Tavola XXII. Proporzione dei giorni piovosi nelle 36 decadi, dedotta da 38 anni d'osservazione.
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Le colonne I e 13 presentano la serie delle decadi e la loro distribuzione secondo i mesi. III e IV danno le doppie variazioni accadute in ciascuna
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variazioni semplici e doppie, positive e negative. I risultati furono quindi aggruppati secondo le consuete decadi, ed ordinati nella tavola XVI.
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54. Con questa regola abbiam calcolato la variabilità relativa per le 36 decadi dell’anno (tavola XVI). Ai numeri della colonna XII (variazioni
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somiglianza generale con quella della variabilità relativa (figura 11), i massimi ed i minimi coincidendo quasi esattamente sulle stesse decadi nell’una e
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61. Relazione fra le variazioni positive e le negative. Considerando le variazioni doppie positive e negative che furono osservate nelle 36 decadi
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62. Una prima causa di questo singolare fenomeno potrebbe ricercarsi nel corso annuo della serenità. Perché, se noi consideriamo quelle decadi che
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due. così si ottiene il progresso della serenità durante le 36 decadi.
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ciascuna decade, perché da queste differenze accumulate nelle successive decadi nasca quella legge annua delle mutazioni di serenità che realmente si
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78. Se non esistesse alcuna connessione fra lo stato di un giorno e quello del giorno seguente, la variabilità relativa delle 36 decadi calcolata e
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corrispondente alle decadi e frazioni di decade in cui si trovano secondo i dati della tavola I, colonna X. Nei medesimi 20 giorni vennero enumerati i
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dell’anno in decadi, siccome quella che è più propria a mostrare con precisione l’andamento annuo dei fenomeni: ogni decade essendo stata osservata 38
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escluse, come di dovere, le decadi incompletamente osservate.
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Si vede che il maximum invernale ripartito in due da un lieve decremento di nebbiosità nelle decadi XXXV, XXXVI e I. Veggasi anche la fig. 14.
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101. Disponendo i numeri precedenti in due linee parallele corrispondenti alle decadi che egualmente distano dai due solstizii, si ha il seguente
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106. In questa ricerca noi supponiamo che le grandi deviazioni dalla curva, le quali si manifestano nelle decadi XIV e XXXII (seconda di maggio e
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giorni di pioggia effettivamente enumerati nelle 36 decadi dell’anno (non tenendo conto delle decadi incomplete). Questi numeri furono resi tra loro
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dividersi realmente in due minimi corrispondenti alle decadi XXXVI e VI (ultima di dicembre ed ultima di febbraio), divisi da un leggiero maximum che ha
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dallo specchio seguente, che ne dà l’ordine secondo le decadi. I numeri furono corretti in guisa da ridurli tutti alla decade normale di dieci giorni.
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secondo le decadi. Per le decadi di 11 giorni è stata sottratta la undicesima parte dei numeri osservati, perché tutti si riferiscano alla decade
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VI), che è vario a cagione della ineguale lunghezza delle decadi ed a cagione delle piccole lacune dei registri. Tutte le decadi incompletamente
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curve), rispondono alle 36 decadi; le ordinate della curva inferiore sono contate a parte dall’orlo inferiore del quadro, e rappresentano le proporzioni
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Tavola I. Variazioni annue della serenità del cielo nelle 36 decadi (1827-1864).
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