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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Trento, 14 febbraio 1912
La voce di Fiemme
Quest’oggi, nonostante il tempaccio e le strade pessime, è venuto qui l’on. D.r Degasperi per riferire agli elettori sull’ultima fase della questione tramviaria. La gente è accorsa numerosissima. Peccato che la sala non ne potesse capire di più. Presentato dal vicecapocomune (il capo è ammalato) l’oratore espose per ben un’ora e mezza la storia e lo stato della questione. Era la prima volta ch’essa veniva affrontata in tutte le sue difficoltà e nei pregiudizi che l’accompagnano. L’uditorio era attentissimo. L’oratore s’introduce determinando anzitutto il carattere della questione. Essa sarebbe solamente economica, qualora i fiemmesi potessero costruire la ferrovia coi propri mezzi. Ma quando si ricorre alla Dieta o al Parlamento per avere i contributi provinciali ed erariali, ovvero si chiede addirittura che la ferrovia venga costruita dallo stato, in questo momento è necessario contare sull’appoggio dei partiti e quindi la questione diventa anche politica. Purtroppo quasi ogni questione economica diventa al Parlamento anche questione politica; anche il contributo alla ferrovia giudicariese venne assicurato ai deputati sotto il ministero Beck non per ragioni economiche ma perché i voti degli italiani erano necessari alla sua maggioranza. Ora la questione di Fiemme è già complessa se la si considera dal semplice punto di vista economico; non v’ha dubbio che commercialmente parlando la linea avisiana, è la più importante, specialmente ora che anche la maggior parte del commercio d’importazione non venne più da Bolzano ma da Trento. D’altro canto è anche certo oramai in base agli ultimi studi di dettaglio che la linea di S. Lugano è più breve e meno costosa. Mentre la prima però passa allo sbocco delle selve della comunità e soddisfa oltre che tutti i comuni fiemmesi (tranne la frazione di S. Lugano) anche l’intiera vallata di Cembra, la seconda, a vista d’occhio, soddisfa agli interessi non di tutti i paesi fiemmesi e tiene conto piuttosto dei passeggeri e dei forestieri che dell’esportazione dei prodotti. Queste difficoltà economiche diventano maggiori quando vengono naturalmente in nesso colla politica. Il deputato di Moena e anche deputato di Moline e Capriana; oltre a ciò per ottenere i contributi deve naturalmente cercare l’appoggio dei deputati delle altre valli o almeno riuscire ad impedire che qualche altro rappresentante di altri interessi metta il suo voto ad una data soluzione della questione tramviaria. Poichè è certo che di fronte al governo basterebbe l’energica opposizione di uno o più deputati dello stesso gruppo per offrirgli il pretesto di non far fuori un soldo. Per Fiemme poi s’aggiunge anche la questione nazionale, la quale, volere o no, sorge da sé, perché da una parte lo sbocco è in terra italiana, dall’altra in terra prevalentemente tedesca. Io non esagero il valore del capolinea. Credo anzi — dice a questo punto l’oratore — che la razza fiemmese s’imporrà al miscuglio italotedesco dei paesi dell’Alto Adige e che del resto un capolinea di confluenza, non troppo vicino ad un grande centro di attrazione non risenta molto dell’ambiente rurale che lo circonda. Quello che va assolutamente evitato nell’interesse stesso di Fiemme e del suo carattere è che la ferrovia diventi uno strumento politico-economico in mano di certi circoli bolzanini. Su questo punto capitale, dice l’oratore, spero che saranno tutti d’accordo. Se la maggioranza della valle per l’impossibile potesse pensare diversamente, egli si dimetterebbe. Il D.r Degasperi si rifà quindi alla conclusione del compromesso, il quale ha avuto lo scopo di eliminare la competizione di Trento e Bolzano, e di fissare il centro di gravità della questione in Fiemme stessa presso la Comunità generale. Le dichiarazioni del governo per il compromesso erano molto serie e, siccome in Austria di simili soluzioni se ne sono attuate parecchie in varie provincie, c’era ragione di sperar bene. Certo queste ragioni erano prevalentemente di carattere politico. Esse vennero meno quando la situazione politica si cambiò, in seguito alle ultime elezioni, in nostro sfavore. Qui l’oratore rifece la storia delle trattative viennesi e di quelle dietali notando che i fiemmesi devono essere grati alla deputazione trentina che per l’interesse della valle mantenne la solidarietà fino all’ostruzione, a costo di gravi sacrifizi per i rispettivi collegi. Il compromesso naufragò per l’agitazione svoltasi nel Tirolo in seguito al comizio di Egna dei 3 gennaio e per la posizione del nuovo governo Stürgkh, il quale rinnegando gli impegni del gabinetto Bienert sotto l’influsso della nuova maggioranza tedesco-nazionale, lasciò in asso la maggioranza italo-cristiano-sociale alla Dieta. L’agitazione della minoranza conservativa tirolese arrivò alla conclusione: prima la Venosta e le sue congiunzioni colla Svizzera, poi la Egna-Moena o Egna—Predazzo. Sulla stazione finale i tedeschi sono ancora in dubbio, ma dalle trattative viennesi e da altre dichiarazioni è risultato che per motivi finanziari vorrebbero che la linea terminasse a Predazzo. Il governo invece si limitò a non rispondere né si né no, ma una tale risposta minatoria equivalse nei suoi effetti ad una negativa. Il governo mantenne il diniego anche di fronte a proposte ridotte. Esso negò il suo contributo per il momento tanto a tutte e due le linee, come a due tronchi di esse, come ad una sola e ad un piccolo tronco per l’altra linea. Gli italiani ammisero già nel compromesso la linea Egna-Moena, e durante le trattative dietali a questa congiunzione avevano concessa la preferenza, i tedeschi dell’opposizione invece non solo non ammisero per ora la linea avisiana, ma addirittura la vollero esclusa per sempre con una prepotenza semplicemente sbalorditiva. La linea migliore è quella che soddisfa due vallate; ma, in ogni caso, nessuna delle due può arrogarsi il diritto di escludere la congiunzione dell’altra. L’oratore illustra qui la posa del borgomastro di Innsbruck che vuole imporre ai fiemmesi non solo il corso della tramvia, non solo la privazione di un’altra congiunzione, ma anche il modo di finanziarla e di amministrarla. Tutte queste trattative del resto diventarono accademiche di fronte al postulato della precedenza della Venosta e delle sue congiunzioni. Dopo quest’esposizione ch’io riassumo molto scarsamente, un giovanotto di qui tentò qualche considerazione, uscendo con certi luoghi comuni, che oramai non hanno proprio ragione di essere. Il D.r Degasperi ribattè felicemente ed invitò i presenti a dichiararsi in forma precisa sulla sua relazione e sull’attività dei deputati trentini alla dieta. Il presidente, dopo alcune parole di ringraziamento all’on. Degasperi, per le sue prestazioni personali, propose di mandare un ringraziamento ed un plauso ai rappresentanti della valle ed a tutti i deputati per l’energia dimostrata in favore di Fiemme, invitandoli a continuare ad insistere perché la tramvia arrivi fino a Moena. Messa ai voti, tutti, meno l’oppositore, alzarono la mano. Il nostro deputato ci parlò poi dell’attività parlamentare e venne infine calorosamente applaudito. Il pubblico l’avrebbe ascoltato volentieri ancora a lungo, se egli non avesse dovuto partire ancora la stessa sera per Tesero.