sopra un vecchio arazzo... Poco dopo "u barone" stanco, affranto dalle fatiche, dalle emozioni, dal giuoco, si addormentava sopra un canapè nella sala
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grossa sentenza, mentre il barone correva nella vicina sala di lettura, dove stavano sopra una tavola tutti i giornali della sera e dei mattino. Ne
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molti usci. Sopra l'uno era scritto: "Sala del Procuratore del re". Sopra l'altro: "Cancelleria". Sopra un terzo: "Carceri". Piú in là: "Reali
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volta riuscí a decifrare questa frase: "La cosa è ora nelle mani dei procuratore del re." Era un sogno d'ubbriaco? Girava gli occhi verso la sala da
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buoni mosaici. - Questa era la sala da pranzo. C'è posto per cinquanta convitati... - Chi sa che bei pranzi vi hanno consumato! L'idea di un pranzo
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conservavasi nella sala del Consiglio comunale in attesa di quelle ulteriori disposizioni che sua eccellenza illustrissima si fosse degnato di dare. Del
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sprofondava verso l'orizzonte. Accese ancora il suo buon avana e provò a soffiare il fumo verso il cielo colla beata noncuranza di chi esce dalla sala
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, anzi triplice avvenimento, in una sala del primo piano era preparata una bella tavola con ogni sorta di grazia di Dio, servita in cappa magna
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chi vi dice, signori miei, che vi sia stato un misfatto? - esclamò il barone mentre entrava con Cecere nella sala del caffè dell'Europa. - Regola
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