«Dondola, o graziosa Naiade, gli eleganti tuoi fianchi sull’onda Mediterranea. Io ti rivedo commossa con tutto l’affetto dell’anima mia! E perché non
prosa letteraria
’onda e nell’andirivieni di questa finalmente ei giunse ad afferrare un corpo umano che si moveva a stento. Era il povero John che si dibatteva contro
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’onde, ti dilatava il cuore. Con tinta cenerognola usciva l’Isoletta dall’onda all’Occidente, e la Clelia spinta da leggerissima brezza da Levante
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’onda d’un torrente che precipita dalle montagne ed assaltava il vestibolo del palazzo suddetto rovesciando quanti ostacoli si opponevano alla sua furia
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ti slanci impavida sull’onda irritata e la soperchi, la schiacci e procedi infiammata dagli ostacoli che la tempesta accumula sul tuo cammino
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