zone larghe e sfumate in quelle stesse regioni dove il sodio diretto dà righe lucide dilatate. Da questi fatti conclusero i fisici che le righe D del
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vediamo in questi spettri sono le linee stesse vive metalliche che si vedono nello spettro dell’arco elettrico, ma che riescono diffuse per la mancanza
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alla sostanza elementare. Di più queste linee stesse sono diverse secondo la temperatura della sostanza, e il modo di trarne la luce, e secondo il
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da ciò nascono probabilmente tutte le divergenze trovate. Così per esempio l’ossido di carbonio e l’idrogeno carburato hanno le stesse zone, ma in uno
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Le stelle doppie di cui si è finora calcolato il periodo sono poche assai, e di queste stesse incerte sono non poche. Solo il tempo potrà renderci
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solo i limiti del creato, ma anche a provare che nella profondità dello spazio regnano quelle stesse leggi delle forze che regolano i fenomeni a noi
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corteggio di quella stella che noi chiamiamo Sole. Questa cognizione poi ha per base le dimensioni stesse del nostro pianeta, e da questo dobbiamo dare
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la quale si ha tutta la grandezza del sistema espressa dalle stesse unità in cui si è definita la misura del globo. Del resto l’astronomia insegna
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I lavori di zone di Devico e dell’Americano Bond ed altri conducono alle stesse conclusioni, cioè:
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Vediamo ora quali raggi le sfere devono avere per contenere le stesse classi di stelle supponendo che la loro densità apparente sia anche reale. La
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che lo spazio occupato da certune deve essere sterminato, abbracciando vaste regioni celesti difficili esse stesse a determinarsi, e definirsi, come
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, esso però è sufficiente per assicurarci che le leggi che reggono la materia sono le stesse da noi e in quelle remote profondità, e le scoperte
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proprio. La quinta la declinazione e la sesta le sue variazioni per le stesse cagioni. Il segno + indica declinazione boreale il − australe. Queste
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valutarsi quanto più deboli sono le luci stesse.
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modo e colle stesse piccole differenze dei diversi osservatori. L’influenza di costituzione de’ diversi occhi è dunque sicura. In queste ricerche non
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stesse righe che davano le fessure. Trovato questo mezzo lo applicò all’esame dei punti lucidi del cielo, i pianeti e le stelle, per riconoscere se tutte
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la B del Sole, in α Orione vide pure queste stesse righe e una moltitudine di altre. Ann. Di Fisica di Gilbert, vol. 74, 1823. Però la difficoltà di
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