spalla di lui, e lasciandovi cadere la testa, con voce sommessa gli disse: « Non crediate, Carlo, che non m' incresca di vedervi andar via; ma, se
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, indovinate mo?... per amore di quel sapientaccio presontuoso di don Carlo. » « Oh!... » « Cosa so io de' garbugli che può avere colui?... E bene, sul
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sapeva il perchè. Ma bisognò farlo; sua madre non aveva posta altra condizione, tranne questa, che vi fosse il consenso di don Carlo. Chi si pigliò la
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lunga sopravveste di panno oscuro. Don Carlo, se già non ve lo dissi, toccava al più a' trent' anni; pure sul suo volto , simpatico e sereno, leggevasi
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don Carlo. Ma intanto, qual' era l' agitazione della compassionevole Elisa?... Ella si teneva cara Maria, e da qualche tempo, turbata da un sospetto
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buona Caterina del fattore vecchio si ricordasse ancora di lei. Nell'ignota dimora della vedova Giuditta, don Carlo dunque pensò di nascondere Maria
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, che s'era presso a lei raggruppata, trovando appena voce di rispondere all'avemarie. «Siete voi, Carlo?» domandò essa con una gioia sicura, levandosi
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, affidate che potesse mai in quel mezzo ritornare don Carlo. Ma il posdomani passò, nè comparve persona, nè venne parola. Perduta quella poca speranza, che
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certezza; e quantunque fosse riuscito vano il poco che avevano potuto tentare a fine di rivedere il loro Carlo, o di sapere almeno qualche cosa di lui
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Carlo era morto. Fu rumore sordo, occulto, ben presto soffocato, e ben presto anche dimenticato. Ma passati due mesi, nessuno seppe, nessuno raccontò come
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questo vostro fratello il prete Carlo ***? » « Proprio lui, » proferì con fioca voce la sbigottita giovinetta, e chinò sul seno la faccia, lasciando in
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? non sa che sono tutti morti?... cioè, la Caterina e don Carlo.... e che di Maria non s' è avuta più nuova nè ambasciata, dopo quella gran disgrazia
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disgraziato don Carlo, aveva smesso non poco del
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, vorrei metter la nostra sorte nelle loro mani. E anche lui, vostro fratello.... » « Il povero Carlo!... Ah se sapesse com'egli pensava e
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' incontrarono, vidi don Carlo farsi tutto bianco in viso, e levar la mano verso di lui, come per parlare e non poter dire parola; ma poi subito ricomporsi
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Milano. Tornai alla casuccia del mio buon alpigiano. E con lui, il seguente mattino, volli visitare quella ch' era stata la dimora dell' infelice don Carlo
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oscurità, in tanta quiete! Carlo, il suo figliuolo maggiore, era in quel tempo vicecurato in un povero paese della Valtellina: e anche questa fortuna egli
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prete con certa bruschezza; « non v'accorate in questa maniera: non avete già pianto abbastanza? » « E siete voi che parlate così, don Carlo
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giovine Arnoldo. Sulle prime don Carlo, il quale aveva tutt' altra voglia che di parlare, e peggio con uno sconosciuto, pensò di rispondere al saluto, e
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In quel mezzo, dopo il primo incontro d' Arnoldo e di don Carlo, lungo il solitario sentiero della montagna, la conoscenza loro s' era fatta non
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meglio che don Carlo, il quale de' dolori di questa terra aveva abbastanza veduto per poterli prendere sul serio. Qui Arnoldo gli scoperse il perché ruppe
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probabilità; e si valse massimamente del rinomatissimo cavaliere Carlo Lasinio, suo amico, e uomo di grandissima autorità presso tutti i sapienti
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