processo verbale, un atto di consegna della natura. Ci rammentiamo di una sentenza su certe opere nella Mostra italiana di Parma, alle quali il Giurì negò il
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Appagare la ragione! Povero Tiziano, povero Paolo! Chi meglio studia la natura ammira meglio in voi la verità maravigliosa e la scienza sicura delle
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Cabianca s’è innamorato delle monache, le quali docilmente si prestano a ciò che sembra gli piaccia sopra ogni altra cosa nella natura, le chiazze di
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loro dipinti, hanno agio di confrontare i tipi della natura col fantasma ideale del proprio cervello; hanno comodità di scrutare la fine eleganza delle
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che il Kirhmayr s’accosta quasi con pauroso rispetto alla natura.
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che si pensa a’ fiori della vita, alle ricchezze della natura, alla esistenza placida e ingenua di chi scorre gli anni tra i campi. Nel mio schizzo è
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scannellature, i comuni fusaroli e gli altri intagli degli stili classici lasciassero luogo agli ornamenti cavati dalla natura, come conchiglie, frasche o
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L’arte ghiacciata fa pietà. Pare quasi che la natura nel vedersi ritrarre matematicamente ed anatomicamente soffra e si lagni; e ne torna nella
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Altra cosa è quell’ideale scolastico od accademico, di cui tanto ragionare s’è fatto; anzi è il contrario. Esso trasforma la natura; ha la ridevole
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Insomma, ufficio del pittore di paesi è il rendere chiaro a tutti, ciò che pochi, guardando alle scene della natura, sanno vedere, capire, ammirare
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cintura in su. L’artefice, l’arte, la natura.
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uccello, di un pesce, così certi popoli e certe età hanno creduto in coscienza di ritrarre la natura indicandola appena. Ne’ primi versi di un Saggio su
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, cercando di terminare lo studio o quadro sul posto, senza aggiungere una pennellata a casa; dopo pranzo tornava a ricercare la natura, non più col pennello
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Qualcosina c’è invece della vecchia arte toscana ne’ minuti tentativi dei giovani fiorentini: il vedere la natura schiettamente, ma con una certa
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nuovi; ma ora si travagliano a liberarsene, guardando solo alla natura. Le tradizioni non li impacciano, poichè le opere de’ loro vecchi artisti
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Nell’arte napoletana le influenze sono diverse: non vengono nè dalle tradizioni, nè dalla opulenza, nè dalla gretteria; vengono dalla natura stessa
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dalla realtà della natura; non è realtà, perchè, volere o non volere, l’anima e la fantasia dell'artista passano il vero allo staccio; non è critica
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secoli avanti Cristo, e queste le commedie appunto di Venezia nel secolo decimottavo. Le passioni, il sentimento della natura devono essere eterni, ma l
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Ma chi era più manierato di lui, chi cercava gli sfondi con mezzi più complicati? Il primo anno che questo studiatore della natura espose le sue
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natura alla bellezza non materiale, facendola servire all’idea ingenuamente poetica, ch’egli nutriva nella testa. Certo, i contorni apparivano un po
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Ma vogliamo arrischiare una sentenza, a cui non conviene dare troppo estese applicazioni: noi vediamo spesso la natura, come i pittori ce la mostrano
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Insomma, non solo dobbiamo dubitare dei nostri occhi nell’arte, ma dobbiamo anche dubitare di essi nella natura.
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colorito? È il colpeggiare del pennello? È la rara dote del figurare evidente l'aspetto della natura?
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Dall’altra parte la rappresentazione della natura ha certe esigenze bizzarre. Non c’è scultore che ignori come in una figura ritta, vestita in abito
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Questo sciogliersi da ogni vincolo di studio e di affetto fra maestri e scolari; questo volere essere di botto figliuolo e non nipote della natura
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Vedere l’ideale nel reale, o, per meglio dire, vedere la natura effettivamente e compiutamente: ecco, a’nostri giorni, la trionfai porta.
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la natura gli sta dinanzi: l’uomo ed il fiore, la montagna e la bestia, il cielo ed il mare, il sole e la luna, le tenebre e là luce; non basta: le
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La letteratura, la poesia, l’arte drammatica, l’arte figurativa inclinano alla imitazione minuta ma ardita e, per così dire, anatomica della natura
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E i pittori fanno presto, perchè la natura all’aria aperta non si atteggia come il modello nello studio; ma cancellano e tornano a cancellare, finché
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non fosse altro che un artista ingenuo, il quale mostrasse al di fuori ciò che la natura gli va dettando al di dentro, e lo spettatore non fosse altro
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È degno di osservazione che anche quelle cose, le quali sono un mero accompagnamento necessario d’una operazione della natura, hanno un non so che di
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schiettamente la propria natura. Al Duprè, sempre statuario, non pare che entri mai nell’anima neanche il desiderio di qualcosa che non s’addica al suo marmo
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Cotesta snellezza e cotesta copia pittorica, sì confacenti alla natura dell’arte del pennello, i Francesi hanno avuto il buon senso di non volerle
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essa sta nella natura elegante, e il suo garbo arcaico è un sentimento schietto, non una imitazione affettata. Lo stesso garbo, che il Dubois ha pur
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Tale scienza che diventa natura, e tale coscienza che diventa metodo, servono a dare ai marmi ed ai bronzi, insulsi per il tèma, quel non so che, che
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creta, la quale, cotta poi, ha serbato le schiette impronte delle abilissime dita. Dicono che è realista. È di certo, perchè studia la natura; ma non è
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suoi connazionali sono quieti osservatori della natura. Egli si compiace di intonazioni brune, e dipinge volentieri de’ vagabondi, che, all’alba, vengono
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buona e singolare natura estetica.
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coi colori opposti, ma con i colori analoghi o con le differenze di uno stesso colore, ecco la singolarità del suo sistema o della sua natura. Chi ci
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, giacché viene dalla natura, parte è mutabile, giacché viene dalla voga del dì. Un altro pittore ritrae anch’esso tale e quale l’oggetto; ma la sua
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che al dì d’oggi non pare segno di buona creanza il rivelare al di fuori l’impeto della propria passione, nè le inclinazioni della propria natura. Non
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, il giovane pittore ha bisogno di torsi dalla mano quel che serba tuttavia del Fortuny, e di ritemprarsi nella natura energica. Gli consigliamo, scusi
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isprofondarsi nella natura bisogna attendere che la sua superficie non sia troppo agitata: chi cerca il fondo del mare non vi può scendere quando le acque s
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Lo Strazza era asciutto di membra, snello, grande camminatore. Nel naso la natura gli aveva dato come un ricordo di quello di Michelangelo. La sera
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sentimento mistico cristiano, che lo infiacchì, sviandolo dall’amore della effettiva natura. La prima statua in cui questa influenza sdolcinata e cachettica
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Si ha un bel dire che il genio dell’artefice deve trovare fra il naturale ed il bello quel termine di mezzo, in cui bellezza e natura si uniscono
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da tale necessità non deriva punto la conseguenza che la imitazione viva della natura non basti; anzi, allorchè in faccia ad un quadro o ad una
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contentato di emulare la pittura; ha voluto emular la natura con certi suoi busti d’una verità fervidissima, ora quasi burbera, ora tutta amabile e
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conviene seguano le leggi e le apparenze della natura, per modo che, entrando nell’ambiente intellettuale in cui l’artista s’è messo, si possa dire
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gesta degli eroi»; e il Proudhon nel suo libro Du principe de l'art definisce l’arte così: «una rappresentazione ideale della natura e di noi stessi
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