, prima di andare a coricarsi. Edith non si moveva. "E tu" disse Steinegge "non vieni?" Ella rispose che non aveva sonno, lo pregò di lasciarla ancora
. Egli si lasciava tirar su, restando uno scalino indietro, tacendo. Trovarono un pianerottolo dove la scaletta svoltava a destra. "Vieni, dunque" disse
" sussurrò Silla "che musica è?" "Ma!" rispose Steinegge "pare Don Giovanni, Voi sapete: Vieni alla finestra. Suona quasi sempre a quest'ora." In
in quel modo con quel nome! Ma la parola Cecilia a piè del telegramma aveva pur vita, voce, passione; gridava "ti amo; vieni!". Un giorno dopo le
di Marina! Dicevano chiaro: "Vieni, siamo soli". Malgrado la sua vanità egli era imbarazzato. Non aveva tentato fino a quel giorno che sartine
mezz'ora che ti è andato incontro. Aspetta, tu col lume, cosa sei tu, viscere, che c'è un maledetto scalino mezzo rotto. Ecco. Dove sei, Marina! Vieni
. Attilio fu il primo ad accorgersene. Ricordò la la sua missione e chiese di vedere il ferito. - Vieni, ti condurrò io, gli dissi. Il cancelliere
mestiere. « - Ebbene, mi arrischiai a dire, pianta lì il mestiere e vieni via. « - Eppoi? mi rispose; oramai non potrei adattarmi a fare delle
l'uragano. Praga venne a prenderlo per il braccio dicendo: « Vieni, Arrigo, prima che ci accoppino » e discesero al vicino caffè del Cambio e cenarono
si esaurisca nella gola riarsa e la parola diventi un mormorio indistinto? Vieni dunque ad ascoltarmi. Narrerò a te d'amore. A te, fantasma fuggevole
diventa buio, tutto diventa muto, ed io piango sul mio sogno distrutto, sul mio cuore desolato. Donde vieni tu? Dove vai, quando mi lasci? E perché mi