Loro frequenza nelle vane epoche dell’inverno. Grandi nevicate. Epoche delle prime e delle ultime nevi.
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Classificazione dei venti secondo la loro forza. Legge annua di questa forza. Aumento della medesima negli ultimi anni. Venti caldi o sciroccali.
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furono ridotte al medesimo totale di mille, onde rendere fra loro paragonabili i risultati dei mesi di diversa lunghezza; e tali proporzioni trovansi
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le grandezze delle perturbazioni sono tali, quali si potrebbero aspettare dal caso, o se in queste perturbazioni e nella loro sequela esiste qualche
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15. La considerazione di tutte queste deviazioni e dell’andamento dei loro segni è piena di utili insegnamenti. così non senza qualche maraviglia si
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: inoltre questi segni, considerati nelle loro sequenze, dovrebbero offrire altrettante permanenze, quante offrono variazioni. Se al contrario esiste una
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dovrebbero essere tutti eguali a 235; essi sono per lo più alquanto minori, e un po’fra loro diversi a cagione delle piccole lacune dei registri (v. sopra
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ridotta al totale costante di 1000. Così si ottennero dei risultati comparabili fra di loro, dai quali emerse l’influenza delle fasi lunari sulla
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grande analogia nell’andamento dei loro numeri. Nell’una e nell’altra si vede la proporzione dei giorni sereni preponderare e diventar massima verso il
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I giorni misti non subiscono alcuna variazione progressiva notabile dal principio al fine della lunazione: e sembrano oscillare intorno al loro
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due tavole precedenti. Considerando i numeri qui registrati, la legge regolare della loro variazione si mostra al primo colpo d’occhio, anche dai
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con quelli dei loro errori probabili, si vedrà che molti coefficienti (e particolarmente quelli dei termini in ɸ e 2ɸ) eccedono assai volte il loro
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, N, M, F, col loro valore medio. Gli errori così ottenuti sono registrati nelle quattro ultime colonne della tavola XIV; e già basta la progressione
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i quali si accordano fra loro al di là d’ogni aspettazione, ed hanno per valor medio 6,65. Ci permetteremo dunque di dire, che nei nostri climi il
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giorni esatti. Ho trovato che tali numeri possono essere bene rappresentati, in ciò che offrono di regolare nel loro andamento, dalla formula
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qui tenuto, quanto l’altro, il quale è fondato sulla legge della produzione degli errori per opera di cause accidentali intieramente fra di loro
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osservazioni. Le deviazioni dei fenomeni dallo stato normale sono fatti non originati dal caso, ma prodotti da cause speciali, le quali non sono fra loro
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, che le medesime epoche presentino in ogni anno il medesimo carattere, e non si scostino grandemente dal loro stato medio. Si avrà così poca
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47. La classificazione delle giornate in riguardo alla loro serenità sarebbe difficilissima, quando si volesse eseguir con precisione. Perché di
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46. Onde poter eseguire dei calcoli in questa materia, e paragonare fra di loro i diversi gradi di variabilità del tempo conviene anzitutto aver
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variazioni, prenderemo per misura la loro frequenza in un dato intervallo.
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Le colonne I e 13 presentano la serie delle decadi e la loro distribuzione secondo i mesi. III e IV danno le doppie variazioni accadute in ciascuna
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. Perché la loro minima frequenza, che ha luogo nella decade XIX, sta alla massima, che succede nella decade XXXLV, come 15 a 33; e quindi per eguale
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col. XV), né mai arriva a formarne la decima parte. Ma l’eccesso delle variazioni doppie è spesso considerabile rispetto al loro numero totale, e
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medesimo ebbero il primo dei loro
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della variabilità del tempo, è interessante ricercare la loro frequenza nelle diverse stagioni e il rapporto del loro numero con quello delle
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Per quanto è possibile giudicare dalla scarsità di questi numeri e dal loro andamento saltuario, proveniente dalla non bastevole copia delle
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doppie di ciascun giorno: la colonna XI dà le variazioni unitarie ridotte tutte al numero costante di 467 sequenze, affinché i numeri diventino fra loro
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distribuiti secondo le loro proporzioni con un ordine arbitrario, quale deriverebbe dal puro caso; ma che quest’ordine, sebbene assai vario, è pure soggetto
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e VIII della tavola I. Ecco i 36 valori di V, quali risultano dal calcolo, e quali diventano dopo eseguita la perequazione loro di 5 in 5.
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che tal variabilità eventuale è la stessa, qualunque sia l’intervallo dei giorni che si paragonano fra loro. Finalmente l’ultima colonna da il
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relative U1 U2 U3 U∞, prendendo il loro valore numerico per raggio vettore, e per ascissa angolare il tempo, di guisa che l’anno sia rappresentato da 360
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proviene in gran parte da questo, che le 102 lunazioni predette sono in buon numero lunazioni estive, siccome appare dal seguente quadro della loro
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88. Se adunque il quarto ed il quinto giorno hanno la proprietà che loro viene attribuita, essa non deve confondersi con alcuno dei due effetti
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Se non avessimo tenuto conto di questa legge, e se avessimo aggruppato in un sol risultato tutte le intiere lunazioni, la serenità loro sarebbe
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d’intensità. Noi esamineremo dunque i venti in riguardo alla loro forza, non tenendo conto della loro direzione. I venti indicati nel registro furono
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94. I venti delle classi II, III, IV serbano sempre fra loro dei rapporti abbastanza costanti. Per ciò che riguarda la classe V (gli oragani), il
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Considerando le classi II, III, IV, che sole hanno un valore reale nelle loro indicazioni, si vede, che i quattro mesi di marzo, aprile, maggio e
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ciascun mese, che occupa la settima colonna del quadro precedente. I numeri di questa colonna furono resi intieramente comparabili fra di loro, riducendoli
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Il parallelismo delle due serie lascia qualche poco a desiderare, prima perché i loro numeri non esprimono la medesima cosa, in secondo luogo perché
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osservazioni d’estate dal 7 giugno al 14 agosto. Questi due gruppi sono bene distinti fra loro, e la distribuzione secondo i mesi è la seguente:
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di osservazione si trovano registrati Tutte le tavole citate per mezzo del loro ordine progressive si trovano raccolte in fine di questa Memoria
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giorni di pioggia effettivamente enumerati nelle 36 decadi dell’anno (non tenendo conto delle decadi incomplete). Questi numeri furono resi tra loro
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(col. IV) per il numero totale dei giorni d’osservazione (col. Ill); la frazione così ottenuta è data nella colonna V, i cui numeri sono fra loro
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anomalistica la frazione di piovosità, si trova che i numeri crescono e decrescono a caso, di guisa che i loro valori perequati di 5 in 5 (colonna VI) non
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normale di 10 giorni, e riescano fra loro comparabili.
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osservate furono escluse da questo calcolo. La proporzione dei giorni sereni, nuvoli e misti, ridotta al medesimo totale di 1000 per render fra loro
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temperatura, mentre la loro ripartizione secondo i mesi dimostra la connessione coll’andamento annuo.
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prima decade. Infatti ripartendo le grandini devastatrici secondo i mesi della loro caduta, si trova:
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di frequenza. Onde avere una idea più precisa della loro distribuzione, noi faremo la perequazione dei numeri della colonna IX, cioè sostituiremo a
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