(al Re, alla Regina): Ricordatevi, Maestà, che se, talvolta, i figli scontano le colpe dei padri, spesso i padri godono i benefici delle buone azioni
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I miei cani!!!
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I miei gatti!!!
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(sospirando): ì, Maestà ...
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Ma così corrono i figli dei villani!
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Ce l'avete; è sempre bella nonostante i maltrattamenti!
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Si bagneranno le braccia; si intrideranno di terra i vestiti ...
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(scotendo per i bracci il Re e la Regina) Maestà! Maestà! ...
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(tra sé): Come diventano saggi i Re, quando perdono il potere ...
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(con indignazione rattenuta, da sé): Li compatisco perché sono cretini! (Alla Reginotta e al Reuccio} Grazie, Reuccio! I miei cani mangiano meglio
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Grazie, potentissima Fata! (Abbracciando i figli, piangendo di gioia) Così vi avevo sognati!
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(strillando e pestando i piedi): o! Noi No! Non voglio mutata la testa!
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(strillando, e pestando i piedi) No! No! No! ... Non voglio mutata la testa!
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(strillando e pestando i piedi): No! No! No! ... Non voglio mutata la testa!
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(strillando e pestando i piedi): No! No! No! Non voglio mutata la testa!
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(imperioso): Se scopro che i miei ordini non sono stati eseguiti! ... Che fate qui, Regina?
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Conto i giorni, conto l'ore ... Dove sei? Perché non vieni? (Entra la Regina Mangiapoco, seguita dalle sue Dame.)
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(aprendo improvvisamente gli occhi): Oh, potentissimo tra i potenti Maghi! ... (Al Re) Maestà, non avete, dunque, capito? ... Abbiamo la fortuna ...
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(a Centovite): Maestà! ... sarò sempre agli ordini vostri ... (Le Dame e i Dignitari ripetono le stesse parole del Gran Mago)
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(a parte): Già; per cinquantuno! (Entrano lo scalco e i servitori che portano grandi vassoi con le pietanze fumanti. Posano davanti al Re quello che
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Conto i giorni, conto l'ore ... Dove sei? Perché non vieni? Di speranza e di dolore Io più vivere non so!
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(abbracciando i figli): Figli miei! ... Come sono contento! ... (Alla Fata:) Dovreste compiere un altro prodigio ... Guarirmi da questa malattia del
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Ah! Reginotta! ... Perdonatemi i tormenti che vi ho dati ... Ah! Principe reale! ... Perdonatemi le tre teste che vi ho fatto tagliare ... (Si
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(la guardano estasiati, le si accostano timidamente: le palpano la veste, i lunghi capelli d'oro: Come sono belli! Come è fine questa veste azzurra!
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Vasta sala delle udienze reali; in fondo, un gran tavolino davanti a una poltrona per il Re. Sul tavolino è stesa una tovaglia bellissima. I piatti e
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Più non conti i giorni e l'ore, Più non gridi: - Dove sei? - Ogni voto del tuo core, Mercè mia, compiuto è già! ... E di amore un dolce sogno La tua
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(alle Cameriere, rimaste ritte, impalate, in fondo): ate un po' di refezione al Reuccio e alla Reginotta. (Le Cameriere prendono i cestini riposti in
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povera madre! Un maleficio ha colpito i miei figli. Uno è nato con la testa ...
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, l'aurora! (Si affollano, ridendo, su la proda del ruscello e pare che sentano i brividi dell'acqua dove stan per buttarsi.)
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faccio il bene per il bene! ... (Lanciando un'occhiata alle Cameriere.) Ma so anche punire i tristi! ...
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(cantando, dolcemente): Più non conti i giorni e l'ore, più non gridi: - Dove sei? - - Ogni voto del tuo cuore, mercè mia, compiuto è già! E di amore
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, pettinando i bambini, il maggiore dei quali aveva appena dodici anni, preparando il desinare, adoprando per le spese i risparmi messi da parte dalla
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servitori portano un gran vassoio con un gallinaccio ripieno al Re e un galletto lesso al Ministro. Appena i servi sono andati via, entra, invisibile
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tutti i colori. - Ah, si? Ha fatto bene di non venire? Ha fatto bene? Ed erano urli, imprecazioni, strappate di capelli, minacce con le mani contro
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C'era una volta un vecchio giardiniere che si vantava di possedere i più bei fiori del mondo. Magro, bianco di capelli, curvo, passava le sue
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C'era una volta un Re molto giovane che avrebbe voluto vivere come tutti i suoi sudditi, libero di fare quel che gli sarebbe parso e piaciuto. Per
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Re! Russa ... deliziosamente! (La Regina riprende a dormigliare. Per i Ministri, un Re che dorme tanto è quasi una fortuna! Quando si sveglia, però
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, andate a cercare la chiave in tutti i cassetti della mia camera ... Spicciatevi! Non vedete come fremo? ... (Il Ministro esce di corsa.) Lo fate
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C'era una volta un Re, il quale, dopo una grave malattia, cominciò a sentire grandissima noia di tutto. I Ministri tentavano ogni mezzo per distrarlo
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sui ginocchi, immobile. Si divertiva a seguire con lo sguardo i giri e i salterelli del fuso della mamma; e soltanto dal movimento degli occhi si
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, scalpitando, imitando i nitriti del cavallo e gli abbai del cane, gli urli del lupo, poiché gli avevano detto che i lupi urlassero a quel modo. Ed ecco i suoi
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verde scuro con puntini rossi e gialli lungo i fianchi e la schiena; il ramo delle foglie si piegava sotto il suo peso. Ella non aveva mai visto un bruco
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aveva conosciuto i suoi genitori, non li chiamava nonni ma babbo e mamma, e li serviva con gran cura quantunque non avesse ancora dieci anni. Non
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adoprarli a modo suo! Si metteva a strillare, a piangere, a pestare i piedi, e bisognava fare quel che voleva lei. Al contrario, se vedeva qualcosa o
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dalla sponda. I suoi guaiti divenivano più flebili, i suoi movimenti diminuivano di sforzo quand'ecco, da un viale, spunta il Reuccio. Dare un gran
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si affacciava all'uscio di cucina: - Mamma, vuoi che ti aiuti? - Tutto è pronto, figliuola mia. E di lì a poco, i tavolini erano occupati e: Gobbina di
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gli era rimasto sempre, malgrado gli anni ed i mutamenti avvenuti nella sua persona, che protestava tutta quanta contro quel diminutivo. Quando lo
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