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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Roma, 10, sera. Presiede il vice-presidente ALESSIO. La sedata comincia alle 14. Dopo alcune interrogazioni si riprende la discussione sullo svolgimento delle mozioni e delle interpellanze sulla mano d'opera e la produzione agricola.
L'on. Cassin.
CASSIN dà ragione dal seguente ordine del giorno: La Camera, convenendo nella necessità che l'indirizzo della politica economica abbia a svolgersi in più diretto contatto con le forze vive del Paese, e non astraendo da esse e del contributo dell’esperienza organizzatrice che esse possano recare allo sforzo che la Nazione si è Imposta per conseguire la vittoria, concida che il Governo provveda ad utilizzare più intensamente le energie economiche nazionali, e passa all'ordine del giorno. Segnala la gravità del problema dei rifornimenti; insiste in modo particolare sulla deficienza del carbone; constata che le soverchie illusioni create dal convegno di Pallanza hanno contribuito ad inasprire la situazione.
Grave errore fu poi quello di creare ogni sorta di ostacoli agli acquisti diretti del privati. Si compiace della nomina del senatore Riccardo Bianchi a commissario generale per i carboni, ed esprime la maggior fiducia nell’opera che sarà per spiegare, quando la sua lesione non sia paralizzata dagli intralci e delle pedanterie della burocrazia.
Espone le dannose conseguenze che ha avuto la riduzione da 40 a 26 lire del prezzo del grano e raccomanda che si intensifichi la coltivazione del granturco, dell'orzo, delle patate e degli ortaggi secchi in genere. Vorrebbe che si sopprimessero completamente i divieti di esportazione da provincia a provincia che hanno prodotto molti danni e nessun vantaggio. Accenna anche ai dannosi effetti prodotti dall'imposizione del calmiere sulle uova e della requisizione. Lamenta la deficienza degli organi dell'amministrazione pubblica in genere pei commercianti e per gli industriali, mentre invece si creano sempre nuovi organi burocratici. Domanda a questo proposito quale funzione abbiano e quale competenza possano avere i commissari per i consumi. Osserva che talvolta il rincaro dei prezzi è stato prodotto dalla concorrenza che si sono fatta tra loro i diversi uffici del Commissariato militare. Invoca a anch'egli una maggiore considerazione pei legittimi Interessi delle popolazioni di montagna. Chiede al di Governo di chiamare a raccolta intorno a sé tutte le energie fattive del paese, e conclude esprimendo la sua incrollabile fiducia nell'esito finale della lotta per cui combattono con tanto valore i soldati d'Italia (vive approvazioni, congratulazioni).
Per la difesa delle navi mercantili.
ORLANDO SALVATORE da ragione del seguente ordine del giorno: La Camera confida
che il Governo con la maggiore rapidità vorrà provvedere che le navi mercantili
italiane siano messe in condizione di efficace difesa contro gli attacchi dei
sommergibili nemici. Quest'ordine del giorno è sottoscritto anche dagli
onorevoli Tedesco, Destefano, Adinolfi,
II ministro dalla Marina.
CORSI, ministro della Marina (segni di attenzione), esporrà alla Camera i provvedimenti che contro i sommergibili delle Potenze centrali sono stati adottati da noi di concerto con le Nazioni alleate per la difesa del traffico marittimo. Per ciò che concerne la difesa delle nostre coste e del nostro mare territoriale sono stati istituiti posti di rifugio; è stato Istituito un opportuno servizio di vigilanza e di difesa e si è provveduto a dar la cacca ai sommergibili che siano segnalati in prossimità delle nostre coste. L'impiego delle reti è reso da noi limitato dalla profondità dei nostri mari. Dichiara che malgrado ciò, però, circa 800 piccole unità prestano da mesi servizio di polizia e guardia nel canale di Otranto. I risultati che abbiamo ottenuti sono soddisfacenti come prova il fatto che, nonostante l'attivissimo movimento marittimo pel trasporto di materiale e di approvigionamenti, il numero dei sinistri è stato minimo. Per la difesa lontana si procede di accordo con le altre Nazioni alleate. La più efficace misura consiste nel mettere le nostre navi mercantili in condizioni da poter spiegare una difesa armata e nell'intensificazione dei collegamenti radiotelegrafici. L'esperienza dimostra che delle navi armate, il 75 per cento è sfuggito al siluramento. In questo numero di navi, che seppero sfuggire al siluramento, figurano per una cifra ragguardevole la nostre navi mercantili grazie al valore delle nostre genti di mare. Non più tardi di questa mattina un piroscafo nostro, l'Alberto Treves, ha saputo valorosamente fuggire all'insidia nemica dopo intenso scambio dì cannonate, (Vivissime approvazioni). Ormai più della metà del nostri piroscafi mercantili è armata e fra breve confido che tutti potranno essere forniti di cannoni e di apparecchi radio-telegrafici. Come mezzo indiretto per le difesa lontana indica il frequente cambiamento di rotta. Se la sicurezza assoluta dei mari non potrà essere così raggiunta del tutto, assicura che tutti i provvedimenti possibili sono stati adottati per ridurre li pericolo al minimo. Per ciò che concerne il Mediterraneo, ogni minaccia è immediatamente segnalata con apposito servizio radio-telegrafico. Si provvederà inoltre a che le navi mercantili viaggino per convogli scortati da navi da guerra, sistema che, da fronte a qualche inconveniente, presenta innegabili rilevantissimi vantaggi. Aggiunge che la difesa adottata dalla marina italiana fu giudicata ottima dallo Stato Maggiore delle marine alleate. Tale organizzazione va ogni giorno migliorando. Il tradizionale valore, lo spirito di abnegazione, l'eroismo delle nostre genti di mare ci affidano che le insidie nemiche non raggiungeranno il loro scopo criminoso. (Vive approvazioni). A questa nostra forte e coraggiosa gente di mare il ministro tributa un sentito vivissimo encomio aggiungendo che il morale del nostri marinai è così alto che è stato inutile militarizzarli: basterà adibire ai singoli piroscafi un piccolo numero di militari per i servizi speciali. Dichiara che per rimunerare questi nostri marinai in vista dei pericoli che vanno sfidando, sono stati, adottati vari provvedimenti che l'oratore espone. Aggiunge che agli equipaggi, che respingono gli attacchi di sommergibili, sono stati assegnati premi. Spera che la Camera ed il paese saranno convinti che il ministro della Marina ha fatto e sta facendo quanto è possibile per fronteggiare il pericolo dei sommergibili; ma il paese deve anche convincersi che si impone la più grande economia non solo nelle spese voluttuarie, ma anche nelle spese necessarie; che diversamente le bandiere alleate non potrebbero sopperire alle necessità del traffico Interoceanico. Afferma che la marina mercantile italiana, assistita dalla marina da guerra e in pieno accordo con le marine alleate, saprà superare la baldanzosa minaccia del nemico, segno sicuro della prossima fatale sua sconfitta. (Vive approvazioni). Sicuro di interpretare il sentimento della Camera manda un cordiale plauso alla marina italiana. (Vivissime approvazioni, vivissimi generali applausi, moltissimi deputati si congratulano con l'on. Ministro).
Il Commissario ai consumi.
Alle ore 16,30 prende la parola il Commissario generale ai consumi, on. Canepa, che siede tra i ministri Raineri e De Nava. L'aula è molto affollata. Sono presenti oltre trecento deputati. Il banco dei ministri è al completo e non tutti i ministri riescono a prendervi posto. Tra l'attenzione della Camera, l'on. Canepa dice che si limiterà a succinte osservazioni e dichiarazioni nella parte che più strettamente lo riguarda, lasciando ai ministri competenti, che parleranno nella prossima settimana, l'incarico di rispondere agli argomenti generali trattati in questa discussione.
Il grano ed il pane.
Entra subito a parlare della questione del grano, questione che si è fatta più
grave per il pericolo dei sottomarini, pericolo grave ma non minaccioso.
Usufruendo del grano che c'è ancora nel paese e coll'importazione si arriverà al
nuovo raccolto, a condizione però che della farina si usi con parsimonia. Nel
paese vi è ancora grano, specialmente nei centri rurali, perché i contadini
previdenti hanno sempre delle scorte. Così avviene in tutti i paesi; cosi è
avvenuto anche in Romania, dove fu detto che i romeni, ritirandosi dinanzi
all'invasione tedesca, avessero distrutto tutti i depositi di grano, ma
nonostante ciò i tedeschi fecero buon bottino rovistando nei centri rurali le
case dei contadini. Occorre però imporsi qualche sacrificio. (Vive
approvazioni). Viene quindi a parlare dell'abburattamento delle farine. Il
problema in sostanza consiste nel produrre la maggiore quantità di pane colla
minore quantità di grano possibile (Commenti), perché del pane non si può
pretendere di farne mangiare alla popolazione una minore quantità. Seguendo
questo concetto, il Governo ha istituito il tipo di pane unico, cioè della
pagnotta militare tonda del peso di 700 grammi. — Voce a destra:
Le questioni della carne e delle zucchero.
L'on. CANEPA viene quindi a parlare della questione della carne e polemizza a
lungo coll’on. Grosso-Campana nel discorso del quale rileva molte inesattezze.
Difende l'opera del ministro d'Agricoltura del Ministero passato, il quale ha
lodevolmente provveduto alla salvezza del patrimonio zootecnico. L'on. Cavasela
ha visto nettamente il problema prevedendo il maggior consumo di bovini adulti
che sarebbe avvenuto per la guerra, poiché, come è noto, l'esercito non consuma
che bovini adulti. Si trattava quindi di far crescere la generazione di vitelli
e a questo provvide il ministro Cavasela, di modo che noi arriveremo alla fine
della guerra avendo salvato il nostro patrimonio zootecnico. Tratta quindi della
questione dello zucchero che scarseggia, ma il Governo si astiene, per ora, dal
seguire il consiglio di quelli che lo vorrebbero incitare a provvedere alla
importazione di esso. Dato lo scarso tonnellaggio di cui disponiamo, è bene
adoperare le nostre navi per i consumi più necessari, come il grano
(Approvazioni). Annunzia a queste proposito il decreto di questa sera che
sopprime completamente il consumo e la vendita dei dolci. (Vivi applausi). Il
provvedimento, oltre ad una grande importanza per i consumi, ha anche una
importanza morale in quanto, mentre la morte falcia tante giovani vite, non è
conveniente, d'altra parte, che il popolo si abbandoni a consumi voluttuari.
(Applausi). Da alcuni è stato lamentato l'eccessivo costo della vita nei
ristoranti. In proposito, il Governo intende provvedere disponendo che nello
stesso momento in cui ogni mattina i proprietari di trattorie debbono sottoporre
all'approvazione dell'autorità la lista delle vivande, essi siano anche
obbligati a farne conoscere il prezzo, che dovrà pure avere il visto
dell’autorità
Calmiere e requisizione.
Difende l'istituto del calmiere che non può far retrocedere i prezzi, ma può soltanto frenarli. Certi calmieri, debbono essere accompagnati anche dalla requisizione. Annunzia che con provvedimento d'oggi è stato calmierato anche l'olio, di cui contemporaneamente si è fatto una larga requisizione. Dice che vagheggia un'altra modificazione all'istituto della requisizione, in parte già da lui attuata in Basilicata, per decentrare più che sia possibile e affidare le requisizioni a quelli che sono meglio in condizione di sapere dove: la merce da requisire si trova. L'on. Canepa continuando il suo discorso dice che ha delegato il presidente del Consorzio autonomo di Potenza a fare requisire il grano di quella provincia, e se l'esperimento sortirà buon effetto, si augura di poterlo estendere anche a tutte le altre regioni. Anche a Torino sarà delegata tale facoltà al presidente del Consorzio granario. (Vive approvazioni). Dice, a questo proposito, che vagheggia una Federazione degli enti autonomi di modo che spera di ridurre le formalità burocratico-militari solo a ciò che si attiene alla tutela dell'ordine pubblico.
La tessera.
Viene quindi a parlare della tessera. Egli è stato accusato di essere il
paravento dei fatti per evitare responsabilità, ma sa non ne avesse avuto il
coraggio, non avrebbe accettato un incarico di così grande responsabilità. Egli
lasciò ai prefetti la facoltà di considerare le particolari condizioni di ogni
provincia, essendo l'Italia un paese con diversità di bisogni da regione a
regione. Vi sono piuttosto due vie per preparare provvedimenti unici e cioè
servirsi della propaganda e dell'esempio fra le popolazioni. (Vive
approvazioni). Intorno all'organizzazione della tessera afferma che egli
preferisce il sistema decentrato. A Roma ci sarà una Commissione centrale alla
quale faranno capo le varie Commissioni che saranno nominate nelle varie
Provincie.
Congedo senza perorazione
Il Congresso convocato pel 16 aprile.
Washington, 10.
Il Governo armerà immediatamente alcune navi mercantili che si recano nella zona del sottomarini. Si ritiene che, terminati gli accordi preliminari, le navi saranno pronte a partire molto prossimamente. Il Governo non pubblicherà il nome delle navi che armerà. Wilson firmò dal suo letto il decreto che convoca il Congresso pel 16 aprile ed ordinò immediatamente al Dipartimento della Marina di armare le navi. Il Presidente, nel decidere tali misure, fu sostenuto da tutti i membri del Gabinetto. I cannoni destinati ad armare le navi sono riuniti nei cantieri navali dell'Atlantico. Il Dipartimento della Marina chiederà ai giornali di non dare informazioni sull'armamento ed ha già chiesto alle Compagnie telegrafiche di sopprimere tutte le notizie relative alle navi che traversano l'Atlantico.
Il segretario di Stato Lansing e l'Attorney generale Gregory dichiararono ambedue che il presidente Wilson possiede la piena autorità per armare le navi mercantili sia che voglia agire immediatamente sia che voglia chiedere l'autorizzazione in una sessione speciale al Congresso. Il Governo venne avvertito ufficialmente che il Messico è in comunicazione radiotelegrafica diretta colla Germania e ordinò un'inchiesta. Le truppe dei Governo cubano ripresero il sopravvento a Santiago. Questo fatto, insieme alla caduta dell'ex-presidente Gomez, segna la repressione definitiva della rivolta.
Un nostro dispaccio particolare da Parigi, 10, reca: TI «New York Herald» riceve da Washington: II voto della legge limitante i dibattiti del Senato sembra indicare che il Congresso sarà prossimamente convocato in sessione straordinaria. Il « Journal » ed il « Petit Parisien » danno anche la data della nuova convocazione che sarebbe il 16 di aprile. L'« Agenzia Radio » afferma che l'organizzazione dell'emigrazione dei tedeschi al Messico ha assunto un carattere militare incontestabile. Ufficiali della riserva tedeschi Inquadrano il grosso delle truppe e distribuiscono ordini e denaro. Gli emigrati sono ripartiti in gruppi, secondo un piano prestabilito, nelle varie città messicane assegnate loro come residenza provvisoria. Il Messico fa preparativi e tra l'altro ha creato di sana pianta l'organizzazione dell'aviazione. Il dottor Shoubersky, capo della trama destinata a sollevare gli indiani avrebbe avuto a sua disposizione, anche secondo l'«Agenzia Radio», la somma, venutagli dalia Germania, di 125 milioni.
Londra, 10, mattino.
Ampi commenti fa la stampa inglese sul rapporto della Commissione d'inchiesta sulla spedizione dei Dardanelli. Il Times dice che esso costituisce non solo una testimonianza delle origini di un tentativo gigantesco fallito, ma, poiché anche incidentalmente passa in rivista spassionatamente tutto il metodo di condurre la guerra che prevalse in Inghilterra durante i primi otto mesi di conflitto, ed invero anche fino a poco tempo fa, costituisce un grande documento e, pei fini pratici della guerra, è di gran lunga il più importante fra i documenti noti finora. Durante il periodo esaminato dal rapporto, cioè sino alla fine del marzo 1915, il potere deliberativo per ogni azione di guerra era praticamente in mano di tre uomini: Asquith, Kitchener e Churchill, i quali ricorrevano per consultarsi ad un Consiglio di guerra composto di ventidue membri, fra ministri e uomini tecnici.
Il Times, continua: I partigiani dell'attacco combinato da terra e dal mare, qualora l'attacco navale semplice fallisse, ebbero per argomento principale la perdita del prestigio. In caso dell'abbandono dell'impresa. Il 18 marzo ebbe luogo un grande attacco navale colle gravi perdite conosciute. Cinque giorni dopo il Consiglio di guerra abbandonava, contro l'opinione di Churchill, il progetto di forzare gli Stretti e decideva l'attacco con forze di terra che doveva terminare poi in uno scacco anche più grave. Dopo aver così riassunto i fatti accertati dal rapporto della Commissione, il Times dice che la principale responsabilità deve attaccarsi a Churchill come promotore dell'impresa; lord Fisher come tecnico della più alta autorità sembrò, aver difettato di risolutezza nei suoi consigli e Kitchener pare non si sia reso conto meglio dei suoi colleghi della realtà dello svolgersi degli avvenimenti ed egli pure è responsabile del disastroso ritardo nell'attacco combinato. Quanto al primo ministro, sul suo capo debbono ricadere le responsabilità più gravi. Le sue qualità conciliative si rivelano nel candore stesso della sua testimonianza e nella fiducia che egli produceva nei colleghi, ma non si può dire che queste siano le migliori qualità di un uomo di Stato alla testa di una grande nazione in tempo di guerra.
«Ora — dice il Times — questo stato di cose è finito ed il rapporto sulla spedizione ai Dardanelli gli impedirà di rivivere. D'altronde da due anni a questa parte i metodi nel condurre la guerra sono talmente mutati che il rinnovarsi di quegli eventi sembra impossibile come il realizzarsi di un sogno caotico. Ora nei due grandi dicasteri militari esiste una vera combinazione di capi politici, saggi, che riconoscono i limiti imposti loro, e di consiglieri tecnici di primo ordine che non esitano a dire a voce alta il loro parere ». La stampa liberale è d'opinione che il rapporto della Commissione è incompleto perché esamina soltanto una parto degli avvenimenti e perché porta soltanto frammenti, di prove dei fatti che esso asserisce e condanna. Sta bene fare un'inchiesta su un'impresa cosi disastrosa come quella dei Dardanelli, sta bene pure farla col massimo rigore ed al più presto possibile, perché più si ritarda e più i testimoni possono venire a mancare come nel caso disgraziato di lord Kitchener: ma la pubblicazione dei risultati, quando ancora sono Incerti e incompleti, non giova a nessuna causa.
La tattica dell'Opposizione - 78 voti di maggioranza.
Parigi, 10.
Al momento del voto sull'ordine del giorno, Klotz, presidente della Commissione militare, rimprovera il Governo di non avere una politica economica e dichiara che non può accordare la sua fiducia. Klotz afferma che le Commissioni, specie quella del bilancio, moltiplicarono i loro passi presso il Governo perché prendesse misure per i rifornimenti in tempo utile.
Il presidente del Consiglio Briand, rispondendo, chiede alla Camera di
pronunciarsi nettamente fra il Governo e coloro che periodicamente lo attaccano.
Briand si duole delle correnti di malcontento malgrado i voti di fiducia esistenti, anche dopo le precedenti discussioni. II Governo vorrebbe realizzare intorno a sé stesso l'accordo di tutte le buone volontà nell'ora in cui non dovrebbe esservi nella Nazione e nel Parlamento né maggioranza né minoranza. II Governo si sente impotente a raggiungere questo risultato; è doloroso constatarlo nelle presenti circostanze.
La Camera deve dire nettamente se il Governo ha fatto il suo dovere o se deve fare posto ad altri. La Camera respinge poscia con 256 voti contro 178 l'ordine del giorno David, respinto dal Governo. L'ordine del giorno Bender, accettato dal Governo, esprimente fiducia nel Ministero per assicurare i bisogni vitali con una organizzazione metodica e razionale di tutte le riserve del paese, alla prima votazione non raccoglie il numero legale. Dopo una sospensione della seduta, la Camera approva con 296 voti contro 1 l'ordine del giorno di fiducia. La seduta è quindi tolta.
(Ag. Stefani).
Come avvenne il voto
(Servizio speciale della Stampa).
Parigi, 10, sera. La Camera dei deputati chiuse ieri sera con un voto politico la discussione di carattere economico, che durava da tre giorni, sulla deficienza delle riserve di grano, carbone, foraggi, ecc., ecc. Il dibattito sino all'ultimo momento non sembrava dovesse esorbitare dai limiti di un dibattito economico. Solo alla fine della seduta, rapidamente, prese un carattere essenzialmente politico. Dopo il discorso del ministro degli approvigionamenti sen. Herriot, l'assemblea stava per votare un ordine del giorno anodino, quando Klotz, presidente della Commissione del bilancio, la più importante delle Commissioni parlamentari, venne a sollevare la questione della politica generale del Governo. Briand gli rispose con una breve ma energica improvvisazione. L'opposizione, che appariva pronta alla battaglia, gli fece un'accoglienza estremamente ostile. Il capo del Governo fu apostrofato violentemente e abbandonò la tribuna in mezzo ad un silenzio impressionante.
Si passò al voto. Con una prima votazione la Camera respinse, come già sapete, con 256 voti contro 178 la priorità a favore d'un ordine del giorno di sfiducia nel Gabinetto presentato, da Ferdinand David, ex-ministro dell'agricoltura, che Briand aveva associato ultimamente al suo gabinetto come direttore della mano d'opera agricola e che bruscamente si era un mese fa dimesso. Dinanzi a questo primo risultato, gli oppositori trionfarono rumorosamente. Era la prima volta difatti che una minoranza così importante si affermava contro il Gabinetto e per la prima volta anche la maggioranza scendeva ad una cifra così bassa.
Nella seconda votazione su un ordine del giorno di fiducia gli oppositori adottarono una tattica nuova: fecero il vuoto intorno al Governo. Così Deschanel, che presiedeva, dovette annunciare che il numero legale mancava. Nei corridoi si apprendeva che l'ordine del giorno di fiducia aveva ottenuto soltanto 273 voti contro 3. Oltre 900 deputati erano presenti. L'opposizione in massa si era dunque, astenuta. Durante tre quarti d'ora si poté credere che il Ministero fosse in pericolo. Dopo una breve sospensione ebbe luogo una terza votazione. Questa volta il numero legale venne raggiunto. L'ordine del giorno di fiducia venne approvato con 296 voti contro uno. L'opposizione era ancora una volta battuta.
Stamattina i giornali sono estremamente parchi di commenti. Hervé si limita a notare che la minoranza antiministeriale si trova notevolmente rafforzata e ne dà la colpa ai numerosi difensori aperti o nascosti degli spacciatori di alcool, che Briand minaccia con la sua riforma radicale, che si trovano alla Camera.
O. R.
Particolari della seduta.
Parigi, 10. notte.
È il discorso pronunciato dal signor De Monzie che ha dominato la seduta di ieri nella discussione sulla situazione economica. Discorso sostanziale avente a volte — per non dire sempre — le andature di una requisitoria di una forma elegante, ma che avrebbe guadagnato senza dubbio ad essere accorciata. I tempi severi annunciati al Senato dal ministro del vettovagliamento sono venuti — dica in sostanza il signor De Monzie — e ancora è da reclamarsi dal Governo un programma economico ed un piano. La situazione attuale era preveduta. Nel febbraio 1912 Fernad David constatava la carestia del grano. Aggiungeva che si poteva ancora scongiurarla. Ciò sorprese il pubblico, giacché nell'ottobre 1910, Clementel, ministro del commercio, dichiarava che aveva preso le misure permettenti di considerare l'avvenire con tranquillità.
La situazione, di poi, è singolarmente mutata. Dipende dai torpedinamenti? De
Monzie non lo crede. Si sarebbe scombussolato il sistema dell'intendenza? Il
fatto certo è che noi avremo difficoltà a raggiungere il nostro raccolto. In
ogni maniera, il nostro vettovagliamento sarà subordinato ai nostri trasporti,
marittimi.
Siccome non si è nulla previsto, si cerca, di riguadagnare il tempo perduto. Si
prendono tardivamente delle misure inefficaci; si prendono precipitosamente
delle misure troppo brusche.
—
La crisi del carbone conduce tosto,
—
L'Aja, 10, notte. La Germania informò le autorità olandesi che a datare dall'11 corrente garantisce alla navigazione olandese la sicurezza assoluta nella striscia di Mare dal Nord dall'Olanda alla Norvegia. (Stefani)
I corrispondenti dell'Aja descrivono a cupi colori le condizioni disastrose
dell'Olanda; privo già da due settimane del suo rivettovagliamento marittimo, il
piccolo regno non può più differire il regolamento dei nuovi scambi alimentari
con la Germania. Si aspettano in Olanda 300.000 vagoni, di carbone vestfaliano
in pagamento del bestiame e delle patate la cui esportazione eccessiva provoca
ora nei Paesi Bassi una paradossale carestia. Il Governo tedesco ha offerto di
consegnare lo stock di carbone dovuto a condizione che l'Olanda ne assicuri il
trasporto coi propri mezzi; ma a questo punto appare una nuova minaccia: la
navigazione interna è bloccata dai ghiacci e l'Olanda per avere il carbone
dovrebbe mandare in Germania vagoni e locomotive di cui non ha che scarsa
disponibilità; ma rischia, mandando una parte del suo materiale ferroviario in
Germania, di compromettere la concentrazione eventuale delle sue forze e di
portare benevolmente
È destino di questa guerra di frugare nei vecchi magazzini della storia per riportarne fuori tutti gli attrezzi dimenticati, mostrando quanto abbiano ancora, sotto la polverosa apparenza di utile e di vitale. Mettendo a scompiglio il vecchio mondo, la guerra che oggi si combatte ha rinfrescata la memoria delle più antiche vicende, ha rimesso in onore luoghi e popoli giacenti nell'oscurità, ha confermato nel modo più inatteso la continuità di certi problemi morali, economici, strategici e l’inesorabilità di certe leggi alle quali la infinita novità della scienza e della tecnica moderna sembravano aver portato un colpo mortale.
Attraverso tanti profondi cambiamenti di concetti e di metodi, si è visto, con generale sorpresa, che le grandi linee degli avvenimenti storici si intersecano ancora, press'a poco, negli stessi punti, e che le città a le regioni già celebri da secoli o da millenni per i grandi urti di popoli usciranno da questo conflitto con una fama rinnovellata, mentre altre località meno favorite, altre genti meno predestinate alla storia, corrono il rischio di restare oscure chi sa per quanto tempo ancora, se non forse per sempre... Il Belgio e la Polonia, i Campi Catalani e la Balcania hanno sempre offerto i più comodi « rendez-vous » agli eserciti ansiosi di sgozzarsi in immortali duelli. Un solo campo di battaglia tradizionale non è stato e non sarà, confidiamo, rimesso in valore dalla presente guerra, ed è là pianura padana, tra il Ticino e il Mincio; che resterà nostra fortuna, l’eccezione destinata a confermare la regola.
Tornando indietro con lo sguardo nella storia, alle origini della civiltà da noi conosciuta, constatiamo la grande importanza di quella regione dell'Asia, che due fiumi gemelli, l'Eufrate e il Tigri, solcano col loro corso bizzarro. Senza fare della facile erudizione, ma per meglio spiegare il valore militare degli avvenimenti, che ivi si stanno svolgendo, ricordiamo al lettore che i destini di tutta l’Asia occidentale furono sempre decisi dalle grandi battaglie combattute in Mesopotamia, non solo perché questa è sempre stata preziosa e ambita conquista, a causa della sua fecondità, almeno potenziale (il dominio turco l'ha fatta scomparire in gran parte), ma perché il dominio di quel Tratto di pianura percorso dai due fiumi è indispensabile per mantenere le comunicazioni tra i quattro mari circostanti: Mediterraneo, Mar Nero, Caspio, Golfo Persico. La costituzione fisica del paese, non alterabile da nessun artificio dalla civiltà, rende palmare, mediante un semplice esame della carta, il motivo dell'importanza politica e strategica della Mesopotamia.
Tutte le regioni litoranee sono montuose, e ciascuna ai esse graviterebbe penosamente sopra un solo dei suddetti mari, e farebbe parte da se stessa, se attraverso la Mesopotamia mota riuscisse a tenere il contatto con le altre regioni similari. Ciascuna regione sarebbe rimasta nei secoli militarmente debole e priva di risorse se non avesse volta per volta partecipato alla vita d'un organismo unico, o di poche grandi formazioni politiche, le cui parti confluivano verso un centro, che era appunto la Mesopotamia. L'esistenza di questa grande pianura, segnata da due importantissime vie d’acqua, ha impedito che un deserto quasi Insormontabile dividesse il mondo mediterraneo dal mondo iranico, separasse irreparabilmente la Siria dalla Caldea, l'Asia Minore dalla Media, l'Armenia dalla Persia, e infine la Grecia dall'India. Tutte le grandi conquiste in Oriente culminarono nella fase mesopotamica. Gli assiri non si credettero padroni dell'Asia Occidentale finché non furono discesi nella valle dell'Eufrate; Ciro il Grande sciolse in Babilonia il suo voto di fondatore dell'Impero Persiano, che aveva preso il nome da una oscura regione montuosa del mezzogiorno; Dario tracciò la grande strada da Susa a Sardi per potere rapidamente spostare i suoi eserciti dall'uno all'altro punto vitale dell'immenso dominio; Alessandro ebbe partita vinta sull'ultimo re di Persia quando con la vittoria di Arbela ne ricaccio le torme verso i monti tagliandole fuori dalla pianure, unica base di comunicazione e dì rifornimento. Fu probabilmente perché i Romani — popolo dal tutto mediterraneo — non vollero o non seppero assicurarsi il possesso della Mesopotamia che le loro conquiste stabili non si estesero mai al di là della Siria e della Cappadocia e che il regno dei Parti segnò un limite perenne alla estensione dell'Impero, in modo assai sproporzionato alla effettiva potenza di codesti nemici. Nel Medio Evo la Mesopotamia ridivento il focolare della civiltà, e da Bagdad veniva offerto all'occidente, sbriciolato dal disordine del regime feudale, un notevole, esempio di organizzazione unitaria e • di sapienza amministrativa quale non si sognava a Parigi : Haroun al Rascid anticipò di otto secoli il Re Sole e il gran visir Giafar aperse la strada ai sistemi di Richelieu e di Colbert. La civiltà mussulmana decadde con l'allontanarsi dalla Mesopotamia, quando i Turchi spostarono il centro della vita islamica a Costantinopoli, città consacrata ad un destino d'inutile bellezza e di aridità, simbolo di tutte le decadenze.
Oggi l’
È nota la storia delle ambizioni tedesche in Oriente, che si riassumono nella
cronaca delle costruzioni ferroviarie attraverso l'Asia Minore e la Mesopotamia.
La stessa campagna balcanica, più che lo schiacciamento della Serbia, ebbe per
fine l'apertura del famoso «corridoio» dall'Europa Centrale all'Asia, e la
congiunzione di Amburgo con Bagdad (i più sfegatati pangermanisti dicono: di
Anversa, oppure di Calais con Bagdad). La capitale della Mesopotamia simboleggia
comunque, il miraggio delle velleità imperialistiche della Germania e resta il
punto più importante, il nome rappresentativo della loro grande opera tecnica e
politica in quel lontano paese. I tedeschi hanno studiato la storia, e ne hanno
dedotto alcuni concetti semplici e poderosi che mette conto conoscere per
poterli sventare o almeno ridurre a più equa proporzioni. Essi da lungo tempo
hanno visto tutta l'importanza di quella regione che pareva sepolta sotto le
sabbie e sotto la dimenticanza, ma che resta pur sempre il punto d'incrocio
obbligatorio delle grandi strade fra i quattro mari: siano esse semplici
sentieri carovanieri, siano vie costruite da satrapi o da visir, siano lucenti
Ma anche l'Intesa, che quasi sempre ha stentato tanto a comprendere i piani germanici, in questo caso s'è accorta subito del pericolo contenuto nel programma di conquista della Mesopotamia, non già per le risorse agricole o commerciali dei paesi, pure non disprezzabili, ma per il dominio che esercita su metà dell'Asia chi riesce a insediarsi solidamente fra il Tigri e l'Eufrate. Tanto gli inglesi che i russi corsero alla parata. Si può dire francamente che la sola campagna condotta dagli inglesi, sino da principio, con chiara visione degli scopi da raggiungere e della loro entità, è stata quella di Mesopotamia. Lo scacco dello sventurato Thowsend non prova nulla in contrario: la deficienza fu, in quel caso, di mezzi soltanto, e forse anche di prudenza da parte del valoroso generale, il quale si credette lecito di fare un colpo di forza, attaccando i turchi a Ctesiphon con un esercito stanco dalle lunghe marcie attraverso il deserto e mediocremente provvisto di artiglierie o di munizioni. Respinto, dovette ripiegare in fretta fino a Kut-al-Amara, dove si rinchiuse per capitolare dopo una lunga e ostinata resistenza. La battaglia di Ctesiphon rassomiglia un poco a quella di Adua, e dimostra ancora una volta la difficoltà di battere un nemico valoroso e numeroso quando si è molto lontani dalle proprie basi e congiunti con queste solo con sottili e vulnerabili linee di comunicazione.
Ma agli inglesi, pratici di guerre e di disgrazie coloniali, è bastato l'animo di preparare la rivincita. È strano piuttosto che i turco-tedeschi non l'abbiano prevista e impedita, perché il vantaggio, fino a qualche tempo fa, restava dalla loro parte. Lo sbarramento del Tigri a Kut-al-Amara appariva solidissimo, e l'aver lasciato che gli inglesi la facessero cadere con un doppio attacco sulle ali dimostra una inverosimile insipienza da parie del comando ottomano. Oggi la situazione dei turchi è assai critica, perché le mosse degli inglesi avendo acquistato una perfetta coordinazione con quelle dei russi nella limitrofa regione persiana, hanno anche raddoppiato di efficacia e di sicurezza. Le due avanzate, che si svolgono in direzione perpendicolare l'una all'altra, acquistano una forza irresistibile, perché le forze dei turchi disposte sul confine persiano si trovano minacciate alle spalle dagli inglesi che risalgono il Tigri; mentre la marcia degli inglesi è facilitata dal fatto che i turchi non possono assalirli sul fianco destro, perché la pressione russa li costringe a mantenere il loro fronte rivolto verso oriente. La conclusione è che la linea di difesa turca si ripiega rapidamente come intorno a un perno.
Per comprendere meglio le ragioni di questa ritirata, si tenga d'occhio la disposizione degli eserciti in codesto scacchiere. Dopo la perdita di Erzerum e di Trebisonda, i turchi hanno formato una specie d'anello intorno alla media Armenia, per impedire uno straripamento dell'invasione russa verso le alte valli dell'Eufrate e del Tigri, che li avrebbe presi a tergo, costringendoli a evacuare senz'altro tutta la Mesopotamia. Infatti l'avanzata russa in Armenia è stata più o meno fermata. Di là, girando sotto il lago di Van è il lago di Urmia, il fronte turco seguiva la linea dello alte montagne del Kurdistan e del Lucistan, spingendosi fino all'altezza di Hamadan (l'antica Ekbatana), sbarrando così il passo alle altre forze russe provenienti non più dall'Armenia, ma dalla Persia e alimentate dalla grande strada Tabris-Kaswin-Teheran. Infine l'esercito turco detto dell'Irak difendeva Bagdad. Abbiamo visto come la resistenza di questi due ultimi fronti sia strettamente connessa, perché qualsiasi principio di rottura d'un fronte equivale a una minaccia d'aggiramento alle spalle dell'altro.
L'avanzata degli anglo-indiani al comando del generale Maude è nella mente di
tutti. Le sue fasi sono chiarissime e recenti. Aiutato da un’attiva circolazione
di zattere e rimorchiatori lungo il Tigri, codesto corpo di spedizione si è
spinto sotto Kut-al-Amara, ha forzato il passo del fiume a monte e a valle del
campo trincerato, ne ha cacciato i turchi, han proseguito a marce forzate verso
il nord, respingendo le scarse retroguardie nemiche e facendo lungo la rapida
marcia un immenso bottino. Nessuna resistenza è stata questa volta opposta dai
turchi intorno alle rovine di Ctesifonte. Ciò rivela o la incapacità assoluta di
difndere Bagdad, oppure un misteriosa
Meno seguita dal pubblico, ma altrettanto interessante è l'Avanzata russa in Persia, che si è molto avvantaggiata dagli avvenimenti di Mesopotamia. Infatti l’estrema destra dei turchi, spinta fino oltre ad Hamadan, restava campata in aria non appena gli Inglesi ebbero oltrepassato il parallelo di Kut-al-Amara. Codetta ala Indietreggiando per avvicinarsi alle sue basi ha scoperto Kengower. Tanto Hamadan quanto Kengower sono state occupate immediatamente dai russi. Ma la ritirata turca deve continuare, perché tutta la via da Bagdad ad Hamadan è ormai priva d'ogni sicurezza per essi, avendo perduto i due punti d'appoggio all'estremità e attraversando, nella zona centrale, un territorio montuoso quasi privo di risorse. Bisogna dunque prevedere anche lo sgombro di Kermansciah. Questa città si trova a mezza strada fra Hamadan e Bagdad, sull'antico confine dei venerabili regni di Assiria e Media. Se i russi possono insediarsi saldamente a Kermansciah, il loro congiungimento con gli inglesi non è che questione di tempo, e forse di non molto tempo. Infatti la linea turca, restando ferma sulle montagne fra i laghi di Van e di Urmia, deve continuare la ritirata dell'ala destra, muovendosi come il battente d'una porta che si apre dal di fuori al di dentro e lasciando libero l'ingresso: il secondo ingresso alla Mesopotamia.
Il disastro per i turchi sarebbe così grave, che non possiamo crederlo imprevisto, e non dobbiamo illuderci sopra la possibilità d'una ripresa da parte, dell'esercito ottomano. Perdendo la Mesopotamia, l'impero turco, e quello tedesco che gli sta alle spalle, si trovano minacciati d'imminente soffocazione; il sogno asiatico è distrutto e lo stesso possesso dell'Asia Minore pericola. Tutto questo non può avvenire cosi tranquillamente. I turco-tedeschi preparano già, forse, a quest'ora una controffensiva, per la riuscita della quale contano anche sulle difficoltà naturali del paese, dove l'avanzata è necessariamente penoso, tanto più che l'estate si avvicina coi suoi calori eccessivi, la sete e le malattie epidemiche. La conquista degli anglo-russi non è dunque terminata: essa entra anzi nella sua fase culminante. Tuttavia è grande merito dei loro capi averla condotta così a buon punto; una reazione turca non potrà che aggiungere Interesse all'impresa, mentre servirà ad alleggerire i fronti europei, dove parecchie divisioni turche combattono a fianco degli austriaci e dei bulgari. Ignare di quanto avviene nelle pianure dove fu Babilonia.
Dalla Somme alla Mosa.
Parigi, 10.
Il comunicato delle ore 23 di ieri dice:
Nella regione di Crapeau-Mernil, a sud di Roye, e presso Auberive nostri distaccamenti sono penetrati in parecchi punti nelle trincee avversarie, ove sono state compiute importanti distruzioni. In queste azioni abbiamo fatto una ventina di prigionieri. Nel settore di Maisons-de-Champagne i tedeschi hanno a tre riprese lanciato violenti contrattacchi sulle posizioni da noi riconquistate, ieri. I nostri tiri di sbarramento e i fuochi di mitragliatrici hanno dovunque infranto gli sforzi dell'avversario, che ha dovuto ritirarsi, lasciando gran numero di cadaveri sul terreno. Da parte nostra abbiamo compiuto progressi durante la giornata e preso altre trincee a nord della strada e della collina di Le Memil-Maison-de-Champagne. La cifra totale dei prigionieri da noi fatti ascende a 170, di cui quattro ufficiali. Lotte di artiglierie abbastanza attive nelle regioni del bosco di Cheppy Malancourt e del bosco di Caurières.
Il comunicato ufficiale delle ore 15 dice:
A sud dell'Avre abbiamo effettuato nella giornata di ieri vani colpi di mano, che ci hah permesso di infliggere perdite al nemico e di ricondurre prigionieri. Ad est di Armancourt nostri distaccamenti penetrarono nella terza trincea tedesca, completamente sconvolta dai nostri tiri di artiglieria. A nord-est di Soissons verso Cruy in un'incursione nelle linee tedesche facemmo una decina di prigionieri. Due tentativi nemici su nostri piccoli posti nella regione di Reims fallirono sotto i nostri fuochi. In Champagne la notte fu contrassegnata da una lotta accanita. In alcuni punti del fronte, alla collina di Leuvesville, a Maison de Champagne, i tedeschi tentarono a più riprese di riprenderci le trincee da noi conquistale. Alla sinistra del settore, dopo alternative di avanzata e di indietreggiamento, abbiamo infine ricacciato il nemico e compiuto progressi. Sulla destra del settore i tentativi dei tedeschi sono stati infranti dai nostri fuochi ed abbiamo mantenute tutte le nostre posizioni. Sulla riva destra della Mosa i tedeschi attaccarono nuovamente le trincee da noi ripresi a nord del bosco di Courières. Nostri contrattacchi immediati ricacciarono l'avversario da qualche elemento di trincea, ove era riuscito a penetrare. Nulla da segnalare sul resto del fronte.
Londra, 10. Un comunicato del maresciallo Haig, in data di iersera, dice: Ieri sera dopo un violento cannoneggiamento i tedeschi fecero cinque incursioni contro le nostre trincee a nord di Wulwerghem e rinnovarono stamane di buon'ora l'attacco con quattro distaccamenti. Uno solo di essi riuscì ogni volta a penetrare nelle nostre trincee, gli altri furono respinti. I tedeschi lasciarono prigionieri nelle nostre mani. Mancano da venti a trenta dei nostri uomini.
A sud di Biaches riuscimmo di nuovo a penetrare seul fronte tedesco. Dopo avere danneggiato i ricoveri e inflitto numerose perdite, il nostro distaccamento ritrovò con prigionieri e con due mitragliatrici. La nostra artiglieria ha bombardato le posizini tedesche in vicinanza di La Bassée.
COMANDO SUPREMO, 10.
In Valle di Travignolo la notte sul 9, durante una forte tormenta, un reparto nemico riuscì di irrompere in una nostra posizione avanzata sulle pendici meridionali di Cima di Bocche. Fu subito ributtato da un nostro contrattacco. Nella giornata del 9 consuete azioni delle artiglierie. La nostra eseguì efficaci concentramenti di fuoco, centro la stagione di Santa Lucia di Tolmino e nel settore di Castagnevizza.
CADORNA
Copenaghen, 10. - Il Governo ha sequestrato gli stocks di frumento di provenienza estera, superiori a 10.000 chilogrammi, per farne la ripartizione.
Sul fronte russo-romeno.
Lo Czar al Quartier Generale.
Pietrogrado, 10.
Un comunicato del Grande Stato Maggiore dice: Sul fronte occidentale l'8 corrente, in direzione di Milau, nella regione di Olay, dopo una preparazione di artiglieria, il nemico, forte di circa due compagnie, prese l'offensiva, ma fu respinto dal nostro fuoco nelle sue trincee di partenza. Sul rimanente del fronte fuoco reciproco e ricognizioni di esploratori.
Sul fronte romeno l'8 corrente l'avversario attaccò le nostre posizioni a nord-ovest di Okna e si impadronì di tre alture. Le nostre truppe hanno contrattaccato. Abbiamo respinto gli attacchi del nemico ad ovest di Okna ; sul resto del fronte fuoco di fucileria.
Sul fronte del Caucaso, in direzione di Sivas, a quaranta verste a nord-ovest di
Un dispaccio «Stefani» annuncia; L'Imperatore arrivò ieri al Quartiere Generale, ove fu ossequiato, tra gli altri personaggi dal generale Alexleff, capo del Grande Stato Maggiore. Lo Czar espresse al generale la sua soddisfazione nel vederlo ristabilito dopo la sua malattia e ritornato alle sue funzioni.
625 annegati e 203 scampati.
Capetown, 9.
Il primo ministro, generale Botha, ha annunciato al Parlamento sud-africano che il trasporto Mendi, che trasportava l'ultimo contingente di lavoratori sud-africani per la Francia si avvicinava il 21 febbraio alla costa francese, dirigendosi a Le Havre, quando, a causa della nebbia, ebbe un urto con un altro vapore ed affondò in 25 minuti. Perirono 625 uomini, fra cui 10 europei e ne furono salvati 203 fra cui 12 europei. (Stefani).
(Servizio speciale della Stampa).
Parigi, 10, sera.
Il rinvio indefinito della conferenza dei socialisti dei Paesi alleati è oggi ufficiale. La Commissione amministratrice permanente dei socialisti francesi che aveva assunto il compito di organizzare il convegno, pubblica stamattina nell'Humanité un lungo ordine del giorno in cui sono esposti i motivi della nuova determinazione. Ve li riassumo. Le tre Sezioni socialiste alleate della Polonia, della Romania della Serbia, i cui Segretariati sono rimasti nelle regioni occupate dagli austro-tedeschi, non poterono ricevere l'Invito. Cinque altre organizzazioni regolarmente costituite in partiti, nella Finlandia nell'Africa del Sud, nel Canada, nell'Australia e nella Nuova Zelanda, non hanno risposto alle circolari ed ai telegrammi, inviati allo stesso scopo. I socialisti portoghesi hanno dichiarato di non poter inviare nessuna rappresentanza diretta. Cosicché solo cinque gruppi organizzati, senza parlare dei socialisti francesi, si sono mostrati disposti ad accogliere l'invito.
La Commissione ricorda qui le riserve del socialisti ufficiali Italiani e quelle formulate dal British Socialist party, chiedenti l'esclusione dei delegati del National socialist party, ed infine le riserve analoghe indipendenti del Labour party. Certe dichiarazioni pubblicate del partito democratico socialista russo che ha per capo Leskine, e dal partito democratico socialista di Russia, avente a capo Axelrod pubblicate l'una e l'altra dai giornali svizzeri, sono parse alla Commissione francese inammissibili e suscettibili di rendere sterili sin dal primo momento i dibattiti. Alla fine è giunto il rifiuto formale di partecipazione del Labour party, l'organizzazione operaia socialista più numerosa della Gran Brettagna, come anche il rifiuto del National socialist party. Innanzi a tanti ostacoli materiali e viste le difficoltà dì giungere ad un'intesa, indispensabile per il funzionamento regolare di una conferenza veramente rappresentativa di tutte le forze socialiste organizzate degli alleati la Commissione ha deciso di rinviare la conferenza a miglior tempo. Il rinvio fu votato all'unanimità da tutti i commissari rappresentanti la maggioranza, come la minoranza del socialisti francesi.
D. R.
Roma, 10, sera.
Il Giornale d'Italia pubblica: «Nel 1916 non si esportarono dall'Inghilterra all'Italia che 5.710.000 tonnellate di carbon fossile, mentre nel 1915 se ne erano esportate 5,788,460 tonnellate: nel 1914 tonnellate 8.625.000 e nel 1913 tonnellate 9,667,160. Dal 1913 al 1916 l'esportazione di carbone fossile dall'Inghilterra per l'Italia è dunque diminuita di 3,937,062 tonnellate.
Cronaca Cittadina
A proposito della discussione avutasi giorni or sono in Consiglio comunale sull'allacciamento della Torino-Rivoli con la ferrovia di Modane, il sindaco di Avigliana ci comunica la lettera seguente, da lui trasmessa al senatore Palberti, presidente del Consorzio di quella linea elettrica:
«Il Consiglio Comunale di Torino discutendo, in sua seduta del 26 febbraio p. p. sui confortanti risultati delle gestione della ferrovia Torino-Rivoli, ha espresso e favorevolmente sanzionato il voto che niuna iniziativa debba essere trascurata perché la rete della stessa ferrovia si sviluppi per nuovi collegamenti di Torino coi comuni limitrofi. Tale voto interpreta saggiamente gli interessi e lo aspirazioni di codesta nobile città in relazione al bisogni e agli interessi della circostante regione, onde io mi permetto pregare la S. V. Ill.ma a voler considerare le opportunità ed i vantaggi di un progetto da tempo vagheggiato, che consiste nel prolungamento della ferrovia elettrica Rivoli per Hosta e Buttigliera Alta fino ad Avigliana.
L'attuazione di questo progetto offrirebbe notevolissimi ed importanti vantaggi, e fra gli altri: unirebbe direttamente fra di loro Comuni che le ferrovie di Stato non collegano, e cioè Avigliana con Buttigliera e questi con Grugliasco, Rivoli e tutti i centri abitati sorti lungo la Rivoli-Torino; gioverebbe direttamente al traffico di Comuni importanti e popolosi che sono totalmente privi di comunicazioni ferroviarie e tramviarie, come Buttigliera Alta, Resno, Villarbasse e accoglierebbe gran parte del traffico d'altri importanti Comuni i cui centri abitati distano notevolmente dalle stazioni ferroviarie di Stato, come Rosta ed Avigliana con le sue frazioni in gran parte; facendo capo ad Avigliana servirebbe ai trasporti per i vasti stabilimenti della Dinamite Nobel, in enorme sviluppo, a quello in regione Allemandi in ispecie, nonché alle ferriere di Buttigliera Alta, e con l'attraversare zone percorse da numerose reti di condutture elettriche ed alto Potenziale favorirebbe il sorgere di altri stabilimenti Industriali, del cui Impianto prima a giovarsi sarebbe la costruenda, ferrovia; percorrerebbe una regione ricca di zone boscose e di campagne fiorenti, feconde di messi e di derrate, gradito soggiorno di villeggianti, naturale sfogo ed innumerevoli gite sportive verso i laghi ed i colli di Avigliana e di Giaveno: l'organizzazione della Torino-Rivoli, ora in piena efficienza, il percorso del nuovo tronco non maggiore di 12 chilometri, la semplicità del tracciato, non intersecante altre ferrovie, né canali, né strade nazionali o provinciali, la favorevole situazione del terreno costituirebbero in rapporto alla intensità del traffico, garanzie sicure di un promettente rendimento.
Questi i principali vantaggi della nuova opera, la cui esecuzione sembra non potrebbe incontrare opposizioni da parte delle ferrovie di Stato posto che, con l'auspicato avvento dei nuovi orientamenti politici, lo sviluppo della Torino-Modane si farà tale da rendere gradito ed utile alla Amministrazione delle ferrovie di Stato un complemento di trazione, quanto meno per il servizio delle merci e dei viaggiatori locali. Per queste principali considerazioni, io mi permetto, onorevole senatore, richiamare sull'esposto progetto la perspicace e autorevole attenzione della S. V. Ill.ma ed invocare, per la sua attuazione, il concorso e l'appoggio del Consorzio della ferrovia Rivoli-Torino e ciò nel prevalente interesse delle due operose città, nonché di una popolosa e fertile regione che è sede di industrie e di commerci, prosperi oggi, certo fiorenti e prosperanti nel non lontano domani.
Devotamente suo
Firmato: Avv. Attilio Boriando Sindaco di Avigliana
Ci telefonano da Roma:
È imminente l'annunzio del divieto della fabbricazione dei dolci, che costituiscono un consumo voluttuario ed assorbiscono una notevolissima quantità delle riserve nazionali di zucchero. Le disposizioni per l'assoluto divieto di produzione dei dolciumi andrebbero in vigore il 15 corrente, salvo qualche lievissima proroga, e riguarderebbero i dolciumi di qualsiasi genere, fatte le eccezioni già segnalate per il cioccolato in tavolette ed i biscotti per la nutrizione di bambini o ammalati. Cioccolato e biscotti, però, saranno ridotti ad un tipo unico, e questa produzione sarà disciplinata e così ne sarà pure la vendita. Fino al 30 aprile poi verrebbe permessa la vendita dei cioccolatini, caramelle, confetti e di quegli altri dolci che siano già prodotti al giorno in cui andranno in vigore le nuove disposizioni e che non subiscono deterioramenti.
Il sindaco, conte Rossi, essendo venuto a conoscenza che l'Autorità militare aveva ordinato la requisizione di tutte le patate trovantisi in Torino, ha subito rivolto vivissima istanza al commissario generale dei consumi, caldamente pregandolo di volersi interessare presso il Ministero della, guerra perché fosse sospesa la suddetta requisizione, che avrebbe improvvisamente privata la città di una derrata, di così generale consumo.
Il commissario generale dei consumi ha ora risposto al sindaco, informandolo di avere telegraficamente provvisto affinché la Commissione di requisizione dei cereali liberi dal fermo le partite di patate esistenti nella città di Torino e si astenga da ulteriori requisizioni nella nostra città.
Il Consiglio direttivo dell'Associazione della Stampa Subalpina, di concerto col Sindacato giornalisti corrispondenti, si è costituito in Comitato per organizzare anche nella nostra città la raccolta dell'oro a favore dell'Erario, colle modalità che saranno esaminate e deliberate in una riunione che avrà luogo martedì, 13 corr., alle ore 18, nella sede dell'Associazione, via Po, 12. Parteciperanno alla detta riunione anche i rappresentanti dei giornali cittadini e personalità competenti.
Il R. Osservatorio di fìtopatologia in Torino notifica agli agricoltori che, potendo già sin d'ora disporre di una discreta quantità, di materiale, inizierà la distribuzione dei rami prospaltizzati mercoledì 14 corrente. I pezzi non involti potranno essere ritirati dalle 15 alle 17 alla sede dell'Osservatorio, via Melchiorre Gioia, N. 7, Torino.
Il console del Brasile nella nostra città prega i cittadini brasiliani residenti nelle Provincie di Torino, Cuneo, Alessandria e Novara di rivolgersi, personalmente o per iscritto, alla sede del Consolato, in via Lagrange, 3, per comunicazioni urgenti.
Oggi, alle ore 16. nella Sala del Liceo Musicale G. Verdi (via Rossini, 8), il M.
Giacomo Orefice terrà una conferenza intorno al I tema: « Come io sono
nazionalista », a cui farà seguire l'esecuzione al pianoforte di alcune sue
recenti composizioni. La matinée è a beneficio dell'Opera pro indumenti per
soldati. Mercoledì, 14, alle ore 20.45 il socio della Sezione di Torino del Club
Alpino Italiano, signor Mario De Luca, terrà nel locale sociale (via Monte di
Pietà, 88) una conferenza con proiezioni, che ha per titolo: « Dal Cadore
all'Alto Adige. La strada delle Dolomiti » (
Essendosi dovuta constatare l'assoluta impraticabilità del campo Juventus, sono state rimandate le gare di prima categoria Juventus-Amatori e di terza categoria Dante-Piemonte che avrebbero dovuto effettuarsi oggi. Saranno invece disputate le gare di terza categoria dei campi Torino, ex-Vigor e Pastori, i quali per la loro speciale esposizione sono quasi totalmente sgombri dalla neve.
Le Prefettura, presa visione delle denuncie fatte dai fornai e dai pasticceri del quantitativo, presso di loro esistente al 1.o marzo, di farina abburattata a un tasso inferiore al 90%, ha risposto che dette scorie di farina possano essere utilizzate fino al 20 marzo c. n. Dopo detto giorno non sarà più assolutamente consentito un ulteriore uso di tali farine. Le farine disponibili dopo il 20 marzo saranno senz'altro cedute alla Direzione del Commissariato militare di Torino, che darà in cambio un corrispondente quantitativo di farina alla resa del 90% con la differenza del prezzo di calmiere.
Su proposta del Presidente del Consiglio, è stato nominato Grande Ufficiale delle Corona d'Italia, il comm. Carlo Enrietti, che dedica fervido studio e grande operosità ad importanti opere d'interesse pubblico nelle Provincie Meridionali, inspirate sempre ad una moderna e positiva concezione dei problemi dell'economia nazionale. Congratulazioni degli amici ed ammiratori.
Seguendo la Cronaca.
La Galleria d'Arte antica e moderna di R. Bollardi, di Milano, è ben conosciuta ormai in tutta Italia per le importantissime sue vendite nelle quali ha liquidato, nei modi dell'incanto, raccolte antiche insigni ed opere dei più illustri pittori moderni. Tale Galleria, che ha un programma d'arte pura, e garantisce, in nome della dignità dell'arte, tutte le opere moderne che escono dalle sue sale, è diventata ormai un fattore di prim'ordine del movimento artistico in Italia, e perché tale, merita di esser seguita con simpatia nelle varie geniali sue manifestazioni.
Ora la Galleria Bollardi si è proposta di estendere il campo del suo commercio artistico, ed ha scelto Torino innanzi tutto, — in omaggio ad una città che ha così belle tradizioni d'arte e di mecenatismo, — ed anche perché le si offriva l'occasione di affermarsi in un modo magnifico, colla liquidazione dello studio di Ernesto Serra.
Chi non ricorda l'illustro figlio del Piemonte trionfatore in tante esposizioni italiane e straniere, e così profondamente artista da diventare conosciuto in tutti gli ambienti sociali 7 Lo studio di E. Serra comprende alcuni del suoi migliori lavori, e quadri e studi e bozzetti, tutti degni d'attenzione, ed alcuni paesaggi, che saranno delle rivelazioni, perché il Serra si era soltanto negli ultimi anni dedicato a questo genere.
Insieme la Galleria Bollardi presenta per la liquidazione la Raccolta di un'illustre Famiglia lombarda, comprendente quadri antichi di straordinario pregio, — del Tisi (detto il Garofalo), del Parmigianino, del Longhi e del Van Eyck, un cui trittico che viene offerto è un raro documento della scuola olandese primitiva. Ed altri quadri moderni presenta la Galleria Bollardi — tutti degni della massima attenzione, perché opere complete e definitive degli artisti italiani più rinomati. Ecco alcuni nomi: M. Bianchi, Laurenti, Miti-Zanetti, Zanetti-Zilla, F. P. Michetti. Irolli, Zagoskin P. Mariani, Mario de Maria (Marius Pictor), A. Villa, Rava, A. Mancini. Bonivento, Sartorelli, Paolettl, Gemito, De Conciliis, ecc. Scelti oggetti d'arte (bronzi, maioliche, porcellane, miniature, ecc.) completano il bell'insieme. La Ditta Bollardi ha pubblicato un elegante catalogo, riccamente illustrato.
L'Esposizione seguirà all'Hotel Venezia, via XX Settembre, nei giorni 10, 11 marzo, dalle 10 alle 18 d'ogni giorno. La vendita all'incanto avrà luogo nel cinque giorni successivi dal 12 al 18 marzo, con due tornate quotidiane, ad ore 15,30 e 21.
I Divertimenti.
Addio definitivo!
Il Re, le Torri, gli Alfieri, che ottiene così strepitoso successo ali Ghersi, non sarà poi proiettato in altri cinematografi. Coloro che desiderano vedere il lavoro accorrano dunque oggi, perché precedenti impegni assoluti per la proiezione di un altro capolavoro costringono a terminare appunto oggi, definitivamente, le repliche della divertentissima film.
Il diritto di rappresentazione della grande film storica della Cines: «Madame Tallien», interprete principale Lyda Borelli. È questo un prezzo che batte ogni record. Il meraviglioso lavoro, di una drammaticità passionale e politica formidabile, si proietterà in première Lunedì, 12, al Cinema Royal. Oggi avrà luogo una visione privata davanti ad Autorità civili e militari.
Oggi si proietta al Cinema Itala, per l'ultimo giorno: Senza peccato, mirabile dramma interpretato da lina Millefleurs. Charlot garantisce le più schiette risate colla sua brillantissima comica: l'ombrello di Charlot. Prezzi popolari.
L'altra notte le guardie municipali di Lacento, mentre conducevano in caserma due soldati che erano penetrati in ore indebite nella Trattoria Ponte Dora, i due arrestati si ribellarono e dopo una violenta colluttazione riuscirono a liberarsi. Il brigadiere Ritegno Bernardo, nella colluttazione ricevette da uno dei soldati una morsicatura alla mano destra che gli asportò la prima falange. Recatosi al San Giovanni venne medicato dal dottor Quarella che lo giudicò guaribile in 40 giorni. Si ha ragione di sperare di poter identificare i due soldati ribelli.
Il fatto si svolse quasi verso la mezzanotte. Poiché l'esercente non aveva voluto aprire, i due soldati, dopo avere menato pugni e calci alla porta dell'esercizio, erano penetrati nel giardino scavalcando il cancello. Si corse alla vicina Sezione delle guardie municipali in cerca di aiuto. Il brigadiere ed un agente, recatisi subito sul posto, stavano conducendo in caserma i due soldati, quando costoro, favoriti dall'intervento di altri due soldati sconosciuti, si ribellarono. La colluttazione fu assai accanita e si svolse nell'oscurità, con grave pericolo dei due agenti alle prese con ben quattro facinorosi. La guardia ne usciva colla divisa a brandelli, mentre il brigadiere riportava la grave ferita sopraccennata. L'Autorità militare sta ricercando i colpevoli.
Ieri sera è stato ricoverato al San Giovanni il soldato Santino Guastergio, d'anni 19, del 6.o Genio, accasermato alla Scuola Tomaseo. Era stato ferito con una coltellata ad una coscia ed il dottor Quarella lo dichiarò guaribile in 15 giorni. Narrò che recandosi a passeggio verso le ore 20 pei viali del Valentino, s'era imbattuto in un luogo solitario in due individui uno dei quali, senza apparenti ragioni, lo aveva conciato in quel modo. Ma la versione del soldato è apparsa all'agente scelto di servizio all'ospedale, Gargiulo, poco chiara, cosicché fece avvertita del fatto la Questura.
Certo Casone Giuseppe d'anni 59, abitante in via Carlo Alberto, N. 5, falegname, all'angolo di detta via e via Po fu investito da un ciclista e riportò la frattura della gamba sinistra. Trasportato al San Giovanni ebbe le cure che di caso richiedeva dai dottori Abularage e Cirio, i quali lo giudicarono guaribile in quattro mesi.
— Plana Gaspare, d'anni 19, macellalo, abitante in via Porta Palatina, N. 24, mentre si trovava sopra una vettura tranviaria che percorreva via Garibaldi, un camion militare urtò il veicolo, e il giovanotto riportò delle lesioni che il dottor Abularage giudicò guaribili in 19 giorni.
Ieri mattina venne dalla Croce Verde portato al San Giovanni il manovale Gaia Baldassare, d'anni 50, abitante in corso Regio Parco, N. 139, il quale era sofferente per una ferita lacero-contusa al capo con conseguente commozione cerebrale, che egli disse prodotta da percosse ricevute da sconosciuti. Il dottor Galansino lo fece ricoverare nella sezione Fantino, giudicandolo guaribile in 12 giorni.
L'operaia Bocca Elisabetta, d'anni 23, lavorava ieri nello stabilimento Diatto, in via Rivalta, quando si lasciò cogliere una mano fra gli ingranaggi d'un tornio al quale lavorava. Riportò contusioni in tutta la mano, nonché la perdita del dito mignolo. Al Mauriziano fu dichiarata guaribile In 20 giorni.
La scorsa notte dall'officina Giovanni Boggio, in via Saluzzo, 7, vennero rubate da ignoti due biciclette con relativi accessori. — Una motocicletta, della fabbrica Wolsit, N. 54993, è stata trovata in possesso di un individuo il quale non seppe spiegarne la provenienza e naturalmente fu sequestrata e messa a disposizione pel riconoscimento da parte del suo legittimo proprietario.
Per furto di una cartella di L. 1000 del Prestito Nazionale in danno di Canale Antonio, fu arrestato certo Eusebio Mario di Giuseppe, d'anni 30, da Milano. La cartella fu sequestrata.
La guardia al p. s. Ricci Nunzio, rinvenne nella sede della Banca d'Italia una cartella di L. 1000, che consegnò ai superiori, dai quali il proprietario poté ritirarla.
L’Associazione fra proprietari di case in Torino avvisa i signori soci che sta occupandosi del comune interesse in rapporto al servizio delle spazzature domestiche, e quanto prima, spera poter fare qualche comunicazione tranquillante o dare un indirizzo pratico ai soci per la tutela dei loro diritti. Corpo volontari subalpini. — Oggi, domenica, adunata al Poligono del Martinetto per le ore 14. Sono comandati all'istruzione il signor Persico ed il signor Albertini, per gii appiedati, ed il signor Arnaud. Sono aperte le iscrizioni per la sezione ciclisti. Gli aspiranti potranno avere le opportune Indicazioni all'Ufficio Comando (via Mazzini, 2S), nei giorni di mercoledì, dalle 10.30 alle 18, e sabato, dalle 21 alle 22; oppure nelle ore d'adunata del corpo al Porgono del Martinetto.
REATI E PENE
A tre militari i lavori Forzati a vita.
Abbiamo nel numero di ieri e sotto questo titolo diffusamente narrato il tristo episodio di più furti e di una audacissima rapina commessa da tre soldati, anzi da quattro soldati, tali Negro Domenico, Colombo Giovanni, Prandi Carlo e Cocchis Carlo; episodio che avrebbe potuto conchiudersi tragicamente, e cioè colla pena della fucilazione dei militari colpevoli della rapina, perché tale è la sanzione dell'articolo 274 del Codice penale per l'esercito. Fortunatamente, l'illustre ed ottimo presidente, barone Daviso, non ha dovuto piegare il suo cuore a vergare la fatale sentenza, perché i giurati, che pure furono severissimi, concessero le attenuanti ai tre soldati, ritenuti colpevoli all'unanimità della rapina, a cioè al Negro, al Colombo, al Prandi, e quindi la pena di morte fu mutata in quella dei lavori forzati a vita.
Il Prandi ieri stesso fu condannato per diserzione all'estero, per diserzione all'interno e per alienazione di effetti militari a 8 anni di reclusione dal Tribunale Militare. Inoltre il Negro, Colombo e Prandi, dichiarati responsabili dai giurati di un altro capo d'imputazione, e cioè del furto di 40 bottiglie, e delle due damigiane di vino, furono per questo reato condannati a quindici anni di reclusione; ma questa, di fronte alla condanna ai lavori forzati a vita, non è che una platonica, se pure severa, affermazione; la legge, invero, dichiara assorbiti i 15 anni di reclusione dalla pena senza termine.
I giurati ritennero pure colpevole il Bubbio Ferdinando dell'indicazione ai militari dei dati per commettere il furto, e quindi di complicità, ed il presidente lo condannava ad un anno e 9 mesi di reclusione; il Cocchis fu assolto dalla rapina e ritenuto colpevole di un solo furto, col beneficio della minore età e col valore lieve, condannato a 10 mesi di reclusione e a tutti gli accessori di legge. Insomma, questo processo è terminato con un suggello di tremenda pena, che poteva essere fatale per tre sciagurati militari.
Lo sciancato calzolaio si accasciò sopra un pancone del vestibolo dell'Ingresso della Corte d'Assise e si prese il capo fra le mani, piangendo.
Il comunicato ufficiale tedesco dice: Fronte occidentale: I francesi attaccarono elementi di nostre trincee presso Lancourt ed a sud di Chappeau-Mesnil, ma furono respinti in corpo a corpo. Ad est di Reime i nostri distaccamenti fecero una incursione nelle trincee nemiche. Nello Champagne occidentale i russi comandati da ufficiali francesi avanzarono dalle due parti di Prosnes contro le nostre posizioni. Distaccamenti penetrati in alcune località furono respinti con un contrattacco. A sud di Ripoti si impegnarono nuovi combattimenti; ad ovest della Maison de Champagne, che cambiò parecchie volte di possessori, i combattimenti non condussero ad alcun cambiamento essenziale della situazione. Sulla riva occidentale della Mosa un attacco francese presso il bosco di Cheppy rimase senza risultato; ad est della Mosa nostri distaccamenti penetrarono nel bosco di Cauriéres. Anche presso Flirey, fra la Mosa e la Morella, azioni di un nostro distaccamento riuscirono conformemente ai nostri piani.
(servizio speciale della Stampa)
Parigi, 10. notte Il comunicato francese del pomeriggio è uno dei più ricchi di episodi tra quelli succedutisi dall’inizio dell’inverno: episodi coronati da successi noti trascurabili, poiché in certi punti distaccamenti francesi in ricognizione riuscirono a penetrare sino alla terza linea avversaria. L’ardore combattivo che anima le truppe è stato largamente provato dalla riconquista del saliente di Maison de Champagne, che i tedeschi avevano preso con un attacco improvviso il 15 febbraio. Dal giorno In cui i francesi erano stati costretti ad abbandonare quella posizione, nessun accenno di reazione dalla loro parte si era più manifestato. Il Comando tedesco aveva potuto crederli rassegnati alla perdita, avvezzo, come era in un periodo ancora recente, a scovrire facilmente i prodromi di ogni loro nuova azione. Ma uno dei meriti della tattica del nuovo generalissimo, Nivella, è l'obbligo imposto il suoi dipendenti di circondare di silenzio assoluto ogni preparativo. Così accadde che giovedì mattina, quando i fantaccini francesi si slanciarono tra Le Mesnil e Maison de Champagne, all’assalto delle loro vecchie trincee, completamente trasformate non incontrarono che una debole e tardiva resistenza. Bastò un'ora a ristabilire in quel settore, tutta la linea del fronte, tale quale era ai primi di febbraio. Dalle informazioni che si hanno oggi risulta che le perdite nel combattimento si ridussero, pei francesi ad un terzo appena della cifra dei prigionieri e dei feriti tedeschi raccolti sul campo. Il bottino fu copioso: mitragliatrici, mortai da trincea e una massa importante di fucili e di munizioni.
Nella stessa sera i tedeschi, dopo violento bombardamento, muovevano alla riscossa. Due battaglioni tedeschi, rafforzati subito da altre unità, sostennero due ore di combattimento feroce presso le trincee rioccupate, ma finirono col ripiegare. Per tre volte ieri il nemico rinnovò il suo sforzo, tentando di pigliare alle spalle i francesi trincerati nella vicina altura dominante la vallata di Dormoise. L'artiglieria bastò da sola a spezzare lo slancio degli assalitori, decimati e respinti in disordine nelle loro linee.
Il Comando francese profittò ieri sera delle buone disposizioni dei suoi uomini per allargare la conquista. In un brillante assalto la nuova linea di trincee cadde nelle loro mani. Il terreno tutto Intorno — afferma l'informatore — era coperto di cadaveri tedeschi. I bollettini tedeschi avevano già vantato con enfasi eccessiva l'azione del 15 febbraio: l'avevano battezzata “vittoria di Ripont” dal nome del borgo distrutto. La vittoria di Ripont non è più oggi per le truppe del Kaiser che un melanconico ricordo. Il Kaiser, tornato al suo quartier generale di Charleville, vi ha ricevuto colà, uno dopo l'altro, i comandanti i Carpi al fronte occidentale chiamati a rapporto.
D. R.
Londra, 10, notte.
Il corrispondente dell’Agenzia Reuter dal fronte francese scrive: «L'esercito francese non è mai stato più forte di oggi. Pochi mesi sono passati da quando la fanteria francese nel suo atacco del 15 dicembre 1916 a Verdun compì la più memorabile impresa ad arma bianca di tutta la guerra. Contro tali uomini o contro tali metodi i tedeschi dovranno opporre ben altro che il loro materiale da guerra perfezionato nel quale è riposta tutta la loro fiducia. I tedeschi traggono il maggior partito che possono dalle nuove minaccie del terrorismo intensificato per la prossima primavera. La loro fanteria è provvista in maggiore proporzione di mitragliatrici, di fucili automatici e di granate e nuovi mortai che lanciano bombe da 18 pollici sono stati messi in posizione nelle loro trincee. Viene permesso anche l'uso su più vasta scala delle armi più essenzialmente tedesche, quali i gas avvelenati, i liquidi Infiammabili: quanto ai reticolati di filo di ferro dentato, essi, come una volta, avevano lo spessore di quattro metri: lo avranno d'ora innanzi di un centinaio di metri. Si ignora in modo esatto, quantunque la cosa sia stata asserita, se essi avranno nuove sorprese in riserve circa l'artiglieria e gli areoplani.
È confortante però poter osservare, per quanto riguarda queste due ultime armi, che gli agenti tedeschi, i quali si dicono così sicuri che i loro padroni avranno d'ora innanzi il predominio sembrano avere completamente dimenticato che dallo scorso autunno essi si trovano in condizione di inferiorità. La Francia attende l'apertura della grande campagna senza vacillare. Tutti i francesi credono che gli Alleati possano obbligare i tedeschi a chiedere mercé. Essi sanno che abbiamo il vantaggio del numero e che contiamo numerosi prodi, come quelli che il 15 dicembre scorso passarono attraverso le linee tedesche come un coltello attraverso il burro. Con tali elementi di vittoria da parte nostra, nulla di tutto ciò che può uscire dai laboratori del terrorismo riuscì a impressionarci».
Corfù, 10, notte.
Si ha da Salonicco che il 7 febbraio durante il bombardamento della città aperta di Monastir da parte dei bulgari fu ferita gravemente alla testa la sorella del maresciallo French, lady Harley, che, insieme alla figlia distribuiva soccorsi alla popolazione bisognosa della città, ove aveva creato una cucina popolare per i poveri e per gli orfani. Nulla fu trascurato per salvare la vita, ma inutilmente, poiché lady Harley, dopo essere stata operata, soccombette alla ferita riportata nell'esercizio di un nobile dovere, rimanendo vittima della barbarie bulgara. La figlia di lady Harley ha dichiarato che rimarrà a Monastir per continuare l'opera di sua madre. Il Governo serbo ha inviato le sue condoglianze alla signorina Harley ed al maresciallo French. (Stefani).
Zona di guerra, 10. Il ministro Scialoja, accompagnato dal capo di Gabinetto prof. Galante, si è recato al Comando Supremo. (Stefani)
(Servizio Speciale della Stampa)
Zurigo, 10, notte.
In attesa di conoscere in modo preciso l’atteggiamento definitivo dell'America, per il quale tuttavia si nutrono pochi dubbi, i giornali tedeschi continuano ad avere speranza che il Giappone possa suscitare ostacoli all’America. La Frankfurter Zeitung dice: «l criteri adottati dall’America di fronte alla Germania hanno posto la politica di guerra del Giappone di fronte al nuovo problema. L’America militarizzata ed armata, muterebbe la situazione del Giappone come grande Potenza. Il piccolo Giappone, bene armato, aveva già pensato che un conflitto di sorpresa coll'America impreparata aveva molte probabilità di riuscirgli favorevole, costringendo rapidamente l'avversarlo alla pace. Ma l'America armata e militarizzata renderebbe molto più sfavorevoli le probabilità di lotta col Governo degli Stati Uniti. Inoltre l'America militarizzata incepperebbe I plani del Giappone in Cina, giacché indurrebbe il Governo cinese a seguire l’esempio del Governo americano. Non si può ancora dire se l'opera attuale della Repubblica cinese sia una conseguenza dell'invito di Wilson a tutti i neutrali di rompere le relazioni coi tedeschi, oppure se si tratta di un plano ben maturato della diplomazia americana di trarre la Cina nell'orbita degli Stati Uniti, per risolvere insieme la questione del Pacifico a quella dell'Atlantico. Un'unione politica americana-cinese isolerebbe il Giappone e metterebbe in dubbio i preziosi acquisti che il Giappone ha fatto nella recente guerra colla Russia».
Il Lokal Anzeiger, nel suo articolo di fondo, deplora ancora vivamente che il messaggio di Zimmerman al Messico sia caduto nelle mani di Wilson. Comunque, il giornale semi-ufficioso ripete che qualunque misura prenderà Wilson, essa non muterà affatto i propositi della Germania ». Il giornale cita poi una tenera, sinora inedita, di Hindenburg, che è stata letta dal Cancelliere dell'Impero il 31 gennaio alla Commissione dei Bilancio, annunziando la guerra inasprita dei sottomarini. La lettera diceva: Il nostro fronte è fermo dappertutto. Noi abbiamo dappertutto le riserve necessarie. Le nostre truppe hanno l'animo fiducioso. La situazione militare ci concede di addossarci tutte le conseguenze della guerra illimitata dei sottomarini.
Londra, 10, notte.
Edward Carson, esponendo ail'Aldwich Club le sue vedute intorno alla parte della marina britannica, ha dichiarato: La minaccia dei sottomarini non è ancora scongiurata. Il mese scorso 500.000 tonnellate sono state annientate dai corsari. Il tonnellaggio Inglese perduto rappresenta circa la metà di questo totale. Se i torpedinamenti continuano sullo stesso piede, noi avremo a registrare un deficit di 6 milioni di tonnellate all'anno. Ignoro se le cose si passeranno realmente così, ma noi abbiamo il dovere di considerarle come se fossero destinate a prolungarsi.
Washington, 10. notte. Il Dipartimento di Stato ha incaricato l'ambasciatore degli Stati Uniti al Messico di annunciare al generale Carranza che gli Stati Uniti lo riterrebbero responsabile di un eventuale sviluppo dei tentativi tedeschi per fomentare disordini al Messico.
Zurigo, 10, notte.
Le Muenchener Neueste Nachrichten ricevono da Vienna : «Il ritorno improvviso
dell'imperatore Carlo da Budapest ha destato sorpresa nei circoli politici.
L'Imperatore ha detto di deplorare che importanti avvenimenti politici lo
abbiano costretto ad interrompere la visita al fronte orientale ed alle città
ungheresi». Lo stesso corrispondente telegrafa che il conte Andrassy è stato
ricevuto in udienza a sua domanda dall'imperatore Carlo. Nel caso che il
presidente del Consiglio, Tisza, si dimettesse, si fanno i nomi come probabili
successori, di Giovanni Zichy, Wekerle,
(Servizio speciale della Stampa).
Zurigo, 10, notte.
I progressi inglesi in Mesopotamia incominciano a destare qualche apprensione nei circoli militari tedeschi, quantunque essi non parlino ancora che dello sgombro di Kuf El Amara, e il quale — scrive il corrispondente della Vosstsche Zeitung — potrà avere per conseguenza di costringere lo sgombro di altre posizioni turche in Persia la cui situazione non è più favorevole come dapprima. Per quanto le notizie dello sgombro di queste posizioni non siano ancora confermate, esse non sembrano improbabili . Invece l’Agenzia Milli così spiega la perdita di Adan : Adan — scriva l'Agenzia turca — non fu occupata come i russi affermano, in seguito ad un attacco. La città fu sgombrata in seguito a certi provvedimenti che il Comando generale turco ha preso nell'interno della Persia, senza che neppure il nemico avesse subito cognizione di questo sgombro. Questo avvenne alcuni giorni prima che il comunicato russo annunziasse l'occupazione della città. Dato ciò è comprensibile perché le nostre truppe non siano state inseguite dai russi. Il colonnello Keyler nel Journal de Genève affermo che se gl'Inglesi riusciranno ad occupare Bagdad dalla quale si trovano ora a pochissima distanza il successo avrebbe una grandissima ripercussione morale, non soltanto in Turchia, ma anche In Germania. Il critico non ritiene però che, dal punto di vista militare, l'occupazione di questa città asiatica avrebbe un'Importanza particolare interessante, come ripercussione, il teatro europeo delle operazioni.
(Servizio speciale della Stampa).
Zurigo, 10, notte.
In una conferenza tenuta dal sindaco della Società degli armatori tedeschi del Weser, circa la ricostruzione della flotta mercantile tedesca, l'oratore rilevò che sinora la marina mercantile tedesca ha perduto un milione e trecentomila tonnellate, per un valore di 840 milioni di marchi.
Zurigo, 10, notte.
La Wiener Allgemeine Zeitung — secondo dispacci da Vienna — dice che la Direzione del Lloyd austriaco ha ricevuto da parte di una Potenza neutrale una nuova splendida offerta di acquisto di alcuni suoi piroscafi. La Direzione ha ricusato le precedenti volte, ma adesso è propensa a cedere alcuni suoi piroscafi. Si suppone che la notizia possa essere messa in relazione con la proposta di creare una marina mercantile svizzera.
(Servizio speciale della Stampa)
Zurigo, 10, notte.
Alla Camera dei deputati prussiana è continuata I’interessante discussione sul
problema dell’alimentazione. Il deputato Hoeser, progressista, espresse il
timore che la discussione avvenuta all'Assemblea possa destare nella popolazione
l'impressione che i circoli responsabili non lavorino con concordia in questo
difficile momento per risolvere la miseria della popolazione.
Berna, 10, notte.
Il Consiglio federale pubblica il suo sesto rapporto sulle misure prese, in virtù dei pieni poteri e nei quale passa in rivista l’attività dai vari Dipartimenti federali. Nel capitolo relativo al Dipartimento politico, il rapporto riproduce le Note scambiate tra l'Intesa e la Svizzera e dice che i negoziati non ancora terminati, seguono un corso soddisfacente. Un certo numero di voti delle due parti rimangono ancora da realizzare. Il rapporto contiene pure le Note scambiate fra la Svizzera e la Germania e tra la Svizzera e gli Stati Uniti, relativamente alla guerra sottomarina inasprita. Il rapporto annuncia che al 15 febbraio 28.660 prigionieri malati e feriti erano internati in lsvizzera. Nei negoziati attuali relativi all'internamento dei padri di famiglia, il Consiglio federale ha insistito energicamente sui fatti che nuovi internamenti sono possibili soltanto a condizione che il numero equivalente di internati guariti lasci la Svizzera, poiché iI mantenimento degli Internati, e gli invii ai prigionieri di guerra, tolgono al consumo svizzero una considerevole quantità di derrate alimentari nel momento In cui il rifornimento della Svizzera è sempre più difficile. Il Consiglio federale ha insistito per un aumento proporzionale del contingente delle derrate alimentari e per ottenere l'assicurazione che sarà consentita l'importazione delle quantità necessarie. (Ag. Stefani).
Roma, 10, notte.
Stamane, alle 11, ricorrendo l'anniversario della morte di Giuseppe Mazzini, alla Protomoteca capitolina nel palazzo dei Conservatori, il sindaco di Roma ha fatto deporre una corona di alloro sul busto del Grande Estinto. Alla cerimonia sono intervenuti l'assessore Di Benedetto in rappresentanza del sindaco, gli assessori Oliando, Testa, Leonardi, Calassi, vari consiglieri comunali, il segretario generale del Comune comm. Caselli, il capo di gabinetto dei sindaco comm. Clementi ed altri funzionari capitolini. Nella Protomoteca prestavano servizio d'onore un picchetto di vigili ed uno di guardie municipali in alta uniforme. Dopo che i vigili hanno deposto sul busto di Mazzini una grande corona di alloro con bacche dorate e con nastri dai colori di Roma l'assessore Di Benedetto ha pronunciato brevi parole, rilevando il significato della cerimonia e ricordando la figura dell'Apostolo, che tutta la sua vita consacrò al bene dell'Italia a della umanità. Il comm. Di Benedetto ha così concluso la sua breve commemorazione: E un pensiero di omaggio e di riconoscenza si elevi da questo colle, sacro alle antiche memorie, al nostro Re, primo cittadino d'Italia, che riassume e rinnovella col più vivido fulgore le virtù guerresche e civili della sua stirpe gloriosa: all'Esercito in armi dallo Stellvio nevoso al mare nostro, dove hi mezzo alle insidie subacquee i nostri marinai vigilano ed attendono la rivendicazione d! Lissa: al popolo tutto d'Italia, che In questa suprema ora ha dimostrato che non furono vane le opere, e l'apostolato di Giuseppe Mazzini, e oggi il popolo vivo, fuso e compatto in un'unica idealità al bene della Patria, offre tutto sé stesso col grido di Dante: Tu ne vestisti queste misere carni e tu ne spoglia.
Roma, 10, notte. È stato presentato alla Camera il seguente ordine del giorno: La Camera confida che il Governo, consapevole del nobile e tenace sforzo del Paese, saprà condurlo alla vittoria intensificandone l'attività militare e civile, e tutelandolo nel suo patrimonio di aspirazioni e nella sua azione da ogni consapevole Insidia ». Firmati: Girardini, Abisso, Agnelli, Angiolini, Arca, Auteri-Beretta, Basile, Beilotti, Bereniali, Berlone, Cappa, Chiesa, Cicotti. Cimoni, Colonna di Cesare, [elenco di cognomi]. L'ordine del giorno sarà svolto dal primo firmatario onorevole Girardini.
Roma, 10, notte.
La Gazzetta Ufficiale pubblica il seguente avviso di Corte : « S. A. R. il Duca di Genova, Luogotenente generale di S. M il Re, ha ricevuto oggi, alle ore 11, in udienza solenne, Don Enrico Villegas. il quale ha presentato all'A. S. le lettere che lo accreditano presso questa Reale Corte, in qualità di inviato straordinario e ministro plenipotenziario della Repubblica del Cile.
Roma, 10, sera.
Si assicura che il maestro don Lorenzo Perosi ha terminato il suo grande lavoro sinfonico inspirato dalla guerra.
Milano, 10, notte.
La signora Aurora Passanti, che ha una Pensione in corso Buenos Aires, aveva affittate alcuni giorni or sono una camera ad un soldato di sanità, tal Angelo Dell'Acqua, che era accompagnato da una giovane donna, che egli qualificò come sua moglie. Stamane, recatasi come al solito nella camera, trovò i due disgraziati morti. Essi si erano suicidati. Da una rapida inchiesta si apprese che la giovane donna è tale Introzzi, d'anni 23, nativa di Como, maritata e madre di due bambini. Essa aveva abbandonato la sua famiglia ed il marito, che da due anni si trova al fronte, per seguire il Dell'Acqua, di cui era pazzamente Innamorata.
Roma, 10, notte.
Oggi alla Camera ha parlato il Governo nella discussione sulla politica economica. Il ministro della Marina, ammiraglio Corel, fornì dapprima lunghe indicazioni sulla difesa in corso di attuazione contro la insidie dei sottomarini. Il commissario ai consumi, on, Canepa, espose successivamente il piano del Governo in materia di consumi e di approvigionamenti. Il clou della seduta fu dato dal discorso dell'onorevole Canepa, cominciato tra la evidente ostilità della Camera e finito con successo. Tornavano alla memoria mentre i deputati e le tribune applaudivano, le accoglienze fatte Io scorso anno, ai tempi del precedente Ministero, sull'identico, tema al ministro Cavasola, L'on. Canepa ebbe contro di sé la Camera nella prima parte del discorso. Quanto egli disse rispetto alla pubblicazione urtava contro la diretta e personale esperienza dei deputati. La confutazione dei risultati dell'inchiesta compiuta dal Sindaco di Torino apparve debole ed incerta. Ingenua fu giudicata la formula indicata dal commissario dei consumi pel problema della panificazione. L'on. Canepa, tra i sorrisi dell'assemblea, disse che il problema consiste nel produrre la maggiore quantità di pane colla minore quantità possibile di grano, il che parve all'uditorio una contraddizione in termini. Ugualmente la Camera non parve accettare l'affermazione che non bisogna preoccuparsi della presenza nel pane di un'eccessiva quantità di acqua. La Camera si mostro ancora diffidente allorché dal banco del Governo partì la difesa della forma e delle dimensioni dell'attuale unica pagnotta rotonda di 700 grammi. Le azioni dell'oratore del Governo sembravano precipitare. Improvvisamente l'on. Canepa si riportò a galla coli indicazione degli energici propositi e coll'annunzio dei radicali provvedimenti del Governo in materia di alimentazione.
I provvedimenti che il Governo annunziò sono i seguenti: divieto di fabbricazione dei dolci, calmiere dell'olio e dei grassi non ancora calmierati, calmiere delle paste alimentari, producendo — disse l'onorevole Canepa — un ribasso certo di 50 centesimi al chilogramma nel prezzo attuale; requisizione, qualora necessaria, di tutti i molini d'Italia, fornendo ai mugnai il grano di Stato e ritirando le farine; obbligo ai ristoranti e trattorie di tenere esposti nell'interno dei locali la distinta dei prezzi da approvarsi ogni mattina dalle autorità di P. S., in base ai prezzi del mercato. Il Governo respinse, invece, nel modo più reciso la proposta di istituire il calmiere sul vino. La Camera accolse con approvazioni l'indicazione di questi provvedimenti, e accompagnò con applausi l'annuncio della soppressione del consumo dei dolci, dell'eventuale requisizione dei molini e delle restrizioni nei conti troppo salati dei ristoranti. Si mostrò invece dubbiosa rispetto alle intenzioni del commissario ai viveri per la tessera annonaria. I dubbi derivavano unicamente dalla non facile applicazione della riforma. Complessivamente il Governo può ritenersi soddisfatto della difficile prova affrontata oggi dall'on. Canepa. Ma il successo derivò sopratutto dalla convinzione formatasi man mano nell'uditorio che il Governo agirà energicamente, scovando, come disse l'oratore, il grano nascosto, castigando inesorabilmente i frodatori e, sopratutto, provvedendo con criteri di eguaglianza. Perciò la Camera, mentre giudicò eccessiva la frase polemica diretta all'on. Grosso-Campana, che l'on. Canepa disse abituato ad assentarsi dopo avere lanciato degli addebiti, applaudì vivamente la dichiarazione che, se venisse in Italia il giorno della fame (e l'on. Canepa disse che non verrà), tutti la soffrirebbero egualmente e non vi sarebbero privilegiati.
Concludendo, si può prevedere fin d'ora che la grande maggioranza della Camera voterà, in materia di approvigionamenti e di consumi, la fiducia nel Governo fidando nella dichiarazione del Ministero che, con la parsimonia delle farine, si potrà arrivare al nuovo raccolto. Nella prima parte della seduta furono notevoli le comunicazioni del ministro della Marina, accolte con applausi finali per il saluto alla grande silenziosa.
L'ammiraglio Corsi, esaminando la situazione creata dalla intensificazione della guerra dei sommergibili, la riassunse in questi termini: È necessario, per ridurre la efficienza bellica dei sottomarini, obbligarli a rimanere sommersi. Ciò è possibile. L'ammiraglio Corsi poi sostenne la necessità di armare i piroscafi. Disse che il 75 per cento delle navi armate è sfuggito all'affondamento, mentre di quelle disarmate solo il 24 per cento ha potuto scampare. Nondimeno — aggiunse il ministro con parole che sono registrate nel resoconto ufficiale — nell'armamento dei piroscafi si ebbero dapprima a vincere riluttanze ed ostacoli e perciò si procedette lentamente. Ora, dopo la proclamazione del nuovo blocco tedesco, qualche armatore rifiuta ancora la sistemazione dei cannoni a difesa dei suoi piroscafi. Ma ciononostante le domande di armamento sono in pochi giorni diventate numerosissime, tanto che riesce difficile il soddisfarle rapidamente, quando si pensi che al complesso dei servizi anti-sommergibili già sono stati adibiti oltre mille cannoni. A tutt'oggi oltre il 60 per canto del naviglio mercantile Italiano risulta armato, mentre a cura, sia della Regia Marina, sia della Compagnia Marconi, sono state impiantate sulle nostre navi centinaia di stazioni radiotelegrafiche e non passerà molto tempo senza che tutti i nostri piroscafi abbiano cannoni e cannonieri della Regia Marina e spero anche apparecchi radiotelegrafici e radiotelegrafisti. La Camera gin dico rassicuranti tali dichiarazioni.
S.
ART 62 Produzione e vendita dei dolci vietata dal 16 marzo.
Roma, 16, notte.
La Gazzetta ufficiale pubblica il seguente decreto luogotenenziale:
È vietata la produzione, la vendita e la somministrazione anche a titolo gratuito, fatta in pubblici esercizi, dei dolciumi di qualsiasi genere. È eccettuata dal divieto, la produzione, la vendita e la somministrazione del cioccolato puro in forma di peso non inferiore ai 60 grammi, e in tazze, dei biscotti e conserve alimentari di frutta sempre che detti generi non siano insieme combinati, dei gelati e delle granite di caffè e di frutta. Sono pure eccettuati dal divieto i prodotti che non contengono né zucchero, né farina. È data facoltà al Commissario generale dei consumi alimentari di imporre con proprie ordinanze limiti e norme da osservarsi sotto le sanzioni dell'art. 8.o del presente decreto, per la produzione, la, vendita e la somministrazione dei Prodotti di cui ai due commi precedenti. 2.o Il divieto di cui al precedente articolo si applica a fare tempo dal 16 marzo 1917 per quanto riguarda la produzione, la vendita e la somministrazione dei dolciumi freschi di pasticceria; dal 1.o maggio 1917 per i dolciumi di confetteria, quali caramelle, confetti, frutta candite e simili. 3.o I contravventori alle disposizioni dei precedenti articoli sono puniti con ammenda da L 100 a L 5000 e con la confisca delle merci. Tali sanzioni saranno applicate dall'Intendente di finanza con le norme e con la procedura, di cui ai D. L 19 novembre 1916 n. 1399. Il Prefetto può ordinare la chiusura dell'esercizio caduto in contravvenzione. 4.o Agli esercenti la promozione e la vendita dei generi ai quali si riferisce il divieto di cui al primo comma dell'art, 1.o, sono applicabili le disposizioni del D. L. [NUM] giugno 1915, n 883. recante provvedimenti a favore dell'industria degli alberghi.
Alessandria, 10, notte.
Il nostro prefetto comm. Poggi, ha allargato la cerchia del personale dirigente
ed esecutivo dell’ufficio temporaneo approvigionamenti e consumi, chiamando a
far parte di questo Ufficio il consigliere aggiunto dottor Domenico Pellegrini,
coadiuvato dal consigliere aggiunto dottor Giovanni
10, notte.
Col 14 corrente cesserà la validità dei buoni pel mese passato e col 15 incomincierà la distribuzione per la seconda meta di mese e la prima quindicina di aprile. I buoni, che sono mensili ed uno per ogni singolo membro della famiglia danno diritto a Kg. 3,5 di zucchero ognuno. Essi devono acquistarsi uno per volta, ciò che provocò lamentele e proteste generali fra i consumatori, perché ogni buono porta con sé la perdita pel consumatore, e conseguente guadagno illecito pel venditore, di due centesimi e mezzo, senza tener conto della carta occorrente per i forzati diversi pacchi da comprarsi da ciascuna famiglia.
NOVITÀ TEATRALI
3 atti di HENRY BATAILLE
(Teatro Carignano - 10 marzo 1917).
La guerra non ha fatto ritrovare Henry Bataille nella piena efficace equilibrala composizione delle sue virtù di poeta e di scrittore. Il tema terribile che incombe sugli animi tutti ha rinvenuto qualche volta nell'Amazone il poeta che ne ha tratto ed offerto particolari squisiti di sentimento, ne ha derivato momenti di nobile eloquenza e di sottile emozione, non già lo scrittore e l'architetto di un dramma che ci possa persuadere con la sua chiara e profonda concezione di atti e di idee, con l'organismo semplice e possente delle sue situazioni.
L'argomento fu già esposto quando i tre atti apparvero per la prima volta a Parigi quattro mesi or sono, Ginette Dardel, una giovane profuga da un paese della Francia invasa, si ricovera, dopo lo scempio della sua famiglia, presso un suo cugino, l'architetto Pierre Bellanger, in una piccola città. Qui, nella ristretta vita provinciale, ella, come una vergine guerriera, diventa I'incitatrice ardente e patriottica; si fa infermiera della Croce Rossa, e nella famiglia del Bellanger, che ha moglie ed una figlia, col suo fascino, col suo entusiasmo, con la sua parola che sferza le viltà e gli animi deboli e quieti, rinfiamma nel cuore del cugino già maturo un nuovo ardore, che è amore per lei e amore per la patria insieme. Pierre Bellanger che è vissuto finora spettatore della guerra, si arruola volontario e va a combattere con un nuovo, santo fervore di giovinezza, superando il dolore e le lagrime della morte e della figlia.
Qualche mese dopo alla moglie ed a Ginette che l'attendono nella loro casa diventata silenziosa e dolente nell'ansia della sorte di lui, è recata la notizia della sua morte in campo, e, insieme con la notizia, la vedova desolata riceve in un piccolo pacco alcuni superstiti oggetti, che già furono di lui: tra essi un portafoglio che con le ultime commoventi parole scritte dal marito nell'agonia, è la rivelazione della segreta passione di lui per Ginette. La scoperta getta la moglie in un tragico, doloroso stupore. La sua angoscia si ribella contro Ginette presente che le ha mandato il marito alla morte. Insorge contro la memoria stessa del marito che si spoglia ad un tratto dinanzi alla sua mente desolata e al suo dolore di tradita, di ogni aureola di eroismo. Cecile Bellanger scaccia da sé Ginette.
Il dramma è arrivato a questo punto al suo secondo atto. Ma è venuto a mano a mano declinando nelle sue virtù di forza di opportunità, di bellezza materiale e ideale. L'arte è l'abilità del Bataille si esprimono nello sviluppo poetico e drammatico di qualche sentimento o di qualche situazione isolata, ma non giungono a comporre un profondo e ordinato quadro rappresentativo. Sembra che l'autore smarrisca, o non curi la grande visione del suo tema: la grande idea della patria di cui pare abbia voluto fare una specie di simbolo nell'entusiasmo e nel fervore di Ginette, viene nella morte di Pierre Bellanger a soggiacere quasi ad una comune passione d'amore.
Resta una parte del confitto nella situazione drammatica della moglie che scopre il tradimento, sia pure spirituale, mentre piange il compagno perduto, ma il dramma più vasto, quale era accennato nel tema abbassa il suo volo: la virtù sottile ed eloquente dello scrittore ci commove col dolore, con lo stupore in cui ci rappresenta la moglie, si fa ammirare con particolari delicati e squisiti, ma il dramma si arresta nella sua elevazione, vacilla incerto e vago nel suo significato, nel suo scopo. Spoglio di queste sue fioriture drammatiche, di questa esteriore eloquenza di commozione, mostra la sua costruzione un po' inane, un po' convenzionale, un po' cinematografica.
E abbassa, maggiormente il suo tono nel terzo atto, che si aggiunge ai precedenti come un epilogo appiccicato con note e con mezzi di vecchio melodramma. Sono passati sei mesi, la guerra è finita, finita con la vittoria degli alleati e noi ritroviamo Ginette in casa di un sottoprefetto che sta per sposare allorché compare Cecile Bellanger, la vedova a lutto che le impone di rimanere fedele alla memoria del marito che per lei andò incontro alla morte. Ginette difende il suo diritto all'unione, alla felicità che l'attende, ma poi vi rinunzia: indossa le sue vesti di profuga e ritorna nel suoi paesi che la guerra ha desolato.
Tutto questo 3.o atto è pensato e pittato così con molta fretta e con dignità di idee, di materiali e di risultati assai inferiori all'intento che sembra dapprima animare il dramma. Henry Bataille è precipitalo in esso in una chiusa che ha tutta la banale convenzionalità di un mediocre romanzo.
Dramma, adunque, squilibrato o vario di valore: misto di virtù belle e
caratteristiche e di inconcepibili debolezze. L'arte di Gabrial le Rejane l'ha
fatto, ad ogni modo, brillare ieri sera con una interpretazione squisita,
ammirevole. L'attrice illustre non ha certamente tra le sue mani una grande
figura di dramma; ma un disegno di donna — Cecile Bellariger — a cui reca tutta
la sua profonda, magnifica virtù di attrice. Nel primo e nel secondo atto, dove
l'autore le ha offerto motivo di esercitarla, essa recitò con una ricchezza di
espressioni, con una misura di toni, con una semplicità di atteggiamenti, con un
risultato di commozione così profonda, così reale, così sincera da raccogliere
l'ammirazione di tutta la sala. Ginette Dardel ha nella signora Francesca
di.
Tre atti di A. M. Tirabassi – Musica di C- Lombardo
(Politeama Chiarella.)
La nuova operetta fu gustata, fu applaudita da un pubblico numeroso ed elegante,
procurò varie chiamate al proscenio agli
Al successo contribuì l'esecuzione, buona sovratutto nella Crlstoforeanu, nel
Massucci, e nella Majeroni, attenta nel cori, che eseguirono bene certi
ULTIME DI CRONACA
4 % 1a e 2a emissione 1912
Col 1.o aprile 1917 scadrà il termine per il rimborso del buoni quinquennali del Tesoro 1 %, emessi in virtù dei reali decreti 5 aprile 1912 e 14 luglio 1912.
I possessori dei detti buoni dovranno indicare al Tesoro entro il 15 c. m., a
monte dell'art. 15 del regio decreto 14 aprile 1912, N. 444, la Sezione di
Tesoreria provinciale presso la quale desiderano esigere il capitale ad essi
dovuto. Il rimborso potrà richiedersi anche presso la Tesoreria Centrale del
Regno, presso la Sezione di Tesoreria di Tripoli, Bengasi
In tali domande dovranno indicarsi con precisione e chiarezza i numeri distintivi e la serie dei buoni di cui chiedesi il rimborso, nonché il decreto reale 15 aprile 1912, oppure 14 luglio 1912, in forza dei quale i buoni stessi si furono emessi. Avvertesi che senza tali indicazioni il Tesoro si troverà nella impossibilità di far avere agli uffici pagatori le contromatrici necessarie per procedere al rimborso. È vivamente raccomandato d'indicare nelle domande il nome, cognome e indirizzo dell'interessato, per eventuali richieste in caso di omissione di tali indispensabili elementi.