dentro di sé vergognandosi del desiderio profano e mormorando: - Per me la terra non deve più avere nessuna consolazione -. Il cane, legato ad una
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la mia pelle, e pregustavo un mondo inenarrabile di allegrezze furiose. La consolazione mi fiaccava: dovetti sedermi sopra una seggiola, che stava
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per il suo povero amico, una gran consolazione di esser al posto che Dio, finalmente, le aveva dato nel mondo, presso un cuore forse debole, forse male
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, prima a Dio poi alla Madonna - ogni artista è credente, signore! - E lo diventava. Grande artista! Io morivo di fame e di consolazione, signore. Ebbene
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