ricorda di gioia e di dolore, in cui, fra il lieto stuolo per la soglia accorrente, una vaga fanciulla, pallida, sorridente, dal padre inosservata
prosa letteraria
galera che fugge in Orïente, al suon della mandola, in faccia al dì nascente, alla più vaga donna ti inchinerai del mondo! Solo il vederne gli occhi ti
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immergersi la sua pupilla brana, al chiaror di una lampada mite come la luna; sempre, ovunque, all'orgoglio, alla dolcezza vaga del possesso invidiato e
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vesta mi convien perquisirle... - Ma chi è dessa? - Cotesta tu già un'allegra e vaga cortigiana spagnuola esperta all'Ars amandi più di Ovidio; ora
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