Studenti, Borghesi, Popolani, Donne, Fanciulle, Soldati passeggiano per la piazza e sotto il viale. Altri son fermi a gruppi chiacchierando. Altri seduti alle tavole, bevono e giuocano. – Edmondo, attorniato da altri Studenti, poi Des Grieux.
Edmondo
(tra il comico ed il sentimentale)
Ave, sera gentile, che discendi
col tuo corteo di zeffiri e di stelle; –
ave, cara ai poeti ed agli amanti…
Studenti
(dopo averlo interrotto con una gran risata)
…e ai ladri ed ai brïachi!
Noi ti abbiamo spezzato il madrigale!
Edmondo
E vi ringrazio. Pel vïal giulive
vengono a frotte a frotte
fresche, ridenti e belle
le nostre artigianelle…
Studenti
Or s’anima il vïale.
Edmondo
Preparo un madrigale
furbesco, ardito e gaio;
e sia la musa mia
tutta galanteria!
Edmondo e gli Studenti
(ad alcune fanciulle che si avanzano dal viale)
Giovinezza è il nostro nome,
la speranza è nostra iddia,
ci trascina per le chiome
indomabile virtù.
Santa ebbrezza! Or voi, ridenti,
amorose adolescenti,
date il labbro e date il core
alla balda gioventù.
Fanciulle
(avvicinandosi)
Vaga per l’aura
un’onda di profumi,
van le rondini a vol
e muore il sol.
È questa l’ora delle fantasie
che fra le spemi lottano
e le malinconie.
(entra Des Grieux vestito semplicemente come gli Studenti)
Studenti
Oh, Des Grieux!
(Des Grieux li saluta senza accennare a volersi fermare)
Edmondo
(chiamandolo)
Fra noi,
amico, vieni e ridi
e ti vinca la cura
di balzana avventura.
(Des Grieux, senza aver l’aspetto preoccupato, si mostra poco disposto ad unirsi alle schiere allegre dei suoi compagni)
Non rispondi? Perché? Mesto tu sembri! Forse
di dama inaccessibile acuto amor ti morse?
Des Grieux
(lo interrompe, alzando le spalle)
L’amor! Questa tragedia,
ovver commedia,
io non conosco!
(gli Studenti si dividono, alcuni restano a conversare con Des Grieux ed Edmondo, altri si danno a corteggiare le ragazze che passeggiano a braccetto sul piazzale e nel viale)
Alcuni Studenti
(a Des Grieux)
Baie!
Misteriose vittorie
cauto celi e felice;
fido il figliuol di Venere
ti guida e benedice.
Des Grieux
Amici, troppo onore voi mi fate.
Edmondo e Studenti
Per Bacco,
indoviniam, amico… Ti crucci d’uno scacco…
Des Grieux
No… non ancora… ma se vi talenta,
vo’ compiacervi… e tosto!!
(si avvicina ad alcune fanciulle che passano e con galanteria dice loro)
Tra voi, belle, brune e bionde
si nasconde
ritrosetta – giovinetta
vaga – vezzosa,
dal labbro rosa
che m’aspetta?
Sei tu quella – bionda stella?
Dillo a me!
Palesatemi il destino
e il divino
viso ardente
che m’innamori,
ch’io vegga e… adori
eternamente!
Sei tu quella – bruna snella?
Dillo a me!
(le fanciulle comprendono che egli scherza, si allontanano corrucciate da Des Grieux crollando le spalle. Gli Studenti ridono)
Gli Studenti
Ma bravo!
Edmondo
Guardate compagni,
di lui più nessuno si lagni!
Tutti
Festeggiam la serata,
com’è nostro costume,
suoni musica grata
nei brindisi il bicchier,
e noi rapisca il fascino
ardente del piacer!
Danze, brindisi, follie,
il corteo di voluttà
or s’avanza per le vie
e la notte regnerà;
è splendente – ed irruente
è un poema di fulgor:
tutto vinca – tutto avvinca
la sua luce e il suo furor.
(Squilla la cornetta del postiglione: dal fondo a destra arriva una diligenza: tutti si affollano per osservare chi arriva: la diligenza si arresta innanzi al portone dell’osteria. Scende subito Lescaut, poi Geronte, il quale galantemente aiuta a scendere Manon. Dall’osteria vengono frettolosamente alcuni garzoni, i quali si affaccendano attorno a diversi viaggiatori, e dispongono per lo scarico dei bagagli)
Giunge il cocchio d’Arras!
Discendono… Vediam!… Viaggiatori
eleganti – galanti!
Manon, Lescaut, Geronte, poi l’Oste. Alcuni Garzoni d’osteria.
Studenti
(ammirando Manon)
Chi non darebbe a quella
donnina bella
il gentile saluto
del benvenuto?
Lescaut
Ehi! l’oste! (a Geronte) Cavalier, siete un modello
di squisitezza… (chiamando) Ehi! l’oste!
L’Oste
(accorrendo)
Eccomi qua!
Des Grieux
(guardando Manon)
Dio, quanto è bella!
(la diligenza entra nel portone dell’osteria: la folla si allontana: parecchi Studenti tornano ai tavoli a bere e giuocare: Edmondo si ferma da un lato ad osservare Manon e Des Grieux)
Geronte
(all’Oste)
Questa notte, amico,
qui poserò… (a Lescaut) Scusate! –
(all’Oste)
Ostiere, v’occupate
del mio bagaglio.
L’Oste
Ubbidirò… (dà qualche ordine) Vi prego,
mi vogliate seguire.
(preceduti dall’Oste, salgono al primo piano Geronte e Lescaut, che avrà fatto cenno a Manon d’attenderlo. Manon si siede)
Des Grieux
(che non avrà mai distolto gli occhi da Manon, le si avvicina)
Deh, se buona voi siete siccome siete bella,
mi dite il nome vostro, cortese damigella…
Manon
(alzandosi, risponde modestamente)
Manon Lescaut mi chiamo.
Des Grieux
Perdonate al dir mio,
ma da un fascino arcano a voi spinto son io.
Persino il vostro volto parmi aver visto, e strani
moti ha il mio core. Quando partirete?
Manon
(dolorosamente)
Domani
all’alba io parto. Un chiostro m’attende.
Des Grieux
E in voi l’aprile
nel volto si palesa e fiorisce! o gentile,
qual fato vi fa guerra?
(Edmondo cautamente si avvicina agli Studenti che sono all’osteria, ed indica loro furbescamente Des Grieux che è in stretto colloquio con Manon)
Manon
Il mio fato si chiama:
voler del padre mio.
Des Grieux
Oh, come siete bella!
Ah! no! non è un convento che sterile vi brama!
No! sul vostro destino riluce un’altra stella.
Manon
La mia stella tramonta!
Des Grieux
(tristamente)
Or parlar non possiamo.
Ritornate fra poco,
e cospiranti contro
il fato, vinceremo.
Manon
Tanta pietà traspare
dalle vostre parole!
Vo’ ricordarvi! Il nome
vostro?…
Des Grieux
Sono Renato
Des Grieux…
Lescaut
(di dentro)
Manon!
Manon
(subito)
Lasciarvi
debbo.
(volgendosi verso l’albergo)
Vengo!
(a Des Grieux)
Mio fratello
m’ha chiamata.
Des Grieux
(supplichevole)
Qui tornate?
Manon
No! non posso. Mi lasciate!…
Des Grieux
O gentile, vi scongiuro…
Manon
(commossa)
Mi vincete! Quando oscuro
l’aere intorno a noi sarà!…
(s’interrompe: vede Lescaut che sarà venuto sul balcone dell’osteria e frettolosamente lo raggiunge, entrando ambedue nelle camere)
Des Grieux
(che avrà seguìto Manon collo sguardo, prorompe con accento appassionato)
Donna non vidi mai simile a questa!
A dirle: io t’amo,
tutta si desta – l’anima.
Manon Lescaut mi chiamo!
Come queste parole
mi vagan nello spirto
e ascose fibre vanno a carezzare.
O susurro gentil, deh! non cessare!…
(Edmondo e gli Studenti, che hanno sempre spiato Des Grieux, lo circondano rumorosamente)
Studenti
La tua ventura
ci rassicura.
O di Cupido degno fedel,
bella e divina
la pellegrina
per tua delizia scese dal ciel!
(Des Grieux parte indispettito)
Fugge: è dunque innamorato!…
(tutti gli Studenti si avviano allegramente al porticato dell’osteria: s’imbattono in alcune fanciulle e le invitano galantemente a seguirli. Intanto scendono dalla scaletta Lescaut e Geronte, e parlano fra loro, passeggiando. Edmondo si avvicina ad una fanciulla e le parla galantemente; sul finire del dialogo fra Lescaut e Geronte, l’accompagna sino al viale a destra, ove le dà l’addio).
Studenti
Venite fanciulle!… Augurio ci siate
di buona fortuna.
Fanciulle
È bionda od è bruna
la diva che guida la vostra tenzon?
Studenti
È calva la diva: ma morbida chioma
voi fa desïar.
Chi perde e chi vince, voi brama, o fanciulle
chi piange e chi ride;
noi prostra ed irride
la mala ventura:
ma lieta prorompe
d’amore la folle, l’eterna canzon.
Fanciulle
Amiche fedeli di un’ora, volete?
Il riso chiedete,
il bacio, il sospir?
Orniam la vittoria,
e il core del vinto
al tepido effluvio di molle carezza
riposa, obliando, e l’onta e il martir.
(Studenti e Fanciulle prendono posto intorno alle tavole: alcuni ricominciano a giuocare, altri ordinano da bere).
Edmondo
(ad una fanciulla)
Addio mia stella,
addio mio fior,
vaga sorella
del Dio d’amor.
A te d’intorno
va il mio sospir,
e per un giorno
non mi tradir.
(saluta galantemente la fanciulla, la quale si allontana: poi vedendo Geronte e Lescaut in stretto colloquio, si ferma in disparte ad osservarli).
Geronte
(a Lescaut)
Dunque vostra sorella
il velo cingerà?
Lescaut
Malo consiglio della gente mia.
Geronte
Diversa idea mi pare
la vostra?
Lescaut
Certo, certo,
ho più sana la testa
di quel che sembri, e benché triste fama
le giovanili mie gesta circondi.
Ma la vita conosco,
forse troppo. Parigi
è scuola grande assai.
Di mia sorella guida, mormorando,
adempio il mio dovere,
come un vero soldato.
Solo, dico, che ingrato
evento al mondo non ci coglie, senza
qualche compenso: e voi conobbi illustre
Signor?…
Geronte
Geronte di Ravoir.
Lescaut
Diporto
vi conduce in vïaggio?
Geronte
No, dovere;
l’affitto delle imposte a me fidato
dalla bontà del Re, dalla mia borsa.
Lescaut
(Che sacco d’oro).
Geronte
E non mi sembra lieta
neppur vostra sorella.
Lescaut
Pensate! a diciott’anni!
Quanta festa di sogni e di speranze
in quella testolina…
Geronte
Comprendo… Poverina!…
È d’uopo consolarla. Questa sera
meco verrete a cena?
Ci sian propizie l’ore.
Lescaut
Quale onor! quale onore!…
E intanto permettete…
(gli fa un cenno d’offrirgli qualche cosa all’osteria)
Geronte
(che sulle prime aveva seguito Lescaut, cambia subito di pensiero)
Scusate… m’attendete
per breve istante; qualche ordine io debbo
all’ostiere impartir…
(Lescaut s’inchina e Geronte s’allontana verso il fondo: annotta e dall’interno dell’osteria sono portate varie lampade e candele accese, che i garzoni dispongono sui tavoli dei giuocatori)
Gli Studenti
(giuocando animatamente)
Un asso! Un fante! Un tre!
Che gioco maledetto!
Lescaut
(attratto dalle voci si accosta al porticato e guarda con febbrile interesse)
Giocano! Oh, se potessi
qualche colpo perfetto
tentare anch’io!
Gli Studenti
Puntate!
Puntate!… Carte!… Un asso!…
Lescaut
(si avvicina in modo deciso agli Studenti, si pone alle spalle d’un giuocatore, osserva il suo giuoco, poi con aria di rimprovero)
Un asso?! mio signore,
un fante! Errore, errore!
Gli Studenti
(a Lescaut)
È vero, un fante; siete
un maestro?
Lescaut
Celiate!
Un dilettante…
Gli Studenti
A noi…
v’invito… banco!
Lescaut
(con aria fredda e sprezzante sedendosi a giuocare)
Carte!
(Geronte, che da lontano ha osservato Lescaut, vedendolo occupato al giuoco, chiama l’Oste, che è sul limitare del portone: l’Oste accorre premuroso; Geronte lo conduce in disparte, mentre Edmondo, messo in sospetto dagli andirivieni di Geronte, cautamente si avvicina per sorvegliarlo)
Geronte
(all’Oste)
Amico, io pago prima e poche ciarle!
Una carrozza e cavalli che volino
sì come il vento; fra un’ora!
L’Oste
Signore!
Geronte
Dietro l’albergo, fra un’ora, capite?!
Verranno un uomo e una fanciulla… e via
sì come il vento, via, verso Parigi!
E ricordate che il silenzio è d’or.
L’Oste
L’oro… adoro.
Geronte
Bene, bene!…
(dandogli una borsa)
Adoratelo e ubbidite,
or mi dite,
(indicando il portone dell’osteria)
questa uscita ha l’osteria
solamente?
L’Oste
Ve n’ha un’altra.
Geronte
Indicatemi la via.
(partono dal fondo a sinistra)
Edmondo
(che ha udito il colloquio fra Geronte e l’Oste)
Vecchietto amabile,
inciprïato Pluton, sei tu!
La tua Proserpina
di resistere forse avrà virtù?
(entra des Grieux pensieroso: Edmondo gli si avvicina: poi battendogli sulla spalla:)
Cavaliere, te la fanno!
Des Grieux
(con sorpresa)
Che vuoi dir?
Edmondo
(ironicamente)
Quel fior dolcissimo
che olezzava poco fa
dal suo stel divelto, povero
fior, fra un’ora appassirà!
La tua fanciulla, la tua colomba
or vola, or vola:
del postiglione suona la tromba…
Via, ti consola:
un vecchio la rapisce!
Des Grieux
(grandemente turbato)
Davvero?
Edmondo
Impallidisci?
Per Dio, la cosa è seria!
Des Grieux
Qui l’attendo, capisci?
Edmondo
Siamo a buon punto!?
Des Grieux
Salvami!
Edmondo
Salvarti!?… La partenza
impedire?… Tentiamo!… Senti! Ti salvo, forse.
Del gioco all’amo morse
il soldato laggiù.
Des Grieux
E il vecchio?
Edmondo
Il vecchio? Oh, il vecchio l’avrà da far con me!
(si avvicina ai compagni che giuocano, e parla all’orecchio d’alcuni fra essi: poi esce e s’allontana a sinistra; si sospende il giuoco: Lescaut beve in compagnia degli Studenti: Manon comparisce sulla scaletta, guarda ansiosa intorno e visto Des Grieux scende e gli si avvicina)
Manon
Vedete? Io son fedele
alla parola mia. Voi mi chiedeste
con fervida preghiera,
che a voi tornassi un’altra volta. Meglio
non rivedervi, io credo, e al vostro prego
benignamente opporre il mio rifiuto.
Des Grieux
Oh come gravi le vostre parole!…
Sì ragionar non suole
l’età gentile che v’infiora il viso;
mal s’addice al sorriso
che dall’occhio bellissimo traluce
questo severo ragionare e questo
disdegno melanconico!…
Manon
Eppur lieta, assai lieta
un tempo io fui! La queta
casetta risonava
di mie folli risate,
e colle amiche gioconde ne andava
gioconda a danza!
Ma di gaiezza il bel tempo fuggì!
Des Grieux
(affascinato)
Nelle pupille fulgide profonde
sfavilla il desiderio dell’amore…
Amor ora vi parla!… Date all’onde
del nuovo incanto e il dolce labbro e il core…
l’anima date a questo immenso invito
di baci e di carezze che ne è intorno!
V’amo! v’amo! Quest’attimo di giorno
deh!… a me rendete eterno ed infinito!
Manon
Una fanciulla povera son io,
non ho sul volto luce di beltà,
regna tristezza sul destino mio…
Des Grieux
Vinta tristezza dall’amor sarà!
La bellezza vi dona
il più vago avvenir,
o soave persona,
mio infinito sospir!
M’inonda soave delizia
o fiore dell’anima mia;
m’inonda profonda letizia
e l’alma pei sogni s’avvia…
Oh! dove il tuo sguardo m’adduce
la vita comincia per me;
io sogno un futuro di luce,
la vita divisa con te.
Manon
No, non è vero! Troppo bello è il sogno!
Oh, non è inganno la vostra parola?!…
Lescaut
(alzandosi mezzo brillo, e picchiando sul tavolo)
Non c’è più vino? E che? Vuota è la botte?
(gli Studenti lo forzano a sedere e gli versano ancora del vino; all’udire la voce di Lescaut, Manon e Des Grieux si ritraggono verso destra agitatissimi: Manon impaurita vorrebbe rientrare, ma viene trattenuta da Des Grieux)
Des Grieux
Deh! m’ascoltate: vi minaccia un vile
oltraggio; un rapimento! – Un libertino,
quel vecchio che con voi giunse, una trama
a vostro danno ordì.
Manon
(stupita)
Che dite?!
Des Grieux
Il vero!
Edmondo
(accorrendo si avvicina a Des Grieux e Manon e dice loro rapidamente)
Il colpo è fatto, la carrozza è pronta…
Che burla colossal! Presto! Partite…
Manon
(sorpresa)
Fuggir?… Fuggir?
Des Grieux
Fuggiamo!… Concedete
che il vostro rapitor… un altro sia.
Manon
(a Des Grieux)
Voi mi rapite?
Des Grieux
Vi rapisce amore.
Manon
(resistendo)
Ah! no!
Des Grieux
(con intensa preghiera)
V’imploro!
Edmondo
Presto, via ragazzi!
Des Grieux
(insistendo)
Manon… Manon…
Manon
(risoluta)
Andiam!
Edmondo
Oh! che bei pazzi!
(Edmondo dà a Des Grieux il proprio mantello, col quale può coprirsi il volto, poi tutti e tre fuggono dal fondo, dietro l’osteria. – Subito dopo Geronte viene dalla sinistra, va difilato al tavolo ove Lescaut beve, battendogli amichevolmente sulla spalla, gli dice:)
Geronte
Mio sergente, e questa cena?
Lescaut
(alzandosi con fatica)
Sissignore, a cena!… A cena!
Geronte
(fra sé)
Buon per me! L’amico è brillo!
(tintinnio di sonagli in distanza)
Una partenza? Ed a quest’ora? È strano?
(intanto Lescaut, barcollando, esce dal porticato e si avvia alla scaletta: gli Studenti si avanzano ridendo. Geronte, sorpreso da questo contegno e insospettito, fa vivamente qualche passo verso il fondo, mentre Edmondo arriva ridendo anch’esso e si avvicina ai compagni che si sono radunati a destra)
Edmondo
(ai compagni)
Stupenda scena: egli partì!
Lescaut
(chiamando sulla scala)
Manon! Manon!
Edmondo e Coro
Non è più qui!
Geronte
(ritornando furibondo)
La mia carrozza! Infamia! Tradimento!
Lescaut
(stordito dalle grida, scende)
Che avvien?
Geronte
Vostra sorella hanno rapito.
Lescaut
(sguainando la spada)
Per Dio! del traditore il sangue io voglio!
Alcune Donne
Ah! ah! dei briachi, dei matti è la sera!
Geronte
(al colmo dell’ira)
Il passo sgombrate!
Lescaut
(a Geronte)
Trovarla io saprò!
Lo giuro, signore! (agli studenti) Tremar vi farò!
(si avviano: la folla cresce: accorrono altri Studenti, l’Oste, Garzoni, Donne: l’ingombro è tale che Lescaut e Geronte non riescono ad aprirsi il passo)
L’Oste, Garzoni, Donne, Borghesi, ecc.
Che avviene! Che chiasso! Che strano fracasso!
È tutta sconvolta la quieta città!
Alcuni
(interrogando)
Ed or che accade?
Altri
(accorrendo)
Ebben?…
Donne
Che strepito!…
Vecchi
Che avvien?…
Studenti
(ridendo)
È il vecchio!…
Altri Studenti
(come sopra)
È il militar!…
Alcuni
(sdegnati)
Son matti da legar!…
Donne
(spaventate)
S’acciuffano!…
Altri
(ancora interrogando)
E perché?
Borghesi
(commentando)
Sì lieti eran testè!…
Donne
Il vecchio va in furor!…
Studenti
(ridendo)
Minaccia!…
Vecchi
(intontiti)
Oh! che rumor!
Studenti
(verso Lescaut)
Brïaco è già il soldato!…
Donne
(con strida)
La spada ha sfoderato!…
Alcuni
(mettendo pace)
Calma, signori!
Altri
(intervenendo minacciosi)
Olà!…
Vecchi
(in disparte)
Ognun furente è già!…
Donne
(curiose)
E non si sa il perché?
Studenti
(attorno a Geronte)
Il vecchio è fuor di sé!
Borghesi
(accorrendo)
Che babilonia è questa?!…
Uomini
Abbiam tanto di testa!
Borghesi
Via!…
Fantesche
Basti!…
Studenti
(ridendo)
Tregua!
Vecchi
Pace!
Donne
Niun bada!… Niuno tace!
Geronte e Lescaut
Tacete! Frenate – le risa sguaiate!…
Fiaccata la vostra stoltezza sarà!
Lescaut
La testa mi gira! – La terra traballa!…
(a Geronte)
Trovarla saprò! – Fidatevi a me!…
(fra sé)
Che ronda infernale! – La terra s’avvalla!…
(a Geronte)
Trovarla saprò!
(alla folla, cercando d’imporsi, ma traballando sulle gambe)
– Son guardia del Re!
Edmondo e gli Studenti
(a Lescaut)
Su, dritto, soldato!… (a Geronte) Amor v’ha furato
l’estrema vittoria del vostro piacer?
A cena or n’andiamo! – A cena… e beviamo!
Se infida è la donna, fedele è il bicchier!
(circondando Geronte e Lescaut fra le risate generali, li trascinano verso l’osteria)