensare che veramente si passeggiava sulle orme sanguigne di un delitto. Le testimonianze di Filippino, di don Ciccio, di Gennariello, di Giorgio, dei
stessa dei fatti avevano dimostrata l'innocenza di Giorgio della Falda e la esistenza di un secondo cappello, che veniva in certa qual guisa ad
colpevoli. "Le mani furono subito poste sopra un certo Giorgio, un oste che sta alla Falda, all'insegna del "Vesuvio", il quale (l'oste, non il Vesuvio
certo Giorgio che si diceva nipote di Salvatore, con una lettera che lo zio gli aveva scritto un mese prima di morire, nella quale lo nominava erede
; e con costoro c'era finalmente anche quel Giorgio, l'oste della Falda, da un giorno uscito di prigione, e che Filippino aveva ospitato in casa sua per
. Per fortuna le testimonianze erano tutte concordi per dimostrare l'innocenza di Giorgio della Falda. Ma se per un errore giudiziario il castigo
Accademia della crusca
