. Povero Praga! Pensare che, pieni il pensiero del suo suicidio morale, si andò al suo funerale sbigottiti e confusi, come a quello di un condannato! E
prosa letteraria
sotto una montagna di pannolini caldi che, egli, dopo un momento, gettava dalla finestra. Condannato all'immobilità dalla malattia, ebro di noia, un
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Tu, buona e baldanzosa fanciulla, giunta al termine delle mie fantastiche storie, sorridi. Ed io, poveretto autore, condannato a leggere nel volto
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