scuola o di ciascuna età, niente però v’ha di non buono e non utile, e che non possa anche ai tempi nostri giovare, o non meriti comechessia d’essere
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In que’ scurissimi secoli, quantunque in molti lavori fossero adoperati non pochi artefici nostri, pure in tutta Italia le arti avean cessato di
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, tanto che a vederle, i nostri artefici ne prendono la più gran maraviglia, e gli stranieri ne hanno il più dolce stupore insieme e la più superba
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, in tante e si pregiate tavole, il vario magistero del dipingere di que’ tempi, si a tempera, come a olio; e giova il vedere come i nostri artefici
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maraviglia; e bisogna forse attribuirlo all’amore che pur avevano i nostri quattrocentisti, e in ispezialtà i Fiorentini, a quella loro tempera. Con la quale
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interrogando il senno della veneranda antichità. In essa ci sembra quasi che s’apra dinnanzi agli occhi nostri un magnifico santuario della pittura, tutto
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sanamente, e giudicasse che quella a’ nostri buoni antichi non andò giammai per la mente, e che Dante non fu ispiratore, nè Giotto fondatore, nè il beato
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animo non punto diverso dalla nobiltà de’ nostri avi, van da molti anni adunando da qualsiasi luogo opere d’arte nelle lor case, o per formare nuove
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