14. Per giudicare poi a colpo d’occhio il numero e la durata delle oscillazioni che l’andamento generate del tempo fece in tutto questo intervallo
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fine furono raccolti, per ognuno dei 456 mesi contenuti nel detto intervallo, i numeri dei giorni sereni, nuvolosi e misti, dei quali le proporzioni
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ciascuno, dei quali il primo comprende l’intervallo 1827-1845, l’altro l’intervallo 1846-1864. Il che parve ancora particolarmente plausibile per ciò, che
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di ± 0,030; le estreme furono + 0.173 appartenente all’anno straordinario 1834, e — 0.085 appartenente al 1853. È notabile che l’intervallo di questi
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intervallo. Qui l’ampiezza delle variazioni è limitatissima, ed i passaggi da un estremo all’altro rapidi e frequenti. Invece dunque dell’intensità delle
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descritta sopra tre linee orizzontali, divise in parti corrispondenti all’intervallo di un giorno. Per esempio la serie seguente di otto giorni
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il numero duplicato delle sequenze contenute in quell’intervallo. La variabilità relativa sarà sempre espressa da una frazione compresa fra 0 ed 1, e
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accadute in un dato intervallo, nel qual numero entrino le variazioni semplici col valore uno, e le variazioni doppie col valore due, astrazion fatta dal
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intervallo hannosi ad aspettare in dicembre due volte all’incirca più variazioni doppie, che in luglio.
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totale vi è l’intervallo 1,000, secondo l’unità adottata per le distanze Δ. Ma se consideriamo le osservazioni di una stessa decade per 38 anni
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doppie. Si può tuttavia desumere un’idea di questa variabilità dalla frequenza delle oscillazioni che in un dato intervallo il tempo fa tra i suoi due
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che ne ebbe meno fu il 1839: nel primo caso se ne ebbero 81, nel secondo 39. Nell’intervallo considerato vi ebbero 15 mesi, in cui non fu compiuta
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dato intervallo, per cui la serenità si possa riguardare come costante, siano λ, μ, ν tre numeri esprimenti le proporzioni dei giorni sereni, misti e
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difficilmente o raro accadrebbero, quando, stabilita per un dato intervallo la proporzione che dee regnare fra i giorni sereni, nuvolosi e misti, l’ordine dei
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relativa da un giorno al suo seguente, con U2 fu indicata quest'altra variabilità che corrisponde a due giorni d’intervallo. I numeri U2 sono dati nella
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che tal variabilità eventuale è la stessa, qualunque sia l’intervallo dei giorni che si paragonano fra loro. Finalmente l’ultima colonna da il
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che il limite della variabilità, col crescere dell’intervallo, è la variabilità eventuale V, la quale potrebbe designarsi, con notazione analoga alle
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. In tutto questo intervallo non si ebbe che una interruzione di qualche importanza, cagionata da infermità dell’osservatore, la quale durò per i tre
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’intervallo delle osservazioni, la data della prima e della ultima neve caduta. Oltre la data ordinaria ho apposto il numero dei giorni che dal
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delle osservazioni non danno che una grandine per ciascuno: pare, che anche nell’intervallo dal 1827 al 1830 sia corso uno stadio di riposo. La
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