ricciuto, o cadavere, o uccello in mar veduto, ah dimmi, dimmi che nel ciel dimora. e che tu te 'n dimentichi all'aurora! Non vedi? son pallida, son
crocchio di sorelle, le prime nuove alle vicine stelle, levigato dall'onda cristallina il tuo scheletro lento in mar declina: per diventare in
silenzio d'ignota casetta!. . . Sia piena di rondini, dal mondo difesa, sia bianca e sospesa fra il ciel ed il mar!
; chi sente, al mar dei secoli curvato, l'avvenir ricongiungersi al passato; chi abbandona, oltre il mondo, il crocefisso, non entra in chiesa, ma ti
in lontananza, qualche canzon furbetta e spensierata, o il mar che danza; poi paroluccie tutte vispe e fresche della cara fanciulla allegra e bella
morti gonnellin di legno fatto a pennello, gonnellino di moda eternamente!... Vanne fanciulla, e oblìa nella tempesta delle note e dei salti il mar
l'ebete mondo gli appar giulivo, che ha sulla faccia immobile un punto ammirativo: che i nostri mar son lucidi, le nostre case bianche, e che dell'ali
addormentato, vaghe fila congiunge, e il ciel rinnova; mentre in un mar di scompigliate chiome, soavemente ondeggi e senza sosta, come un visir sul suo camello