Atto I
Scena I
Sala terrena nel castello del conte di Stankar; nel fondo una porta nel centro, con finestra a sinistra dello spettatore, un camminetto ardente a diritta. Davanti la finestra, verso la metà della scena, una gran tavola con varii libri, tra i quali uno piuttosto grande legato in tutto lusso con fermaglio chiuso a chiave. L’occorrente per iscrivere.
Jorg seduto presso la tavola, leggendo.
Jorg
Oh santo libro, oh dell’eterno Vero
ispirate profetiche parole!…
(chiude e s’alza)
Segui, Stiffelio, e tua parola sia
tempesta che distrugge, onda che ingoja,
o fologore che atterra
pei nemici di Dio su questa terra.
Ei vien… la sposa è seco… Ah voglia il cielo
che l’amore non sia d’inciampo al zelo!
Scena II.
Detto, Stiffelio, al cui braccio è Lina; Stankar, Raffaele, Federico, Dorotea.
Stiffelio
Tra voi son io… mia sposa, amici!…
Jorg
Stiffelio…
Stankar
Figlio…
Tutti
Come felici
tutti godiamo per tal ritorno!
In ogni core vivrà tal giorno.
Ognun qui v’ama.
Dorotea
Un battelliere
qui fu più volte…
Stiffelio
E m’ha cercato?
Dorotea
Sì.
Stiffelio
Desso è Valter; il buon nocchiere
su strano caso m’ha consultato.
Tutti
Saper possiamo che vi narrò?
Stiffelio
Oh sì, ripeterlo ei non vietò.
Di qua varcando sul primo albore
una finestra ei vide aprire,
e come côlto da gran terrore
a quella un giovane poi comparire.
Stankar
(Oh mio sospetto!)
Raffaele e Lina
(Cielo, che sento!)
Tutti
Su proseguite, strano è l’evento.
Stiffelio
Era una donna a lui da presso
che fuor di senno quasi parea…
Egli esitava, ma poi l’eccesso
dello spavento vincer dovea;
sulla finestra ratto montò,
e giù, nell’onda precipitò.
Stankar
Son molti giorni?
Stiffelio
Otto.
Lina
(Gran Dio!)
Raffaele
(Fu testimone del caso mio!)
Tutti
Venne il fuggente riconosciuto?
Stiffelio
(traendo di tasca un portafogli)
No, questi fogli solo ha perduto.
Tutti
Vediamo?
Lina, Raffaele
(Cielo!)
Stankar
Che ne farete?
Stiffelio
Per consegnarli, legger dovrei,
rea tresca allora discoprirei…
Jorg
Ebben?
Lina, Raffaele
(Che fia?)
Tutti
Che risolvete?
Stiffelio
Ardan col nome del seduttor.
(getta alle fiamme il portafogli)
Lina, Raffaele
(Cielo, respiro!)
Tutti
(Sublime cor!)
Stiffelio
Colla cenere disperso
sia quel nome e quel delitto;
Dio lo disse, Dio l’ha scritto,
che al fratel s’indulgerà.
Lina
(Ah mercé, mercé, gran Dio,
ti commosse il mio dolore!
S’or fui salva, in altro errore
l’alma più non ricadrà.)
Raffaele
(a Lina)
(Simular, mentire è d’uopo…
un colloquio da voi voglio…
in quel libro porrò un foglio,
ch’ora e loco vi dirà.)
Stankar
(O Leuthold, all’onor mio
nella figlia tu attentavi!
Ma, se è ver che lo macchiavi,
il tuo sangue il tergerà.)
Jorg, Dorotea, Federico
(Ah perfino la memoria
egli sperde dell’errore!
D’evangelico pastore
la virtude in cor gli sta!)
Scena III.
Detti e molti Amici e Partigiani di Stiffelio.
Coro
(di dentro)
Viva Stiffelio! viva!
Stiffelio
Che fia?
Jorg
(guardando dalla finestra)
Festosa arriva
schiera d’amici a te.
Stiffelio
Che von’?
Stankar
Vedervi.
Coro
(entrando)
Ov’è?
A te Stiffelio un canto
s’innalza da ogni core;
sei di Lamagna il vanto,
del vizio fugatore.
Giustizia, amor fraterno
diffondi sulla terra,
pel santo Vero eterno
combatti l’aspra guerra.
Coro, Jorg, Federico, Dorotea
Pei campi, dal convito,
dall’aula, dall’altare,
tuo nome all’infinito
tra noi risuonerà.
Stiffelio
Fratelli, a Dio soltanto
dovete laudi alzare;
un’eco allor quel canto
nell’universo avrà.
Lina
(Da qual rimorso atroce
mi sento lacerare!
Di sua virtù la voce
più rea mi griderà.)
Stankar
(Cotal virtù un rimorso
se potrà in lei destare,
d’un padre avrà il soccorso,
che sempre veglierà!)
Raffaele
(Dovrebbe in me un rimorso
cotal virtù destare;
ma poco è un primo sorso
libar di voluttà!)
(Lina si abbandona sulla sedia presso la tavola, gli altri tutti seguono Stankar nelle stanze a destra)
Scena IV.
Stiffelio e Lina.
Stiffelio
(Non ha per me un accento!… non un guardo!)
Soli noi siamo alfine…
Lina
Rodolfo… Oh perdonate! mal s’avvezza
a chiamarvi Stiffelio il labbro mio:
(s’alza)
Rodolfo Müller: egli è il dolce nome
col quale vi chiamai la prima volta,
che qui, fuggente la nemica rabbia,
v’accoglieva mio padre.
Stiffelio
Quanto infelice fui da te lontano!
Lina
Pur di trïonfi il mondo
t’era splendido tanto e di piaceri…
Stiffelio
Piacer!… t’inganni, tu con me non eri.
Vidi dovunque gemere
oppressa la virtude,
vegliardi vidi e giovani
del vizio in schiavitude;
vinto dall’oro il merito,
delusa la giustizia,
e in mare di nequizia
vagar l’umanità.
Lina
Cielo, che orror!
Stiffelio
Le ingenue
custodi del pudore,
le donne, rotto il vincolo
del coniugale amore…
Lina
Ah!…
Stiffelio
Ben lo so, perdonami;
il quadro è troppo orrendo…
ma ti riveggo, e apprendo
che ancor v’è fedeltà.
Lina
Che dite mai, Stiffelio!
Stiffelio
Il ver… Guai se ingannato!…
Lina
È grande la vost’anima,
(Lina si confonde)
avrebbe perdonato.
Stiffelio
Ah no, il perdono è facile
al core non ferito;
ma occulto sta nell’anime
tesoro indefinito,
che nulla mano infrangere
impunemente può.
Ma… lagrime ti grondano!…
tu tremi!… non m’inganno;
ti cruccia ascoso affanno.
Parla al tuo sposo.
Lina
No.
Stiffelio
No?… dunque allor sorridimi;
oggi del nostro imene
ricorre la memoria…
Lina
Lo so… (Che orrende pene!)
Stiffelio
Dal cielo benedivane
oggi la madre mia…
(le prende la mano)
oggi il suo anel… che fia!
non l’hai!… l’anel dov’è?
Lina
Ah!…
Stiffelio
Non c’è più!… Rispondere
v’è duopo… che ne feste?
Lina
L’anello?…
Stiffelio
Sì… parlatemi…
l’anello a chi lo deste?
(Lina piange e si copre il volto con ambe le mani)
Ah v’appare in fronte scritto
che un rimorso vi fa guerra!
Figlio è solo d’un delitto
quel silenzio accusator!
Ah ch’io cada fulminato,
m’innabissi pur la terra!
Su me scaglisi il creato
se mi colse il disonor!
Lina
Mi dilacera, m’atterra
quell’accento e quel furor!
Scena V.
Detti, e Stankar dalla destra.
Stankar
Müller?
Stiffelio
Che?
Stankar
Gli amici attendono…
Stiffelio
Mai per me un istante avrò!
Stankar
Ma qual’ira!
Stiffelio
Perdonatemi…
andiam… tosto qui verrò.
(a Lina e partono)
Scena VI.
Lina sola.
Lina
Tosto ei disse!… Ah son perduta!
Quai discolpe usar potrei!
Il rimorso mi fa muta,
un accento non avrei.
Questa misera tradita
nulla in terra può salvar.
A te ascenda, o Dio clemente,
il sospiro, il pianto mio…
tu perdona alla dolente,
ed ei pur perdoni, o Dio!
Perdonata, o colla vita
possa l’onta cancellar!
Verrà… dovrò risponder! Che risponder? –
Confessar forse?… Ah no!… scriver fia meglio.
(eseguisce)
Rodolfo!… Ciel non posso!…
Scena VII.
Detta, e Stankar dal mezzo.
Stankar
(Io tutto vo’ saper… (vedendola) Ah!)
Lina
(Non è questo
che dir gli vo’.)
Stankar
(che le si sarà avvicinato pone la mano sulla carta e dice:)
Una lettera!
(s’impadronisce del foglio)
Al signore di Leuthold scrivevate!
Lina
(spaventata)
Io?
Stankar
Silenzio!… (leggendo) Rodolfo!…
Di voi non son più degna!
Non m’ingannava dunque, o sciagurata!…
Lina
Più tacer più non potea… troppo soffriva…
Stankar
Ed ei?… Disperazione,
morte per lui qui stanno.
Lina
Ciel!
Stankar
Sì, la morte…
Lina
Ah no, ch’ei viva, o Dio!
Ingannarlo dovrò?… No, nol poss’io!
Stankar
Dite che il fallo a tergere
la forza non ha il core;
che de’ rimorsi il demone
troppo vi fa terrore;
dite ch’è men difficile
all’anima spergiura
svelar la colpa impura
che morte a lui darà.
Non basta a voi l’infamia,
essere vil volete!…
Lina
Padre!…
Stankar
Si, vil… ma uditemi.
Rodolfo salverete…
D’amore immeritevole,
dovrete amor subire!…
Lina
No.
Stankar
È d’uopo l’obbedire…
Lina
Mai…
Stankar
Mai?
Lina
No, non sarà.
Stankar
Ed io pure innanzi agli uomini
dovrò l’ira soffocare,
la vergogna dovrò vincere,
voi mia figlia ancor nomare;
voi, l’indegna che disprezzo,
voi, del padre disonor.
Lina
Oh qual fate orrendo strazio
d’una misera pentita!
Non vi dicon queste lagrime
che già troppo son punita?
Non volente fui nel lezzo
trascinata dell’error.
Stankar
Basti adesso, quel pianto tergete.
Lina
Ah nol posso!
Stankar
Non più, lo dovete.
Lina
Io nol posso!…
Stankar
Tal è il mio volere.
Lina
No, nol posso!…
Stankar
È di sposa dovere;
di Rodolfo lo esige la vita…
Lina
Tacerò.
Stankar
Tempo è ben.
Lina
Chi m’aita!
Stankar
Or meco venite, il pianto non vale;
nessuno sospetti l’evento fatale:
stia come in sepolcro celato l’errore,
lo esige, lo impera del sangue l’onore.
A Müller del mondo l’amor fia salvato,
se il vostro perdeva mutabile amor.
Lina
Orrenda parola!… per sempre perduto!…
Il pianto si celi, il duolo sia muto;
sorrida serena nel volto la calma,
nasconda l’atroce procella dell’alma!…
Perduto!… perduto!… eppure adorato
qual cosa celeste fu sempre dal cor!…
(entrano alla sinistra)
Scena VIII.
Raffaele dalla opposta parte, Jorg fuori della finestra.
Raffaele
M’evitan!… ma il colloquio
avrò che qui le chiedo…
(traendo di tasca una lettera)
Ecco il libro… io n’ho la doppia chiave.
(apre il libro, vi pone la lettera, lo torna a chiudere e lo ripone sulla tavola, tenendo sempre le spalle volte alla finestra)
Jorg
(Che vedo!…)
Scena IX.
Detti e Federico dalla sinistra.
Federico
Leuthold!…
Raffaele
Mi si chiedeva?
Federico
La Messiade di Klopstock voleva.
(prende il libro che porta seco partendo con Raffaele dalla sinistra)
Jorg
(si ritira)
Scena X.
Sala di ricevimento nel castello, illuminata e parata per una festa.
Amici di Stiffelio e del Conte vi giungono colle loro spose introdotti da Servi.
Coro
Uomini
Plaudiam! di Stiffelio – s’allegri il soggiorno,
si plauda al ritorno – del grande orator!
Donne
Concordi qui regnino – la gioia, la pace,
costante verace – sorrida l’amor!
Tutti
L’amor che diffondere – ei vuo’ tra mortali;
l’amor che fa eguali – lo schiavo e il signor!
Plaudiamo, ed al cantico – qual eco gioconda
l’affetto risponda – che muove dal cor!
(si confondono, tra lor favellando)
Scena XI.
Detti, Stiffelio e Jorg dalla destra; poi Lina al braccio di Stankar; quindi dalla sinistra Raffaele con Dorotea, e Federico che subito parlerà con Lina, ed avrà il Klopstock sotto il braccio.
Stiffelio
(tra loro)
Tardasti?
Jorg
Rifuggo da’ gaudii mondani.
Stiffelio
Adunque tai feste?…
Jorg
Le lascio ai profani,
ché arrecan perigli e insidie all’onore.
Stiffelio
Che parli?
Jorg
Ti dico che or ora un signore
un libro con chiave guardingo schiudea,
e in esso un biglietto…
Stiffelio
Un biglietto!
Jorg
Ascondea,
e aspetta risposta… Quel libro è stromento
di tresca colpevole…
Stiffelio
Oh cielo! che sento!
Chi è desso?
Jorg
È con Lina, ed ha il libro…
Stiffelio
Fia vero!
È Frengel!… Ma come svelare il mistero!
Jorg
Più tardi…
Stiffelio
(resta concentrato)
Dorotea
Cugino, pensate al sermone?
Federico
Al tempio stassera saravvi unïone…
Verremo.
Coro
Sì, tutti.
Federico
Qual fia l’argomento?
Stiffelio
Antico. – Dell’empio sarà il tradimento.
Lina, Raffaele
(Oh cielo!)
Federico
Pensiero sublime, stupendo.
Coro
A tutti i malvagi d’esempio tremendo.
Stiffelio
Non solo all’iniquo ch’ha il Maestro venduto,
ma a quanti tradiscon m’udrete imprecare…
A lui che s’insinua, che simula astuto,
che insidia, che macchia il domestico lare;
che stringe la mano all’uomo ingannato,
e infame poi vanta l’onore involato!…
A lui per anàtema fia sol ch’io ripeta
il carme ispirato del grande poeta…
(prende il libro dalle mani di Federico)
Lina
Ah!
Stiffelio
Chiuso!
Dorotea
Ne ha Lina la chiave.
Lina
(Gran Dio!)
Stiffelio
Apritelo dunque…
Lina
Che dite?
Stiffelio
Il voglio…
Lina
Io!
Stiffelio
Aprite voi, lo replico,
è inutile il terrore.
D’un empio traditore
qui la condanna sta.
Tutti
Oh qual m’invade ed agita
terribile pensiero!
Fatal, fatal mistero
tal libro svelerà!
Stiffelio
Nol volete?… farollo io stesso…
(ne rompe il fermaglio e cade una lettera)
Una lettera!
Lina
(Oh cielo!)
Stankar
(a Stiffelio, raccogliendola)
Fermate.
Non v’è legger tal foglio concesso…
Chi lo scrisse, cui spetti ignorate…
Stiffelio
Io nol curo… rendetelo… il vo’…
Stankar
Vecchio sono…
Stiffelio
Rendetelo…
Stankar
No.
(lo riduce in brani)
Stiffelio
(a Stankar irato)
Chi ti salva, o sciagurato,
dallo sdegno che m’accende?
Cieco l’ira già mi rende,
più non freno il mio furor!
Lina
(a Stiffelio frapponendosi)
È mio padre… l’ira vostra
su me tutta or cada alfine;
ma le nevi di quel crine
rispettatele, signor.
Stankar
(a Raffaele)
Nel recinto dei sepolcri
da me atteso or or sarai;
armi a scelta troverai…
ti precedo, o traditor.
Raffaele
(a Stankar)
Freno all’ira… io non la temo;
se ch’io sia voi conoscete,
sconsigliato invero siete
nel gridarmi traditor.
Tutti
(tra loro)
A turbar la bella calma
che spirava in ogni petto,
perché un demone il sospetto
a Stiffelio gittò in cor!
(Stiffelio e Jorg partono dalla destra; Lina e Stankar dalla sinistra; gli altri dal mezzo. Cala la tela.)
Fine dell’Atto primo.
Atto secondo
Scena I.
Antico cimitero. Nel centro una croce con gradini; a sinistra la porta d’un tempio internamente illuminato, a cui si ascende per grandiosa scalea; a destra più in fondo vedesi il castello di Stankar; la luna piove sua luce sulle sparse tombe ombreggiate da spessi cipressi; tra queste una ve n’ha di recente.
Lina dal fondo agitatissima.
Lina
Oh cielo!… ove son io!…
quale incognita possa mi trascina!…
Egli verrà!… qui dove tutto è orrore!…
In ogni tomba sculto
in cifre spaventose
il mio delitto io leggo!…
Il murmure d’ogn’aura mi par voce
che un rimprovero tuoni!
(s’aggira barcollando tra i sepolcri)
Ah di mia madre è questo il santo avello!…
Ella sì pura!… ed io!…
Madre!… madre, soccorri al dolor mio.
Ah dagli scanni eterei,
dove beata siedi,
alla tua figlia volgiti,
l’affanno suo deh vedi;
queste pentite lacrime
offri all’eterno trono,
e se i beati piangono,
piangi tu pur con me.
Non vorrà il suo perdono
niegarmi Iddio per te.
Scena II.
Detta e Raffaele frettoloso.
Raffaele
Lina… Lina?
Lina
Parlate sommesso
per pietade… mio padre è qui presso.
Indovina Rodolfo… sa tutto…
Raffaele
Federico reo solo ei sospetta;
vostro padre la prova ha distrutto…
Lina
E il rimorso ch’eterno ne aspetta?
Raffaele
Non lo teme chi serve all’amore.
Lina
Fui sorpresa; non v’ama il mio core…
Raffaele
Cruda, io sempre pur v’amo…
Lina
Il provate:
i miei scritti, l’anel mi ridate…
di qua tosto partite… involatevi…
Raffaele
No, a difendervi qui resterò.
Lina
Dunque perdere volete
questa misera tradita!…
Se restate, la mia vita
tutta in pianto scorrerà!
Maledetto non andrete
dalla donna un dì beata,
chi rendeste sventurata
benedirvi ancor saprà.
Scena III.
Detti e Stankar che comparisce dal fondo, chiuso in un mantello; egli ha due spade.
Raffaele
Io resto.
Lina
Allor Rodolfo saprà tutto.
Stankar
(entrando improvvisamente tra loro)
Ei tutto ignorerà…
Lina
Padre!
Stankar
Partite.
Lina
Ah, ne’ vostr’occhi io leggo…
Stankar
M’obbedite.
(Lina parte)
Scena IV.
Raffaele e Stankar.
Stankar
(gettando il mantello e presentandogli le spade)
Scegli…
Raffaele
Un duello?
Stankar
Sì, mortale…
Raffaele
Ma la sorte non è eguale…
Stankar
Tu ricusi!… al mondo in faccia
vo’ insultarti…
Raffaele
La minaccia
io non curo… fia lodato
chi avrà un veglio rispettato…
Stankar
Se’ un infame… un vile indegno…
Né ancor t’ecciti allo sdegno?
spento è dunque in te l’onore?…
Raffaele
Pazïente son, signore…
Stankar
Oh mia rabbia!… Ebbene ascolta…
Raffaele
Basti!…
Stankar
M’odi anco una volta;
s’ora invano t’ha gridato
vile, infame il labbro mio,
fare a tutti disvelato
chi tu sia saprò ben io.
Raffaele
Basti… Stankar!…
Stankar
Venturiero,
che t’avvolgi nel mistero…
nobil conte Raffaello,
tu non sei che un trovatello!
Raffaele
(furente)
Ah! una spada!…
Stankar
Grazie, o sorte!
(presenta le spade a Raffaele che ne sceglie una)
Raffaele
Una spada!… in guardia…
Stankar
A morte.
a 2
(brandendo le spade)
Nessun demone, niun Dio,
a’ miei colpi ti torrà.
Col tuo sangue il furor mio
l’onta infame tergerà.
(si battono accanitamente)
Scena V.
Detti e Stiffelio dalla porta del tempio.
Stiffelio
Qual rumore!… Un duëllo!… Abbassate
or quell’armi…
(scende)
Raffaele, Stankar
Stiffelio!…
Stiffelio
Voi siete!
Santo è il loco che sì profanate…
i sepolcri col piede premete,
sopra il capo la croce vi sta!
Stankar
(a Raffaele)
Vieni altrove…
Stiffelio
Dio pur vi sarà.
Stankar, Raffaele
Ne lasciate… un di noi dee morire…
Stiffelio
Io saprovvi dovunque seguire.
Stankar
Dimmi, scordi a chi parli?
Stiffelio
Di Dio
ora parlo nel nome… Ascoltarmi
solo spetta qui a voi. Giù quell’armi;
sia l’offesa coperta d’oblio…
(a Stankar)
il fratello perdoni al fratello…
Stankar
Mai…
Stiffelio
Più giovin… tu pria, Raffaello…
La tua destra?…
(lo disarma e gli stringe la mano)
Stankar
(a Raffaele)
Oh eccesso inaudito!
La man stringi dell’uom ch’hai tradito!
Stiffelio
Ah!… tradito!…
Stankar
Che dissi!
Stiffelio
(a Stankar)
Parlate?
Stankar
No, lasciatemi…
Stiffelio
Il vo’… terminate…
Scena VI.
Detti e Lina dal fondo.
Lina
(indietro)
(Qui dell’armi!)
Stiffelio
(a Stankar)
Si sveli il mistero.
Lina
(inoltrandosì)
Oh ciel!
Stankar, Raffaele
Lina!
Stiffelio
Saprò alfine il vero.
Lina
Grazia!… Grazia… Rodolfo…
Stiffelio
Grazia!
Era dunque costui!…
Stankar
Müller!
Stiffelio
Ah!…
(a tutti)
Era vero?… ah no!… è impossibile!…
(a Lina)
Che ho mentito, almeno dite…
un accento proferite…
vi scolpate per pietà!
Ma tu taci!… Ah tolto è il dubbio…
il mio piè ti schiaccerà!
(Lina spaventata si allontana da lui)
Lina
(da sé)
(Ah scoppiata è omai la folgore
che ruggìa sulla mia testa,
e la vita che mi resta
morte lenta a me sarà!
Dio, che padre sei de’ miseri,
non negarmi tua pietà!)
Stankar
(a Raffaele)
Or da Dio con quelle lacrime
è il destino tuo già scritto…
Reo tu sei di tal delitto
che più inulto non andrà.
S’ora fu sospeso il fulmine,
più tremendo poi cadrà.
Raffaele
(a Stankar)
Pronto sono; che più tardasi?
Me tremante non vedrai;
dal mio braccio apprenderai
s’io conosca la viltà.
Nuova pugna inevitabile
l’onor mio vendicherà.
Stankar
(a Stiffelio)
Dessa non è, comprendilo,
che devi ora punire…
Stiffelio
Ah veggo chi è il colpevole!
(a Stankar)
Onor vi fe’ brandire
quel ferro a vendicarmi…
(a Raffaele strappando la spada di mano a Stankar)
Non più… riprendi l’armi…
Raffaele
Contro di voi!… Nol vo’…
Stiffelio
Difenditi…
Raffaele
No… No.
Stiffelio
Non odi in suon terribile
gridarti queste tombe:
trema, a punirti, o perfido,
l’ora fatal tuonò!…
Coro
(dall’interno del tempio)
Non punirmi, Signor, nel tuo furore,
o come nebbia al Sol dileguerò!
Miserere di me, pietà, Signore,
miserere, e tue glorie canterò.
Scena VII.
Detti e Jorg dal tempio.
Jorg
(dalla soglia)
Stiffelio?
Stiffelio
(gli cade di mano la spada)
Quale suono!
Jorg
(raggiungendolo)
I tuoi fratelli sono…
Stiffelio
Che von’?
Jorg
Conforti chiedono…
Stiffelio
Conforti!… Ah!…
Jorg
Torna in te!
Stiffelio
(come in delirio)
Me disperato abbruciano
ira, infernal furore,
tranquilli la man gelida
voi mi gravate al core…
Ah fate prima ch’ardermi
le vene cessi il sangue,
e la virtù che langue
sarà più forte in me!…
Lasciatemi, lasciatemi…
tutto il mio cor perdé.
(s’ode nuovamente il coro interno dal tempio)
Jorg
Non senti?…
Tutti
Istante fiero!
Jorg
Solleva il tuo pensiero…
e chi sei tu rammentati!
Stiffelio
(scosso)
Assasveriano sono!
(inginocchiandosi)
Dio, a parlar loro ispirami…
Tutti
Di pace, di perdono!…
Stiffelio
Perdon… giammai!… la perfida…
(sorgendo impetuoso)
sia maledetta!…
Tutti
Oh cielo!
(Lina cade in ginocchio al piè di Stiffelio)
Jorg
(salito sui gradini)
Da questa croce agli uomini
ha il Giusto perdonato…
Stiffelio
(va barcollando)
La Croce! Ahimè!… qual gelo!
Io… muoio!…
(cade sui gradini)
Tutti
Oh sventurato!…
(Quadro e cade la tela.)
Fine dell’Atto secondo.
Atto terzo
Scena I.
Anticamera che mette a varii appartamenti. Sopra una tavola, due pistole e l’occorrente per iscrivere.
Stankar entra pensoso leggendo una lettera.
Stankar
Ei fugge!… e con tal foglio
Lina a seguirlo tenta!…
Infame!… egli s’invola a mia vendetta!…
O spada dell’onor che per tant’anni
cingevi il fianco del guerriero antico
e nei cimenti a lui mietevi gloria,
vanne lungi da me… più non ti merto…
(si leva la spada e la getta)
Disonorato io son!… disonorato!
E ch’è la vita mai senza l’onore?
È un’onta… ebben, si tolga…
sì, sì un istante, e tutto sia finito!
(per prendere una pistola, poi si arresta)
Lasciar tutto!… Stiffelio… la mia figlia!…
la mia colpevol figlia!… che!… una lacrima!…
lacrima il ciglio d’un soldato!… Oh quanto
sei tu grande, o dolor!… mi strappi il pianto.
Lina, pensai che un angelo
in te mi desse il cielo,
raggio d’amor purissimo
degli anni miei sul gelo…
Stolto!… sognai!… sparita
la gioia è di mia vita;
una innocente lacrima
spirando non vedrò;
solo seguace al feretro
il disonore avrò.
(va sedere commosso e scrive)
Scena II.
Detto, poi Jorg astratto.
Stankar
Ah si finisca… Addio, Stiffelio… Addio
estremo…
(suggella il foglio, poi prende una pistola e la monta)
Jorg
Ei qui verrà…
Stankar
(sorpreso ascondendo l’arma)
Chi?
Jorg
Voi!… Stiffelio
cerco.
Stankar
È inaccesso a tutti…
Jorg
A me nol fia
quando saprà che Raffael raggiunsi.
Stankar
Che di’?
Jorg
Ei verrà tra poco…
(entra nella stanza di Stiffelio)
Scena III.
Stankar solo.
Stankar
Qui Raffaël verrà!…
In questo tetto uno di noi morrà!
Oh gioia inesprimibile,
che questo core innondi,
è troppo, è troppo il palpito
che in tutto me diffondi!
Convulsa provo un’estasi
che quasi par deliro!
La voce ed il respiro
mancar già sento a me!
Vendetta!… ah vieni, affrettati,
rinascerò per te!
(parte)
Scena IV.
Stiffelio e Jorg dalla camera.
Stiffelio
(a Jorg)
Dite ai fratei che al tempio
sarò fra pochi istanti…
Lasciatemi…
Jorg
Egli viene…
(parte)
Scena V.
Stiffelio, Raffaele e Fritz a tempo.
Raffaele
Ricercare mi feste?
Stiffelio
Sì.
Raffaele
Prevedo
rimbrotti…
Stiffelio
Non un detto.
Raffaele
Non mi opporrò a vendetta, se bramate…
Stiffelio
Sol ho un’inchiesta…
Raffaele
Quale?
Stiffelio
Che fareste, se pur libera fosse
Lina?…
Raffaele
Che dite!
Stiffelio
Io chiedo… Rispondete.
Raffaele
A impossibil supposto?
Stiffelio
Fritz?… (Fritz comparisce, poi parte) s’avverta
Lina, che qui l’attendo…
Raffaele
E che cercate?
Stiffelio
Saper s’è a voi più cara
colpevol libertade, o l’avvenire
di donna che perdeste!…
Là tutto udrete…
(lo conduce e chiude in una stanza laterale)
Raffaele
(entrando)
(Cielo!)
Scena VI.
Stiffelio e Lina.
Stiffelio
Inevitabil fu questo colloquio
prima di separarci…
Lina
Che!… Partite?…
Stiffelio
Sì… questa sera…
Lina
Voi!… Come?
Stiffelio
Udite.
Opposto è il calle che in avvenire
la nostra vita dovrà seguire…
col guardo fiso soltanto in Dio
vo’ rassegnato correre il mio…
Voi, stretta all’uomo del vostro core,
trarvi potrete dal disonore…
Lina
Che dite!…
Stiffelio
Quando ci unimmo sposi,
perché dovunque perseguitato,
a tutti il vero mio nome ascosi;
dal dritto sciogliere tal nodo è dato.
Quest’atto il frange…
Lina
Cielo, un divorzio!…
Stiffelio
A voi, segnatelo… firmato io l’ho.
Lina
Ah, fatal colpo attendermi,
Rodolfo, qui sapea!…
ma degna di rimprovero
almeno mi credea…
No… d’uno sprezzo acerrimo
trovo sol qui l’orror!…
Schiacciatemi… uccidetemi…
morrò per vostro amor!
Stiffelio
Speraste che per lacrime
scemasse il dolor mio!…
che l’onta incancellabile
coprissi alfin d’oblio!…
che rassegnato accogliere
potessi il disonor!…
Ah vivon quanto l’anima
le offese dell’onor!…
Lina
A me quell’atto… Datelo.
(glielo toglie di mano)
Stiffelio
Firmate?
Lina
Sì.
Stiffelio
(Che ascolto!)
Lina
Trama pensaste il piangere…
ora tal dubbio è tolto…
(firma)
Entrambi siamo or liberi,
tutto tra noi cessò.
(gli rende la carta)
Ora il potrete… Uditemi…
Stiffelio
(per partire)
Non più, signora…
Lina
(trattenendolo)
Il vo’.
Non allo sposo volgomi,
ma all’uom di sacro zelo…
Ei fino dal patibolo
a’ rei dischiude il cielo…
La donna più non supplica,
qui la colpevol sta…
Stiffelio
Lasciatemi… lasciatemi…
Lina
Ministro, confessatemi…
(si getta a’ suoi piedi)
Stiffelio
Voi!… che udrò?…
Lina
Quanto Müller
voluto udir non ha.
Egli un patto proponeva
ch’altrui donna mi rendeva,
quasi avessi, lui perduto,
trovar pace ancor potuto…
quasi a prezzo tal volessi
racquistarmi ancor l’onore…
quasi vivere potessi
discacciata dal suo core…
Stiffelio
Basti… basti…
Lina
D’altri moglie!
Ah voi dunque non capite
l’amor mio!…
Stiffelio
Amor!… che dite!…
Lina
V’amai sempre… sempre v’amo;
testimonio Iddio ne chiamo…
Stiffelio
Ma colui!…
Lina
Fu tradimento…
Stiffelio
Vi tradiva!…
Lina
Sì…
Stiffelio
Fia spento…
io n’ho il dritto…
Lina
Cielo!…
Stiffelio
È là.
Scena VII.
Detti, Stankar con una spada insanguinata alla mano e Jorg da opposte parti.
Stankar
Non v’è più.
Lina
Che!
Jorg
Un’uccisione!
Stiffelio
Un duëllo!
Stankar
Un’espiazione…
Chi poteva il disonore
rivelar, estinto è già.
(parte)
Jorg
(a Stiffelio)
Vieni al tempio del Signore,
virtù nuova avrai colà.
Scena VIII.
Stiffelio, Lina e Jorg.
Stiffelio
Ah sì, voliamo al tempio,
fuggiam le inique porte,
delitto solo e morte
qui l’uomo vi stampò.
Ai seduttori esempio
rimanga questo tetto…
Iddio l’ha maledetto,
d’infamia il fulminò.
Lina
Ah dunque non v’ha in terra
conforto al mio dolore!…
D’involontario errore
perdono non avrò!
Clemente Iddio disserra
di tua pietà il tesoro,
col palpito t’imploro
d’un cor che non peccò!
(Stiffelio è tratto altrove da Jorg. Lina si ritira in una stanza)
Scena IX.
Interno d’un tempio gotico sostenuto da grandi arcate. Non si vedrà alcun altare; solamente, appoggiata ad una colonna, è una cattedra, a cui si ascende per doppia gradinata.
Dorotea, Federico e Popolo sono nel tempio. Lina coperta d’un velo va presso la cattedra a destra, Stankar a sinistra. Tutti sono in ginocchio e pregano accompagnati dall’organo.
Coro, Dorotea, Federico
Non punirmi, Signor, nel tuo furore,
o come nebbia al Sol dileguerò!
Miserere di me, pietà, Signore,
miserere, e tue glorie canterò.
Stankar
Se punii chi m’ha tradito
nell’onore ch’è tuo dono,
come a Davide pentito,
Dio, concedimi il perdono.
Lina
Confido in Te,
Signor, pietà
non nieghi a me
la tua bontà.
Scena ultima.
Detti, Stiffelio e Jorg dalla destra. Sono coperti di nera e lunga cappa. Stiffelio è concentrato e porta un libro.
Jorg
Stiffelio?
Stiffelio
(riavendosi da un’astrazione)
Eccomi…
Lina
(Udirlo
ancor potrò!)
Stiffelio
(passandole vicino)
(Qual donna!)
Lina
(Non mi conobbe!)
Stiffelio
(a Jorg)
Qui restate.
Jorg
(piano tra loro)
L’alma
afforza… Speran tutti in te…
Stiffelio
(scorgendo Lina)
Ciel!
Jorg
Ch’hai?
Stiffelio
Dessa!…
Jorg
Pensa ove sei!… coraggio!…
Stiffelio
Ah sì!…
Ma confusa ho la mente
ed il pensier mi sfugge…
Jorg
Il libro santo schiudi,
t’ispirerà il Signore…
Stiffelio
Dicesti ben…
Jorg
Fa core.
(salgono alla cattedra per la scala a sinistra)
Stiffelio
Io parlo a voi fratelli,
m’udite or qui raccolti…
nell’anima vorrei scolpirvi tutti
i detti miei…
Lina
(Oh cielo!)
Stiffelio
Al suo nemico
chi pace dà, clemente avrà il Signore…
Jorg
Che parli?…
Lina
(E non finisce!…)
Stiffelio
Sì, clemente… clemente
e perdonato andrà.
Lina
(Gran Dio!)
Jorg
Che fai Stiffelio!…
Stiffelio
Sì, perdonato… In ciel ciò scritto stà.
(Tutti ripetono; Stiffelio si allontana, e Lina rimane in ginocchio.)
Fine.