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Risultati per: zone

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Le Stelle. Saggio di astronomia siderale

476194
Angelo Secchi 46 occorrenze
  • 1877
  • Fratelli Dumolard
  • Milano
  • astronomia
  • UNIPIEMONTE
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zone larghe e sfumate in quelle stesse regioni dove il sodio diretto dà righe lucide dilatate. Da questi fatti conclusero i fisici che le righe D del

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protuberanze. Finalmente vi si vedono ancora molte zone ombrate che sono più fosche e sfumate, singolarmente nella regione meno refrangibile, e queste danno

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Le macchie non si osservano su tutti i punti del Sole, ma solo in due zone parallele all’equatore solare e distanti da esso di circa trenta gradi, ma

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, uno formato di righe di assorbimento metallico, l’altro di zone continue e sfumate a un dipresso come nello spettro di certe sostanze chimiche

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dilatarsi delle sue zone di assorbimento. È probabile che le stelle di 4° tipo ed altre stelle ci appaiano piccole per solo assorbimento.

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fatto poi che alcune, come Aldebaran e Arturo si accostano al terzo e mostrano traccie di zone quando si vedono di color rosso carico, prendendo così lo

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Noi ne ottenemmo uno assai simile a quello di alcune stelle rosse, come la 152 di Schjellerup e alcune altre a Fig. 24. tre zone, mediante la

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Le zone sono complementari come si vede e dietro misure esatte i limiti furono trovati perfettamente corrispondenti. Con fortissimi mezzi le zone

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Esso è formato di zone continue sfumate e di righe lucide brillanti graduate in intensità. Le zone sono indecomponibili in linee distinte nello

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, ma sui carboni che sono sempre impuri e perciò misti di varie polveri metalliche, si hanno anche qui gli spettri sovrapposti a zone e a righe di

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spettro variabilissimo secondo gli elementi coi quali trovasi associata. Onde non devono sorprenderci varie differenze nelle zone. D’altra parte le

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tipo: è veramente singolare per la sua vivacità. Il suo colore è rosso di sangue. Lo spettro è composto di tre zone assai vive e larghe. Una gialla, l

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nelle due prime zone ma meno soddisfacente nella terza. Mancano inoltre nella stella le righe vive dell’idrogeno C che sono nella benzina; e un’altra

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Parigi ne studiò lo spettro e lo vide formato di linee lucide e di zone oscure. Vi rilevò l’idrogeno, e forse il magnesio, il sodio o l’Elio. Quando

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Lo spettro di questa stella è dato nella figura 33 come si vedeva nel Febbrajo 1869. In essa vi era lucido l’idrogeno C, (Le zone lucide sono

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queste tre stelle sono di 8a in 9a. Lo spettro è a zone disperse molto irregolari, e sono della categoria della variabile sopra descritta. Da principio noi

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La seconda stella (20or 6m 50s; + 35° 50') ha la riga bleu più verso il violetto, di tutta la sua larghezza. La gialla è multipla: ha zone lucide

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fine: solo la linea 5 è larga: ecco una distinta di queste zone.

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decomposto e mostra un risalto presso le linee 6 e 7 e distinte così (v. fig. 35); le zone sono decomposte come una Fig. 35 fila di colonne disegnate a

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sono nel minimo di luce presentano righe nere rinforzate e larghe e spesso vere zone, e grande dilatazione specialmente in quelle del sodio. Il periodo

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1850 e nel 1875 era nuovamente di 4a. Sembra avere un periodo di 70 anni con fluttuazioni di 23 anni. Lo spettro di questa stella pare a zone, ma non

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vedremo accadere nelle nebulose. Uno solo, quello della chioma di Berenice 53 M. dà tre zone più chiare. Forse quello del Delfino ha pure righe lucide e

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credere che una massa così aerea possa esser divisa realmente da canali vuoti! A noi pare più probabile che essi possano esser due zone oscure di

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, il mezzo scosso è distinto in tante zone dette onde, tutte di eguale lunghezza, e può definirsi l’onda «lo spazio percorso dal moto ondulatorio

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Con tale scopo sono state fatte molte numerazioni di stelle distribuite a zone che pure servono a darci una idea del loro numero sterminato; ma è

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Le zone di Bessel danno un contingente di 52199 stelle solo fino alla 9a grandezza nella zona posta tra + 15° e ‒ 15° di declinazione. Quelle di

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Tre zone nel sistema planetario meritano principale attenzione; la zona interna da Mercurio a Marte, ove i pianeti sono di mediocre grandezza e di

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), egli trova secondo le varie zone di distanze al piano galattico quanto segue:

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La seguente tavola contiene le valutazioni delle stelle distribuite in zone parallele alla Galassia secondo la loro grandezza:

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accenneremo alcuni. Le zone di Bessel ridotte a catalogo da Weisse per i limiti dei due paralleli di + 15° e ‒ 15° di Decl. discusse da Struve, conducono alla

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Però la distribuzione di queste zone tende a diminuire sommamente la densità alle regioni galattiche ed accrescerla invece presso al suo polo, poichè

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I lavori di zone di Devico e dell’Americano Bond ed altri conducono alle stesse conclusioni, cioè:

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tanto più necessario, in quanto che i lavori di zone non possono tener conto che delle maggiori, lasciando tutte le minori che sono non meno importanti

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zona di maggior ricchezza viene a trovare la regione Boreale dei Pesci. In questa distribuzione non vi è traccia di zone regolari, ma solo di centri di

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fra le nebulose gassose, perchè hanno spettro a zone, benchè non a linee nette nè identiche a quelle delle Nebulose, ma sfumate e diverse. Lafig. 3 Tav

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Catalogo di stelle delle zone di Santini fatte a Padova, ecc., ecc.

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Cataloghi di Weisse fatti sulle zone di Bessel tra −15° e +45°, pubblicato in due epoche, che contengono 62530 stelle osservate a Koenigsberg.

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aumentate. Noi trovammo che l’idrogeno in α Orione non mancava, ma le sue righe erano confuse nelle grandi zone scure di cui è fornita questa stella, e

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nerezza, e talune diventano perfino sfumate come la D, e presentano tracce di zone a colonne, accostandosi al 3.° tipo. Anche le stelle del 2.° tipo

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3.° Il terzo tipo è quello che si trova nelle stelle ranciate e rosse; esso è formato di linee nere e lucide interpolate a zone o bande scure

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Però queste due figure sono come limiti: nella prima, di α Orione, le righe nere sono intensissime, e le zone sono deboli: ma la stella essendo

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ingrandita, inserita nel Tomo XXV dell’Ac. de’N. Lincei, ove indicasi l’intensità relativa delle zone lucide con un’altezza maggiore delle altre.

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Questi spettri devono considerarsi come realmente composti di due altri sovrapposti; uno formato di zone larghe sfumate gradatamente che fanno l

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superiore alla 5a. Esse hanno poche zone delle quali alcune coincidono nei loro limiti con quelle del terzo tipo ed hanno larghezza quasi doppia, le linee

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Geissler eccitati con mediocre scintilla elettrica, in cui si hanno gli spettri rigati a persiane lucide sfumate, aggruppate in colonne separate da zone

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che hanno ottenuto fotografie di Sirio e di α Lira trovarono nel violetto e ultra violetto zone affatto diverse dal Sole. Tali osservazioni sono

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