Pegaso è rappresentato come un immenso cavallo alato e si riconosce facilmente in cielo per un grande quadrato che fanno tre delle sue stelle colla
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piuttosto alla sua base, in uno strato composto di vapori di diversi metalli, comparativamente sottile, cioè alto due in tre secondi al più Nel Sole un
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Dobbiamo questa figura e le tre seguenti alla gentilezza dell’editore francesesig. Gauthier Villars. A quest’opera rimettiamo il lettore per una più
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, Vol. II. Dobbiamo questa figura e le tre seguenti alla gentilezza dell’editore francesesig. Gauthier Villars. A quest’opera rimettiamo il lettore per
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Noi ne ottenemmo uno assai simile a quello di alcune stelle rosse, come la 152 di Schjellerup e alcune altre a Fig. 24. tre zone, mediante la
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di temperatura sufficiente a dare le linee del carbonio pure e separate affatto da quelle del suo ossido. Parrebbe pertanto che le tre zone principali
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tipo: è veramente singolare per la sua vivacità. Il suo colore è rosso di sangue. Lo spettro è composto di tre zone assai vive e larghe. Una gialla, l
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vedute? Inoltre è caso frequente trovare due o tre stelle rosse vicine ad una principale dello stesso colore. Di qui si potrebbe raccogliere come le
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Anno 389. Nell’Aquila presso α; segnalata da Cuspiniano, ai tempi di Onorio: essa brillava come Venere: sparì tre settimane appresso. È incerto l
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queste tre stelle sono di 8a in 9a. Lo spettro è a zone disperse molto irregolari, e sono della categoria della variabile sopra descritta. Da principio noi
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ore diminuisce dalla seconda grandezza fino a sparire ad occhio nudo. Fu scoperta da Fabricio nel 1596. Decresce per circa tre mesi, e rimane quasi o
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La terza (20or 9m 39s; + 36° 16') è simile, ma più difficile a determinarsi per la stella vicina che sturba. È notabile la presenza di tre stelle
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Raccogliendo in breve il detto finora noi vediamo che vi sono tre specie di variabilità dovute a tre cause diverse.
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cui divergono parecchi raggi, tre de’ quali sono distintissimi in alto (v. fig. 38.
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vedremo accadere nelle nebulose. Uno solo, quello della chioma di Berenice 53 M. dà tre zone più chiare. Forse quello del Delfino ha pure righe lucide e
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risolversi furono detti gruppi, agli irresolubili si restrinse il nome di Nebulose. Di queste vi sono tre categorie: 1.a le Nebulose planetarie, 2.a le
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diffusa di cui doveano esser formate. Il signor Huggins applicando lo spettroscopio a questi oggetti, trovò che il loro spettro si componeva di tre sole
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sembra una coda di cometa attaccata alla stella, tali le tre linee stellari che partono dalla nebulosità in A. R. = 21h 32m 26s Decl. = − 23° 47' 59
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Molte stelle che vedute ad occhio nudo sembrano semplici, osservate cogli strumenti si trovano esser composte di due e talora di tre e più
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rappresentando il numero delle stelle visibilmente doppie de’ suoi primi tre ordini (vale a dire di quelle la cui distanza non supera 4") per 693, di queste
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Cap. James, risulterebbe esser la Terra non uno sferoide di rivoluzione attorno all’asse polare, ma uno sferoide a tre assi disuguali, con piccolissima
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conoscono i due raggi BC, e CS, non che la somma delle loro latitudini geografiche BCS, avremo dunque i tre elementi per risolvere il triangolo BCS, e
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orologio, e un cannocchiale, e un secondo in arco di parallasse sarebbe dato per due o tre minuti di tempo. Talchè questa parallasse per piccola che
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grandiosi preparativi che si fecero in ognuna delle tre epoche in cui l’astronomia risorta poté fruire di sì preziosa occasione.
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Siano T, V, S, fig. 63) i centri dei tre astri: sulla Terra Fig. 63 T siano due osservatori collocati nelle stazioni assai lontane A e B: è manifesto
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per tre minuti di tempo ciascheduno.
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Tre zone nel sistema planetario meritano principale attenzione; la zona interna da Mercurio a Marte, ove i pianeti sono di mediocre grandezza e di
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, dopo di che si restringe moltissimo a soli 3° di larghezza H.XI. per dilatarsi nuovamente e terminare in un ventaglio di tre rami ben distinti all
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tre volumi.
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grand’orbe; e la luce impiegherebbe tre anni e un quarto a venire da esse a noi. Questa cifra va in realtà almeno decuplata per tutte le stelle vicine
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unità il viaggio della luce nel tempo di tre anni e un quarto (quale sarebbe per una stella che avesse un secondo di parallasse), ma questa distanza
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Catalogo delle stelle minori fatto da Argelander, e pubblicato in tre epoche successive, dalle stelle di -2° di declinazione australe fino al polo
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. Chambers nel 1876 gennajo la trovò rubino, di nona grandezza e tre quarti; ora è bel rubino.
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l’astronomia stellare; basti dire che nei tre quarti già trascorsi di questo secolo, cioè dal 1800 al 1875 si contano 52 Cataloghi, che in media
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trapezio come nella figura (v. fig.1); a uno degli angoli sono attaccate altre tre ε, ζ, η disposte in linea spezzata. Se vogliamo che le prime
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Era questo prisma composto di tre altri, figura 7.a: uno mediano F di Flint pesante (borato di piombo) e due altri Fig. 7 C, C' di Crown: erano essi
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’ottico Hofman di Parigi migliorò il prisma notabilmente, estendendo il numero dei prismi componenti a cinque, cioè due di Flint pesante FF, e tre di
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prospettiva: l’altra stella ne presenta invece tre sole, senza che esse si possano risolvere in vere righe metalliche nere o brillanti. È difficile
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