Severo in alcuni sensi come questo del Grita, ma più vario e pieghevole ci sembra l’ingegno fiorentino di Adriano Cecioni. Anni addietro era
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artefice, il quale al lettore colto nelle cose dell’arte, ma non fiorentino, dovrà sembrare ignoto. Di uno tra codesti pittori, già valente, che sta
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Tornò presto a Firenze. A Firenze la pittura era in quegli anni come un riverbero, non più dell’arte del Benvenuti, ma di quelle del fiorentino
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gentile Firenze, quegli poco siciliano nell’arte, questi poco fiorentino, poichè in Sicilia inclinano al realismo trivialuccio ed in Toscana ad un
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Più scorretta, ma più animosa è la modellatura del Nerone, che il fiorentino Gallori mandò da Roma a Firenze per saggio della sua pensione accademica
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Insieme all’antico studiano i Quattrocentisti ed il vero. Il Cantore fiorentino del Dubois ha sapore di Verrocchio e di Donatello: un giovinetto che
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via fiancheggiata di basse case: opera non tanto sottile nella intenzione pittorica quanto costumi per solito nelle cose sue l’artista fiorentino. E in
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misura, dell’abilità meccanica dei Lombardi. A questa si accosta invece soverchiamente il fiorentino Caroni nel suo Dispaccio d'amore, e un poco anche il
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