vivere? Vuol dir far del bene. Oh! sì, comincia adesso, e continua sempre a far del bene ed a farne tanto quanto puoi, più che puoi, e sarai felice
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vostra destra nella schiera felice degli eletti. Cara amica mia, il Signore vuole che tu lo ami sopra ogni cosa, e tu senti di doverlo amare in tal
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porgerai la mano a rialzarlo, oh! te felice, quanta gioja ti pioverà nel cuore, e quanta felicità ti preparerai pel Paradiso! Tu rimpiangi il tuo collegio
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, n'è vero? Oh! quanto desidero che tu sii felice! ma per essere felice bisogna essere buona, dolce, pia, caritatevole, tollerante, anzi più
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all'imminente pericolo di peccare. Se io, secondando, se vuoi, anche una felice tendenza dell'animo mio, intendo con ciò di dar lode al Signore, Egli me lo
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regina non vuol dire donna felice, gaudente, senza pensieri; questo è il concetto che si formano gl'idioti e gl'inesperti di coloro i quali si trovano
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figliuola laboriosa, devota ed obbediente ai tuoi genitori, od a coloro che ne tengono le veci, ne avrai felice pronostico pel tuo avvenire, e contentamento
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amabile, civile, e lascia la benedizione dovunque tocca e passa. Te felice se hai ancora i tuoi nonni! Come t'invidio questo gran bene! Come ti auguro
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nome, lo usurpa. Io, giovane mia cara, voglio far di tutto per renderti felice, quindi buona, quindi pia, quindi virtuosa, umile, fervente, e darei
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renderla felice, o langue miseramente struggendosi in tardi pentimenti, maledicendo perfino all'infausta venustà delle sue forme. Ma tu hai torto; non è
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turbata da veruna sciagura, e passa pressochè felice. Felice? Oh! no! anche i bambini piangono e piangono amaramente, e chi potrà negare che sia per
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sii felice, e felice non puoi essere se il testimonio della buona coscienza non ti assicura di non aver lasciata sfuggire l'occasione di far del bene
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tutte le sue parti, con tutte le tue facoltà, e... sarai virtuosa, quindi felice!
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che la circondano, i baci, le carezze de' suoi cari, gli sforzi loro per vederla felice, ella è sempre mesta, cogitabonda, spira da tutto il suo
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veleno? Te felice se la tua mamma ti risparmia quei godimenti febbrili, nei quali la tua quiete e la tua virtù potrebbero fare naufragio, e saggia e
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restare con esso qualche mese. S'intende bene, io partii con essi: eravamo sullo scorcio del settembre, quando ebbra e felice di poter finalmente fare un
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l'una all'altra, si ripetono: Chi più di noi è felice? Non è poesia questa, no; non è immaginazione; è realtà, e chi s'attentasse di negarla, proverebbe
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e la carne insieme congiunti ti moveranno contro. Oh! possa il buon Dio renderti felice, ma prima fervorosa credente, calorosa adoratrice del
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che a renderti meno difficile la virtù, il buon Dio te ne addolcirà l'esercizio colle più soavi soddisfazioni, coll'esito più felice dei virtuosi tuoi
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pia felice. Forse non v'è alcuno sulla terra che senta più di me quanto sieno dolci cose la libertà, il respirare l'aere nativo, il vivere tra parenti
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sposina che sembra inebbriata della sua emancipazione ed invece di ricordare i doveri del nuovo stato, non si mostra felice che di potersi esimere
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svariati: basta limitarsi a chieder conto della salute di quelli che si visitano, poi augurare (se si può in termini nuovi) un anno felice, felicissimo, far
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