al minimum invernale, il quale può riguardarsi come il minimum assoluto dell’anno; e il dicembre è per conseguenza il mese in cui, dato lo stato del
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Per la frazione di serenità fu estesa a parte la tavola X, nella quale
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non aver numeri di peso troppo differente. Nello stesso modo fu calcolata per ogni mese la sua frazione di serenità, la quale si trova registrata
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conosciuta; l’ipotesi che esso significasse il ciclo di 223 lunazioni è molto arrischiata, ed anzi poco probabile., il quale dopo 18 anni ed 11 giorni
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debba riguardarsi come un fatto reale della natura. Se adunque non si può dubitare di questa relazione misteriosa, quale ne sarà l’indole e quali ne
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. Cresce quindi rapidamente fino al primo quarto, dove tocca al massimo. Segue un primo minimum secondario verso il 12° giorno: dopo del quale si
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della luna, la quale produce le variazioni della serenità, dipenda principalmente dall’elongazione semplice e dal suo triplo. Da questi due archi
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prendendo invece per M, i valori dati dalla formula qui sopra (la quale contiene 7 coefficienti), si trova
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34. A giudicare esattamente della legge dell’influsso lunare quale viene espressa nelle nostre formule periodiche, abbiamo costruito i valori dati da
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Un’altra ragione di dubbio consiste nella difficoltà di ammettere, che una azione, la quale dipende dalle variazioni del raggio vettore della luna
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attribuito al rinnovarsi di questo ciclo, il quale avrebbe dovuto ricondurre i medesimi gradi di serenità per i due anni suddetti.
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qui tenuto, quanto l’altro, il quale è fondato sulla legge della produzione degli errori per opera di cause accidentali intieramente fra di loro
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semplici) fu aggiunto il doppio dei numeri della colonna V (variazioni doppie), e si ottenne così la colonna XIX, la quale contiene il numero totale delle
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Per tale effetto prenderemo non già la tavola stessa, quale direttamente risulta dalle osservazioni, ma la tavola perequata di 5 in 5 giorni, onde
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73. I risultati della presente investigazione sono contenuti nella tavola XVIII; la quale dà in corrispondenza ai 29 giorni della luna il numero
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distribuiti secondo le loro proporzioni con un ordine arbitrario, quale deriverebbe dal puro caso; ma che quest’ordine, sebbene assai vario, è pure soggetto
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variabilità relativa corrispondente all’ipotesi che ci occupa, ossia la variabilità eventuale, quale deriverebbe dall’ordine casuale dei giorni sereni
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che il limite della variabilità, col crescere dell’intervallo, è la variabilità eventuale V, la quale potrebbe designarsi, con notazione analoga alle
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. In tutto questo intervallo non si ebbe che una interruzione di qualche importanza, cagionata da infermità dell’osservatore, la quale durò per i tre
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persistenza, tolta la quale la serenità 0,691 dovrebbe abbassarsi a 0,590.
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più frequenti e più grandi nella quinta colonna del quadro precedente. E si sarebbe trovata per la regola discussa una confermazione apparente, la quale
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quale per lo più non li registra, se non quando sono accompagnati da altre notevoli circostanze. Non dovremo quindi riguardare i numeri della colonna
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vento nel 1838, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo si suppose abbia avuto luogo la forza media di questi mesi, quale si trova appiè della tavola
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100. La distribuzione dei giorni nebbiosi lungo l’anno si vedrà più esattamente dalla tavola qui appresso, nella quale sono registrate le nebbie
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Ma siccome la progressione dei numeri della colonna V, la quale deriva dalla pura statistica delle osservazioni, lascia non poco a desiderare sotto
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104. La distribuzione delle pioggie lungo I’anno si vedrà con più esattezza e con maggiore particolarità nella tavola XXII, la quale contiene tutti i
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danno alcuna certezza di variazioni regolate. Noi concluderemo dunque, che la distanza della luna non ha alcun influsso sulla pioggia, il quale possa
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, delle prime e delle ultime nevi. Per questo fine ho creduto utile comporre la tavoletta seguente, la quale dà, per ognuno dei 38 inverni compresi nell
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poco arbitrio nel dichiarare la natura temporalesca di un turbamento atmosferico, e quindi la tavola XXV, nella quale si offre la statistica dei
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8. La distribuzione dei giorni sereni, nuvolosi e misti nelle diverse epoche dell’anno è resa sensibile all’occhio mercè della fig. 1, nella quale i
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esatto della curva dei temporali con quella dei giorni nuvolosi e delle pioggie; il quale sembra dimostrare, che queste tre specie di fenomeni variino
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maxima, e periodi di riposo. Tale è per esempio il quadriennio 1851-52-53-54, durante il quale non cadde grandine neppure una volta. I quattro primi anni
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giugno 1848, e 14 maggio 1850. — È pure da notare la predilezione delle grandini per certe date, la quale tuttavia soltanto con più numerose
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