commissione del Governo. — ODOARDO FANTACCHIOTTI di Firenze (n. 1809) gode assai bella fama tra gli scultori toscani. Il sepolcro dell’incisore Raffaello
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evo spuntò l’aurora della nuova civiltà, l'arte bambina promise Raffaello; ma nel passato secolo fatta decrepita, parve invece volesse lasciarsi
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continuo finché visse gli crebbe, lo mandò a Roma e Venezia perchè vi studiasse i prodigi di Raffaello e Tiziano. Tornato di là, dipinse a fresco in
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braccia di Francesco I (1828), poi il Tasso che legge il suo poema ad Eleonora d’Este, Raffaello e la Fomarina, la morte di Atala, Stanislao Pomatowski
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stampa della cappella di San Filippo Neri, e meritano lode quelle ricavale da alcuni quadri della galleria Cerini, e da qualche dipinto di Raffaello. Fu
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Ma quegli che avanzò tutti nell’arte, e meritò di essere annoverato tra i primi incisori d’Europa, è RAFFAELLO MORGHEN (n. a Portici presso Napoli il
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quale non sapresti dire se riuscisse più grande nel disegno o nella incisione, vogliamo dire del ritratto di Leone X di Raffaello, esistente nella
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ragione, il ritratto di Dante da Giotto, e la così detta Madonna del Granduca da Raffaello, opere che non dubitiamo punto asserire egregie e
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del Cardellino e l’altra la Bella Giardiniera, opere insigni di Raffaello, furono da lui incise maestrevolmente a genere finito, e la prima in ispecial
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nella Maddalena da Paolo Veronese, nel Bacio della Reliquia da Andrea, e nella Santa Famiglia da Raffaello, mostrò assai capacità nel maneggiare il
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