porta, inquieti. - Don Ferdinando. Quelli non si prendevano soggezione del Duca di Santa Cita, il cugino della principessa, che veniva a pranzar da lei
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, venivano a seccarlo, fino a casa, quando prendeva un boccone, quando aveva bisogno di riposare: i fochisti, gli spazzini, quelli delle corse, Napoleone
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spumone andava a ruba ed il caffè era pieno zeppo. Quelli che non avevano trovato posto, gironzavano di qua e di là, con le braccia pendenti e le gambe
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un galantuomo s'era fatta la barba e pigliava il cappello per andarsene, quelli gli venivano dietro, lisciandogli il soprabito con la spazzola, quasi
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maestro Titta a Rosa, quando il promesso era già entrato in casa. - Gli possano tornare in veleno, e a voi pure! Già, se son quelli di don Angelo, una
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più, di non ricevere più nessuno, tranne qualche amico, gl'intimi, quelli che non avrebbe assolutamente potuto mandar via. Poichè faceva caldo, la
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sete ardente. Nessuno fra quelli che si erano divertiti per tanto tempo a sue spese veniva ora a trovarla; suo nipote Fornari non poteva più salir le
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!.. - Com'è Napoli? Bello? - Per la Madonna! Bisogna vedere... - Più grande di Palermo? - Che Palermo e Messina! - Quelli ridevano - Napoli vale per cinque
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la via era lunga, - È stato il vino! - pensava. - Ai miei compagni non ha fatto male; quelli sono avvezzi a bere, a divertirsi.... È stato il vino
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