messo mi fece conoscere, che se avessi lasciato Reggio si sarebbe ucciso. Invano Paolo, l'amico suo, gli fece osservare che esigeva da me cosa superiore
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stato concesso quello che or veniva vietato a me. Il canonico tentava invano di rattemprarmi il cruccio; non fu possibile. Io mi abbandonava alla più
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; mia madre e le sorelle sborsarono il denaro necessario, ed io, oltre il plico di tutti i rescritti sino allora ottenuti invano, le diedi un
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l'enfiagione dei miei occhi essendo tale da metter paura, dovette suo malgrado astenersene. Il giorno appresso, veggendo che invano si sarebbe attesa la
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