Atto unico
[…]
Sostenne
[…]
falsificare in sé Buoso Donati
testando e dando al testamento norma.
Dante: Inferno. Canto XXX.
[Scena I]
Ai lati del letto quattro candelabri con quattro ceri accesi.
Davanti al letto, un candelabro a tre candele, spento.
Luce di sole e luce di candele: sono le nove del mattino.
Le sarge del letto, semichiuse, lasciano intravedere un drappo rosso che ricopre un corpo.
I parenti di Buoso sono in ginocchio, con le mani si coprono il volto e stanno molto curvati verso terra.
Gherardino è a sinistra vicino alla parete; è seduto in terra, volta le spalle ai parenti e si diverte a far ruzzolare delle palline.
I parenti sono disposti in semicerchio; a sinistra del letto la prima è la vecchia, poi Rinuccio, Gherardo e Nella, quindi Betto di Signa, nel centro, resta un po’ isolato perché essendo povero, mal vestito e fangoso, è riguardato con disprezzo dagli altri parenti; a destra, la Ciesca, Marco e Simone che sarà davanti alla vecchia.
La Vecchia
Povero Buoso!
Simone
Povero cugino!
Rinuccio
Povero zio!
Marco e la Ciesca
Oh! Buoso!
Gherardo e Nella
Buoso!
Betto
O cognato! Cognà…
(È interrotto perché Gherardino butta in terra una sedia e i parenti, con la scusa di zittire Gherardino, fanno un formidabile sciii sul viso a Betto.)
Gherardo
Io piangerò per giorni e giorni.
(a Gherardino che si è alzato e lo tira per la veste dicendogli qualche cosa:)
Sciò!
Nella
Giorni? Per mesi!…
(come sopra)
Sciò!
(Gherardino va dalla vecchia)
La Ciesca
Mesi? Per anni ed anni!
La Vecchia
Ti piangerò tutta la vita mia!…
(allontanando Gherardino, seccata si volge a Nella e a Gherardo)
Portatecelo voi, Gherardo, via!
(Gherardo si alza, prende il figlio per un braccio e, a strattoni, lo porta via dalla porticina di sinistra.)
Tutti
Oh! Buoso, Buoso,
tutta la vita
piangeremo la tua dipartita!
Nella
(Betto, curvandosi a sinistra, mormora qualcosa all’orecchio di Nella.)
Ma come? Davvero?
Betto
Lo dicono a Signa.
Rinuccio
(curvandosi fino a Nella, con voce piangente)
Che dicono a Signa?
Nella
Si dice che…
(Gli mormora qualcosa all’orecchio.)
Rinuccio
(con voce naturale)
Giaaaaa?!
Betto
Lo dicono a Signa.
La Ciesca
(curvandosi fino a Betto, con voce piangente)
Che dicono a Signa?
Betto
Si dice che…
(Le mormora qualcosa all’orecchio.)
La Ciesca
(con voce naturale)
Nooooo!?
O Marco, lo senti
che dicono a Signa?
Si dice che…
(Gli mormora all’orecchio.)
Marco
Eeeeeh?!
Betto
Lo dicono a Signa.
La Vecchia
(con voce piagnucolosa)
Ma in somma possiamo…
sapere che diami –…
–…ne dicono a Signa?
Betto
Ci son delle voci…
…dei mezzi discorsi…
Dicevan iersera
dal Cisti fornaio:
«Se Buoso crepa, pei frati è manna!
Diranno: pancia mia, fatti capanna!…»
E un altro: «sì, sì, sì, nel testamento
ha lasciato ogni cosa ad un convento!…»
Simone
(A metà di questo discorso si è sollevato anche lui ed ha ascoltato)
Ma che?!?! Chi lo dice?
Betto
Lo dicono a Signa.
Simone
Lo dicono a Signa????
Tutti
Lo dicono a Signa!
(Un silenzio. Ora i parenti sono, sì, sempre in ginocchio, ma bene eretti sul busto.)
Gherardo
O Simone?
La Ciesca
Simone?
La Vecchia
Parla, tu se’ il più vecchio…
Marco
Tu che sei stato podestà a Fucecchio…
La Vecchia
Cosa ne pensi?
Simone
(Riflette un instante, poi, gravemente:)
Se il testamento è in mano d’un notaio…
chi lo sa?… Forse è un guaio!
Se però ce l’avesse
lasciato in questa stanza,
guaio pe’ frati, ma per noi: speranza!
Tutti
Se il testamento fosse in questa stanza…
guaio pe’ frati, ma per noi: speranza!
(Tutti istintivamente si alzano di scatto. Simone e Nella si dirigono allo stipo nel fondo. La Vecchia, Marco, Ciesca allo stipo che è sul davanti alla parete di destra. Gherardo torna ora in scena senza il ragazzo e raggiunge Simone e Nella. Rinuccio si dirige verso lo stipo che è in cima alla scala.)
Rinuccio
(O Lauretta, Lauretta, amore mio,
speriam nel testamento dello zio!)
(È una ricerca febbrile. Fruscio di pergamene battute all’aria. Betto, scacciato da tutti, vagando per la stanza adocchia sul tavolo il piatto d’argento col sigillo d’argento e le forbici pure d’argento. Cautamente allunga una mano. Ma dal fondo si ode un falso allarme di Simone che crede di aver trovato il testamento.)
Simone
Ah!
(Tutti si voltano. Betto fa il distratto. Simone guarda meglio una pergamena.)
No. Non è!
(Si riprende la ricerca. Betto agguanta le forbici e il sigillo; li striscia al panno della manica dopo averli rapidamente appannati col fiato, li guarda e li mette in tasca. Ora tira al piatto. Ma un falso allarme de La Vecchia fa voltare tutti.)
La Vecchia
Ah!
(Guarda meglio.)
No. Non è!
(Si riprende la ricerca. Betto agguanta anche il piatto e lo mette sotto il vestito tenendolo assicurato col braccio.)
Rinuccio
Salvàti!
(Legge sul rotolo di pergamena.)
«Testamento di Buoso Donati.»
(Tutti accorrono con le mani protese per prendere il testamento. Ma Rinuccio mette il rotolo di pergamena nella sinistra, protende la destra come per fermare lo slancio dei parenti e, mentre tutti sono in un’ansia spasmodica:)
Zia, l’ho trovato io!…
Come compenso, dimmi…
Ah! dimmi, se lo zio
– povero zio! – m’avesse
lasciato bene bene,
se tra poco si fosse tutti ricchi…
in un giorno di festa come questo,
mi daresti il consenso di sposare
la Lauretta figliola dello Schicchi?
Mi sembrerà più dolce il mio redaggio…
potrei sposarla per Calendimaggio!
Tutti tranne la Vecchia
– Ma sì!
– Ma sì!
– C’è tempo a riparlarne!
– Qua, presto il testamento!
– Non lo vedi
che si sta con le spine sotto i piedi?
Rinuccio
Zia!…
La Vecchia
Se tutto andrà come si spera,
sposa chi vuoi, magari… la versiera!
Rinuccio
Ah! lo zio mi voleva tanto bene,
m’avrà lasciato con le tasche piene!
(a Gherardino che torna ora in scena)
Corri da Gianni Schicchi,
digli che venga qui con la Lauretta:
c’è Rinuccio di Buoso che l’aspetta!
(Gli dà due monete.)
A te, due popolini:
comprati i confortini!
(Gherardino corre via.)
(Rinuccio dà a Zita il testamento; tutti seguono Zita che va al tavolo. Cerca le forbici per tagliare i nastri del rotolo, non trova né forbici né piatto. Guarda intorno i parenti; Betto fa una fisionomia incredibile. Zita strappa il nastro con le mani. Apre. Appare una seconda pergamena che avvolge ancora il testamento. Zita vi legge sopra:)
La Vecchia
«Ai miei cugini
Zita e Simone!»
Simone
Povero Buoso!
La Vecchia
Povero Buoso!
Simone
(In un impeto di riconoscenza accende anche le tre candele del candelabro spento.)
Tutta la cera
tu devi avere!
Insino in fondo
si deve struggere!
Sì! godi, godi!
Povero Buoso!
Tutti
(mormorano)
Povero Buoso!
– Se m’avesse lasciato questa casa!
– I mulini di Signa!
– E poi la mula!
– Se m’avesse lasciato…
La Vecchia
Zitti! È aperto!
(La Vecchia col testamento in mano; vicino al tavolo ha dietro a sé un grappolo umano. Marco e Betto sono saliti sopra una sedia. Si vedranno bene tutti i visi assorti nella lettura. Le bocche si muoveranno come quelle di chi legge senza emettere voce. A un tratto i visi si cominciano a rannuvolare… arrivano ad una espressione tragica… finché la Vecchia si lascia cadere seduta sullo sgabello davanti alla scrivania. Simone è il primo, del gruppo impietrito, che si muove; si volta, si vede davanti a sé le tre candele accese, vi soffia su e le spegne; cala le sarge del letto completamente; spegne poi tutti i candelabri. Gli altri parenti lentamente vanno ciascuno a cercare una sedia e vi seggono. Sono come impietriti con gli occhi sbarrati, fissi; chi qua, chi là.)
Simone
Dunque era vero! Noi vedremo i frati
ingrassare alla barba dei Donati!
La Ciesca
Tutti quei bei fiorini accumulati
finire nelle tonache dei frati!…
Marco
Privare tutti noi d’una sostanza,
e i frati far sguazzar nell’abbondanza!
Betto
Io dovrò misurarmi il bere a Signa,
e i frati beveranno il vin di vigna!…
Nella
Si faranno slargar spesso la cappa,
noi schiantereni di bile, e loro… pappa!
Rinuccio
La mia felicità sarà rubata
dall’«Opera di Santa Reparata»!
Gherardo
Aprite le dispense dei conventi!
Allegri, frati, ed arrotate i denti!
La Vecchia
(feroce)
Eccovi le primizie di mercato!
Fate schioccar la lingua col palato!…
A voi, poveri frati: tordi grassi!
Simone
Quaglie pinate!
Nella
Lodole!
Marco
Ortolani!!
Betto
E galletti!
Tutti
Galletti?? Gallettini!!…
Rinuccio
Gallettini di canto teneriiini!
La Vecchia
E con le facce rosse e ben pasciute,
schizzando dalle gote la salute,
ridetevi di noi: ah! ah! ah! ah!
Eccolo là un Donati, eccolo là!
E la voleva lui l’eredità…
Tutti
(Con un riso che avvelena si alzano accennandosi l’un l’altro.)
– Ah! ah! ah! ah!, ah! ah! ah! ah!, ah! Ah!
– Eccolo là un Donati!
– Eccolo là!
– E la voleva lui l’eredità!…
– Ah! ah! ah! ah!
– Ah! ah! ah! ah!
(erompendo a pugni stretti)
Sì, sì, ridete! Sì, ridete, o frati!
Ingrassati alla barba dei Donati!
(Cadono ancora a sedere. Pausa. Ora c’è chi piange sul serio.)
La Vecchia
Chi l’avrebbe mai detto…
che quando Buoso andava al cimitero,
noi… si sarebbe… pianto… per davvero!
Voci
– E non c’è nessun mezzo…
– Per cambiarlo…
– Per girarlo…
– Addolcirlo…
– O Simone? Simone?…
La Vecchia
Tu se’ anche il più vecchio!…
Marco
Tu che sei stato podestà a Fucecchio!…
Simone
(Fa un gesto come per dire: impossibile!)
Rinuccio
C’è una persona sola
che ci può consigliare…
forse salvare…
Tutti
Chi?
Rinuccio
Gianni Schicchi!
Tutti
(gesto di disillusione)
La Vecchia
(furibonda)
Di Gianni Schicchi,
della figliola,
non vo’ sentirne
parlar mai più!
E intendi bene!…
Gherardino
(Entra di corsa urlando.)
È qui che viene!
Tutti
Chi?
Gherardino
Gianni Schicchi!
La Vecchia
Chi l’ha chiamato?
Rinuccio
(accennando il ragazzo)
Io; l’ho mandato
perché speravo…
La Vecchia
(interrompendolo)
Ah! bada! se sale,
gli fo ruzzolare
le scale!
Alcuni
È proprio il momento
d’aver Gianni Schicchi
tra’ piedi!
Gherardo
(a Gherardino)
Tu devi obbedire
soltanto a tuo padre:
là! là!
(Sculaccia Gherardino e lo butta nella stanza a destra in cima alla scala.)
Simone
Un Donati sposare la figlia d’un villano!
La Vecchia
D’uno sceso a Firenze dal contado!
Imparentarsi colla gente nova!…
lo non voglio che venga!
Rinuccio
Avete torto!
E fine!. . . astuto…
Ogni malizia
di leggi e codici
conosce e sa.
Motteggiatore!…Beffeggiatore!…
C’è da fare una beffa nuova e rara?
È Gianni Schicchi che la prepara!
Gli occhi furbi gli illuminan di riso
lo strano viso,
ombreggiato da quel suo gran nasone
che pare un torracchione
per così!
Vien dal contado? Ebbene? E che vuol dire?
Basta con queste ubbie grette e piccine!
Firenze è come un albero fiorito,
che in piazza dei Signori ha tronco e fronde,
ma le radici forze nuove apportano
dalle convalli limpide e feconde;
e Firenze germoglia ed alle stelle
salgon palagi saldi e torri snelle!
L’Arno prima di correre alla foce
canta, baciando piazza Santa Croce,
e il suo canto è si dolce e sì sonoro
che a lui son scesi i ruscelletti in coro!…
Così scendano i dotti in arti e scienze
a far più ricca e splendida Firenze!
E di Val d’Elsa già dalle castella
ben venga Arnolfo a far la torre bella!
E venga Giotto dal Mugel selvoso
e il Medici mercante coraggioso!…
Basta con gli odi gretti e coi ripicchi!
Viva la gente nuova e Gianni Schicchi!
(Si bussa alla porta.)
È lui! lo faccio entrare?
(I parenti fanno un gesto che non significa niente. Rinuccio apre; entrano:)
[Scena II]
Gianni Schicchi e Lauretta
Gianni
(Si sofferma sull’uscio: dà un ’occhiata ai parenti.)
(Quale aspetto sgomento e desolato!…
Buoso Donati, certo, è migliorato!)
Rinuccio
(a Lauretta,fra il pianerottolo e la porta)
(Lauretta!) –
Lauretta
– (Rino!)
[Rinuccio]
– (Amore mio!)
[Lauretta]
– (Perché sì pallido?…)
[Rinuccio]
– (Ahimè, lo zio…)
[Lauretta]
– (Ebbene, parla…)
[Rinuccio]
– (O amore! amore!
Quanto dolore!
quanto dolore!)
Lauretta
Quanto dolore!
(Gianni lentamente avanza verso la Vecchia che gli volta le spalle; avanzando vede i candelabri intorno al letto.)
Gianni
Ah!…
Andato??
(fra sé)
(E perché stanno a lacrimare?
ti recitano meglio d’un giullare!)
(falso; forte)
Ah! comprendo il dolor di tanta perdita…
Ne ho l’anima commossa…
Gherardo
Eh! la perdita è stata proprio grossa!
Gianni
(come chi dica parole stupide di circostanza)
Eh!… Sono cose… Mah!… Come si fa!
In questo mondo
una cosa si perde…
una si trova…
(seccato che facciano la commedia con lui)
si perde Buoso,
e c’è l’eredità…
La Vecchia
(Gli si avventa come una bestia feroce.)
Sicuro! Ai frati!
Gianni
Ah! Diseredati?
La Vecchia
Diseredati! Si! Diseredati!
E perciò ve lo canto:
pigliate la figliola,
levatevi di torno,
io non do mio nipote
ad una senza-dote!
Rinuccio
O zia! io l’amo, l’amo.
La Vecchia
Non me ne importa un corno!
Lauretta
Babbo! Babbo! Lo voglio!
Gianni
Figliola, un po’ d’orgoglio!
Gianni
(erompe)
Brava la vecchia! Brava! Per la dote
sacrifichi mia figlia e tuo nipote!
Vecchia taccagna!
Lauretta
(tendendosi il braccio libero)
Rinuccio, non lasciarmi!
Ah! tu me l’hai giurato
sotto la luna a Fiesole
quando tu m’hai baciato!
Rinuccio
Lauretta mia, ricordati!
tu m’hai giurato amore!
E quella sera Fiesole
sembrava tutto un fiore!
(a due)
Addio, speranza bella,
s’è spento ogni tuo raggio;
non ci potrem sposare
per il Calendimaggio!
[Lauretta]
(Gli sfugge e corre a Rino.)
Babbo, lo voglio!
Babbo, lo voglio!
Amore!
Gianni
(tirando Lauretta verso la porta)
Vecchia taccagna!
Stillina! Sordida!
Spilorcia! Gretta!
Vieni, Lauretta,
rasciuga gli occhi,
sarebbe un parentado
di pitocchi!
Ah! vieni, vieni!
(Riprende la figlia.)
Un po’ d’orgoglio,
un po’ d’orgoglio!
Via, via di qua!
[Rinuccio]
(Le sfugge e corre a Lauretta.)
O zia, la voglio!
O zia, la voglio!
Amore!
La Vecchia
(tirando Rino a destra)
Anche m’insulta!
Senza la dote
non do il nipote,
non do il nipote!
Rinuccio, vieni,
lasciali andare,
ah! sarebbe un volerti
rovinare!
Ma vieni, vieni!…
(Riprende Rinuccio.)
Ed io non voglio,
ed io non voglio!
Via, via di qua!
(I parenti restano neutrali e si limitano ad esclamare di tanto in tanto:)
I Parenti
– Anche le dispute fra innamorati!
– Proprio il momento!
– Pensate al testamento!
(Gianni, quasi sulla porta, è per portar via Lauretta.)
Rinuccio
(liberandosi)
Signor Giovanni!
Rimanete un momento!
(alla Vecchia)
Invece di sbraitare,
dategli il testamento!
(a Gianni)
Cercate di salvarci!
A voi non può mancare
un’idea portentosa, una trovata,
un rimedio, un ripiego, un espediente!…
Gianni
(accennando ai parenti)
A pro di quelle gente? Niente! Niente!
Lauretta
(Gli si inginocchia davanti)
O mio babbino caro,
mi piace, è bello bello,
vo’ andare in Porta Rossa
a comperar l’anello!
Si, si, ci voglio andare!
E se l’amassi indarno,
andrei sul Ponte Vecchio,
ma per buttarmi in Arno!
Ah! non mi far morire
di logro e di tormento:
babbo, pietà, pietà…
(Piange; Una pausa)
Gianni
(come chi è costretto ad accondiscendere.)
Datemi il testamento!
(Rinuccio glielo dà. Gianni legge e cammina. I parenti lo seguono con gli occhi, poi inconsciamente finiscono per andargli dietro come i pulcini alla chioccia, tranne Simone che siede sulla cassapanca a destra, e, incredulo, scrolla il capo. Ansia.)
Gianni
Niente da fare!
(I parenti lasciano Schicchi e si avviano verso il fondo della scena.)
Rinuccio – Lauretta
Addio, speranza bella,
s’è spento ogni tuo raggio,
non ci potrem sposare
per il Calendimaggio!
Gianni
(Riprende a leggere e a camminare.)
Niente da fare!
(I parenti si lasciano cadere sulle sedie.)
Rinuccio – Lauretta
Addio, speranza bella,
s’è spento ogni tuo raggio…
Gianni
(tonante)
Però!…
(Tutti i parenti si alzano di scatto e corrono a Gianni.)
Rinuccio – Lauretta
(Forse ci sposeremo
per il Calendimaggio!)
Gianni
(Si ferma nel mezzo della scena col viso aggrottato come perseguendo un suo pensiero, gesticola parcamente guardando avanti a sé. Tutti sono intorno a lui; ora, anche Simone; più bassi di lui, con i visi voltati verso il suo viso come uccellini che aspettino l’imbeccata. Gianni a poco a poco si rischiara, sorride, guarda tutta quella gente… alto, dominante, troneggiante.)
Tutti
(con un filo di voce)
Ebbene?
Gianni
(infantile)
Laurettina!
Vai là sul terrazzino,
porta i minuzzolini all’uccellino.
(e perché Rinuccio la vorrebbe seguire, egli lo ferma.)
Sola. –
(Lauretta va sul terrazzino a sinistra. Gianni la segue con gli occhi; appena la figlia è fuori di scena, egli si volge al gruppo dei parenti sempre intorno a lui.)
Nessuno sa
che Buoso ha reso il fiato?…
Tutti
Nessuno!
Gianni
Bene! Ancora
nessun deve saperlo!
Tutti
Nessuno lo saprà!
Gianni
(assalito da un dubbio)
Ma i servi?
La Vecchia
(con intenzione)
Dopo l’aggravamento…
in camera…, nessuno!
Gianni
(a Marco e a Gherardo; tranquillizzato, deciso.)
Voi due portate il morto e i candelabri
(accenna al sottoscala)
là dentro nella stanza di rimpetto!
(a Ciesca e Nella)
Donne! Rifate il letto!
Le Donne
Ma…
Gianni
Zitte. Obbedite!
(Marco e Gherardo scompaiono fra le sarge del letto e ricompaiono con un fardello rosso che portano a destra nella stanza sotto la scala, Simone, Betto e Rinuccio portano via i candelabri. Ciesca e Nella ravviano il letto.)
(Si bussa alla porta.)
Gianni
(contrariatissimo, con voce soffocata)
Chi può essere? Ah!…
La Vecchia
(a bassa voce)
Maestro Spinelloccio
il dottore!…
Gianni
Guardate che non passi!
Ditegli qualche cosa…
che Buoso è migliorato… che riposa…
(Betto va a chiudere le impannate e rende semioscura la stanza. Tutti si affollano intorno alla porta e la schiudono appena.)
Maestro Spinelloccio
(accento bolognese)
L’è permesso?…
Tutti
Buon giorno,
Maestro Spinelloccio!
Va meglio!
– Meglio!
– Meglio!…
Maestro Spinelloccio
Ha avuto il benefissio?…
Tutti
Altro che! Altro che!…
Maestro Spinelloccio
A che potensa
l’è arrivata la sciensa!
Be’, vediamo, vediamo…
(per entrare)
Tutti
(fermandolo)
No! riposa!
Maestro Spinelloccio
(insistendo)
Ma io…
Gianni
(seminascosto fra le sarge del letto, contraffacendo la voce di Buoso, tremolante)
No! no! Maestro Spinelloccio!…
(Alla voce del morto i parenti danno un trabalIone, poi si accorgono che è Gianni che contraffà la voce di Buoso. Ma nel traballone a Betto è scivolato il piatto d’argento e gli è caduto.)
Maestro Spinelloccio
Oh! Messer Buoso!
Gianni
Ho tanta
voglia di riposare …
potreste ripassare questa sera?…
Son quasi addormentato…
Maestro Spinelloccio
Si, Messer Buoso!…
Ma va meglio?…
Gianni
Da morto, son rinato!
A stasera!
Maestro Spinelloccio
A stasera!
(ai parenti)
Anche alla voce sento: è migliorato!
Eh! a me non è mai morto un ammalato!
Non ho delle pretese,
il merito l’è tutto
della scuola bolognese!
A questa sera.
Tutti
– A stasera, Maestro!
– A questa sera!
(Via il dottore, si riapre la finestra; ancora tutta luce in scena; i parenti si volgono a Gianni.)
Gianni
Era eguale la voce?
Tutti
Tale e quale!
Gianni
Ah! Vittoria! Vittoria!
Ma non capite?…
Tutti
No! No!
Gianni
Che zucconi!
Si corre dal notaio:
(veloce, affannato)
«Messer notaio, presto!
Via da Buoso Donati!
C’è un gran peggioramento!
Vuol fare testamento!
Portate su con voi le pergamene,
presto, messere, se no è tardi! …»
(naturale)
Ed il notaio viene.
(pittoresco)
Entra: la stanza
è semioscura,
dentro il letto intravede
di Buoso la figura!
In testa
la cappellina!
al viso
la pezzolina!
Fra cappellina e pezzolina un naso
che par quello di Buoso e invece è il mio…
perché al posto di Buoso ci son io!
Io, lo Schicchi con altra voce e forma!
«Io falsifico in me Buoso Donati,
testando e dando al testamento norma!»
O gente! Questa matta bizzarria
che mi zampilla dalla fantasia
è tale da sfidar l’eternità!
Tutti
(come strozzati dalla commozione, non trovando le parole)
– Schicchi!!!
(Gli baciano le mani)
– Schicchi!!!
– Schicchi!!!
(Gli baciano le vesti)
– Schicchi!!!
– Schicchi!!!
– Schicchi!!!
– Schicchi!!!
– Schicchi!!!
La Vecchia
(a Rinuccio)
Va’, corri dal notaio!
(Via Rinuccio)
I Parenti
(Si abbracciano, si baciano con grande effusione.)
– Caro Gherardo!
– O Marco!
– O Ciesca!
– O Nella!
– Zita, Zita!
– Simone!
Gianni
(O quale commozione!)
Tutti
Oh! giorno d’allegrezza!
La burla ai frati è bella!
Ah! felici e contenti!
Com’è bello l’amore fra i parenti!
Simone
O Gianni, ora pensiamo
un po’ alla divisione:
i fiorini in contanti…
Tutti
In parti eguali!
(Gianni dice sempre di sì con la testa.)
Simone
A me i poderi
di Fucecchio.
La Vecchia
A me quelli di Figline.
Betto
A me quelli di Prato.
Gherardo
A noi le terre d’Empoli.
Marco
A noi quelle di Quintole.
La Vecchia
Resterebbero ancora:
la mula, questa casa,
e i mulini di Signa!
Marco
Son le cose migliori.
(Pausa: i parenti cominciano a guardarsi in cagnesco.)
Simone
(falsamente ingenuo)
Ah! capisco! capisco!
perché sono il più vecchio
e sono stato potestà a Fucecchio
volete darli a me! Io vi ringrazio!
La Vecchia
No, no, no, no! Un momento!
Se tu se’ vecchio, peggio per te!
Marco e gli altri
Sentilo, sentilo, il potestà!
Vorrebbe il meglio dell’eredità!
Gianni
(da una parte)
Quanto dura
l’amore tra’ parenti!)
(ride)
Tutti
La casa la mula i mulini di Signa
La mula i mulini di Signa la casa
La mula la casa i mulini di Signa
Di Signa i mulini la mula la casa
La mula i mulini di Sugna la casa
toccano a me.
toccano a noi.
toccano a noi.
toccano a me.
La casa…
di Signa …
la mula…
i mulini…
(Si odono i rintocchi di una campana che suona a morto. Tutti cessano di gridare ed esclamano:)
L’hanno saputo!
(ascoltando la campana, con voce soffocata)
Hanno saputo che Buoso è crepato!
Gherardo
(corre alla porta e scende le scale a precipizio.)
Gianni
Tutto crollato!
Lauretta
(affacciandosi da sinistra)
Babbo, si può sapere?…
L’uccellino non vuole più minuzzoli…
Gianni
(nervoso)
Ora dagli da bere!
(Lauretta rientra)
Gherardo
(Risale affannoso, non può parlare. Fa segno di no.)
…È preso un accidente
al moro battezzato
del signor capitano!
Tutti
(allegramente)
Requiescat in pace!
Simone
(con autorità)
Per la casa, la mula ed i mulini
propongo di rimetterci
alla giustizia, all’onestà di Schicchi.
Tutti
Rimettiamoci a Schicchi.
Gianni
Come volete!
Datemi i panni per vestirmi, presto!
(La Vecchia e Nella prendono dall’armadio e dalla cassapanca, che è fondo al letto, la cappellina, la pezzolina e la camicia.)
La Vecchia
Ecco la cappellina!
(a bassa voce a Schicchi)
(Se mi lasci la mula
questa casa e i mulini
di Signa,
ti do trenta fiorini!)
Gianni
(Sta bene!)
(Via la Vecchia verso l’armadio, fregandosi le mani.)
Simone
(avvicinandosi con fare distratto a Schicchi; a bassa voce:)
(Se lasci a me la casa
la mula e i mulini
di Signa,
ti do cento fiorini!)
Gianni
(Sta bene!)
Betto
(furtivo, a Schicchi)
(Gianni, se tu mi lasci
questa casa la mula ed i mulini
di Signa, ti fo gonfio di quattrini!)
(Nella parla a parte con Gherardo.)
Gianni
(Sta bene!)
(La Ciesca parla a parte con Marco.)
Nella
(lasciando Gherardo, che ora la sta a osservare, mentre essa parla a Gianni:)
Ecco la pezzolina!
(Se lasci a noi la mula
i mulini di Signa e questa casa,
a furia di fiorini ti s’intasa!)
Gianni
(Sta bene!)
(Nella va da Gherardo, gli parla all’orecchio e tutti e due si fregano le mani.)
La Ciesca
Ed ecco la camicia!
(Se ci lasci la mula
i mulinì di Signa e questa casa,
per te mille fiorini!)
Gianni
(Sta bene!)
(La Ciesca va da Marco, gli parla all’orecchio; si fregano le mani. Tutti si fregano le mani.)
Gianni
(Si infila la camicia. Quindi con lo specchio in mano si accomoda la pezzolina e la cappellina cambiando l’espressione del viso come per trovare l’atteggiamento giusto. Simone è alla finestra per vedere se arriva il notaio. Gherardo sbarazza il tavolo a cui dovrà sedere il notaio. Marco e Betto tirano le sarge del letto e ravviano la stanza.)
Zita – Nella – Ciesca
(Guardano Gianni comicamente, quindi:)
Nella
Spogliati, bambolino,
ché ti mettiamo a letto,
e non aver dispetto
se cambi il camicino!
Si spiuma il canarino,
la volpe cambia pelo,
il ragno ragnatelo,
il cane cambia cuccia,
la serpe cambia buccia…
La Ciesca
Fa’ presto, bambolino,
ché devi andare a letto,
se va bene il giuochetto
ti diamo un confortino!
L’uovo divien pulcino,
il fior diventa frutto
e i frati mangian tutto,
ma il frate impoverisce,
la Ciesca s’arricchisce…
La Vecchia
È bello! Portentoso!
chi vuoi che non s’inganni?
È Gianni che fa Buoso
o Buoso che fa Gianni?
Un testamento è odioso?
Un camicion maestoso,
il viso dormiglioso,
il naso poderoso,
l’accento lamentoso…
[Zita – Nella – Ciesca]
…e il buon Gianni
cambia panni,
cambia viso,
muso e naso,
cambia accento
e testamento
per poterci servir!…
Gianni
Vi servirò a dovere!…
Contenti vi farò!
Le Donne
O Gianni Schicchi, nostro salvator!
È preciso?
Gli Uomini
– Perfetto!
Tutti
– A letto! A letto!
(Spingono Gianni verso il letto, ma egli li ferma con un gesto quasi solenne.)
Gianni
Prima un avvertimento!
O messeri, giudizio!
Voi lo sapete il bando?
«Per chi sostituisce
se stesso in luogo d’altri
in testamenti e lasciti,
per lui e per i complici
c’è il taglio della mano e poi l’esilio!»
Ricordàtelo bene! Se fossimo scoperti:
la vedete Firenze?
(accennando la torre di Arnolfo che appare dalla finestra aperta)
Addio, Firenze, addio, cielo divino,
ti saluto con questo moncherino,
e vo randagio come un Ghibellino!…
Tutti
(soggiogati, impauriti, ripetono)
Addio, Firenze, addio, cielo divino,
ti saluto con questo moncherino,
e vo randagio come un Ghibellino!…
(Si bussa. Gianni schizza a letto; i parenti rendono la stanza semi oscura; mettono una candela accesa sul tavolo dove il notaio deve scrivere; buttano un mucchio di roba sul letto; aprono.)
Rinuccio
Ecco il notaro ed ecco i testimoni.
[Scena III]
Messer Amantio, Pinellino, Guccio.
I tre
(mestamente)
Messer Buoso, buon giorno!
Gianni
Oh! siete qui?
Grazie, messere Amantio!
O Pinellino calzolaio, grazie!
Grazie, Guccio tintore, troppo buoni
di venirmi a servir da testimoni!
Pinellino
(commosso, fra sé e sé)
Povero Buoso!…
io l’ho sempre calzato…
vederlo in quello stato…
vien da piangere!
Gianni
Il testamento avrei voluto scriverlo
con la scrittura mia,
me lo impedisce la paralisia…
Perciò volli un notaio,
solempne et leale…
(In questo tempo il notaio ha preso dalla sua cassetta le pergamene, i bolli, ecc., e mette tutto sul tavolo.)
Messer Amantio
Oh! messer Buoso, grazie!
Dunque tu soffri di paralisia?
(Gianni allunga in alto le mani agitandole tremolanti. Gesto di compassione di tutti, – voci: Povero Buoso!)
Oh! poveretto! basta! I testi videro,
testes viderunt!
Possiamo incominciare… Ma… i parenti?…
Gianni
Che restino presenti!
Messer Amantio
Dunque incomincio:
In Dei nomini, anno D. N. J. C. ab eius salutifera incarnatione millesimo ducentesimo nonagesimo nono, die prima septembris, indictione undecima, ego notaro Amantio di Nicolao, civis Florentiae, per voluntatem Buosi Donati scribo hunc testamentum…
Gianni
(con intenzione, scandendo ogni parola)
Annulans, revocans
et irritans omne aliud testamentum!
I Parenti
– Che previdenza!
– Che previdenza!
Messer Amantio
Un preambolo: dimmi, i funerali,
(il più tardi possibile)
li vuoi ricchi? Fastosi? Dispendiosi?
Gianni
No, no, pochi quattrini!
Non si spendano più di due fiorini!
I Parenti
– Oh! che modestia! – Oh! che modestia!
– Povero zio! che animo!
– Che cuore!…
– Gli torna a onore!
Gianni
Lascio ai frati minori
e all’opera di Santa Reparata…
(I parenti, leggermente turbati, si alzano lentamente.)
…cinque lire!
I Parenti
(tranquillizzati)
– Bravo!
– Bravo!
– Bisogna
sempre pensare alla beneficenza!
Messer Amantio
Non ti sembrano un po’ poco?…
Gianni
Chi crepa e lascia molto
alle congreghe e ai frati
fa dire a chi rimane:
eran quattrin rubati!
I Parenti
– Che massime!
– Che mente!
– Che saggezza!
Messer Amantio
Che lucidezza!
Gianni
I fiorini in contanti
li lascio in parti uguali fra i parenti.
I Parenti
– Oh! Grazie, zio!
– Grazie! Grazie, cugino!
Gianni
Lascio a Simone i beni di Fucecchio.
Simone
Grazie!
Gianni
Alla Zita i poderi di Figline.
La Vecchia
Grazie!
Gianni
A Betto i campi a Prato.
Betto
Grazie, cognato!
Gianni
A Nella ed a Gherardo i beni d’Empoli.
Nella e Gherardo
Grazie, grazie!
Gianni
Alla Ciesca ed a Marco i beni a Quintole!
La Ciesca e Marco
Grazie!…
Tutti
(fra i denti)
(Or siamo alla mula,
alla casa e a’ mulini.)
Gianni
Lascio la mula mia,
quella che costa 300 fiorini,
ch’è la migliore mula di Toscana…
al mio devoto amico… Gianni Schicchi.
Tutti i Parenti
(scattando)
Come? Come!? – Com’è?…
Notaio
Mulam relinquit eius amico devoto Joanni Schicchi.
Tutti
Ma…
Simone
Cosa vuoi che gl’importi
a Gianni Schicchi
di quella mula?…
Gianni
Tienti bono, Simone!
Lo so io quel che vuole Gianni Schicchi!
Lascio la casa di Firenze al mio
caro devoto affezionato amico
Gianni Schicchi!
I Parenti
(erompono)
– Ah questo no!
– Un accidente
a Gianni Schicchi!
– A quel furfante!
– Ci ribelliamo!
– Ci ribelliamo!
– Si, sì, piuttosto…
– Ci ribelliamo!
– Ci… ri… be… Ah!
Ah! Ah! Ah!…
Gianni
Addio, Firenze…
Addio, cielo divino…
Io ti saluto…
(A questa vocina si calmano fremendo.)
Notaio
Non si disturbi
del testatore
la volontà!
Gianni
Messer Amantio, io lascio a chi mi pare!
Ho in mente un testamento e sarà quello,
se gridano sto calmo… e canterello!…
Guccio – Pinellino
Ah! Che uomo! Che uomo!
Gianni
(continuando a testare)
E i mulini di Signa…
I Parenti
I mulini di Signa?…
Gianni
I mulini di Signa (addio, Firenze!)
li lascio al caro (addio, cielo divino!)
affezionato amico… Gianni Schicchi!
(Ti saluto con questo moncherino!…)
Ecco fatto!
(I testi ed il notaio sono un po’ sorpresi.)
Zita, di vostra borsa
date 100 fiorini al buon notaio!
e 20 ai testimoni!
Messer Amantio – Pinellino – Guccio
O Messer Buoso! Grazie!…
(Fanno per avviarsi verso il letto.)
Gianni
(arrestandoli con un gesto della mano tremolante)
Niente saluti! Niente.
Andate, andate…
Siamo forti!…
Messer Amantio – Guccio – Pinellino
(commossi, avviandosi verso la porta)
– Ah! che uomo!… – Che uomo! – Che peccato!
Che perdita!… – Che perdita!…
(ai parenti)
Coraggio!
(Escono.)
(Appena usciti il notaio e i testi, i parenti restano un istante in ascolto finché i tre si sono allontanati, quindi tutti, tranne Rinuccio che è corso a raggiungere Lauretta, sul terrazzino:)
I Parenti
(a voce soffocata da prima, poi urlando feroci contro Gianni:)
– Ladro! Ladro! Furfante!
– Traditore! Birbante!
– Iniquo! Ladro! Ladro!
(Si slanciano contro Gianni che, ritto sul letto, si difende come può; gli riducono la camicia in brandelli.)
Gianni
Gente taccagna! Senza la dote
non do il nipote!
non do il nipote!…
Ora la dote c’è!
ora la dote c’è!…
(Afferrando il bastone di Buoso, che è a capo del letto, dispensa colpi…)
Vi caccio via!
È casa mia!
È casa mia!
Tutti
– Saccheggia! Saccheggia!
– Bottino! Bottino!
– La roba d’argento!…
– Le pezze di tela!…
– Saccheggio! Saccheggio!
– Bottino! Bottino!
– Ah! Ah! Ah!…
(I parenti corrono qua e là rincorsi da Gianni. Rubano. Gherardo e Nella salgono a destra e ne tornano carichi con Gherardino carico. Gianni tenta di difendere la roba. Tutti mano a mano che son carichi, si affollano alla porta, scendono le scale – Gianni li rincorre – La scena resta vuota.)
Rinuccio
(Dal fondo apre di dentro le impannate del finestrone; appare Firenze inondata dal sole; i due innamorati restano sul terrazzo.)
Lauretta, mia Lauretta!
Staremo sempre qui!
Guarda! Firenze è d’oro!
Fiesole è bella!
Lauretta
Là mi giurasti amore!
Rinuccio
Ti chiesi un bacio!
Lauretta
Il primo bacio!
Rinuccio
Tremante e bianca
volgesti il viso…
(a due)
Firenze da lontano
ci parve il Paradiso!…
(Si abbracciano e restano nel fondo abbracciati.)
Gianni
(Torna risalendo le scale, carico di roba che butta al suolo.)
La masnada fuggì!
(Di colpo s’arresta – vede i due – si pente di aver fatto rumore – ma i due non si turbano – Gianni sorride – è commosso – viene alla ribalta e accennando gli innamorati… con la berretta in mano:)
licenziando senza cantare
Ditemi voi, signori,
se i quattrini di Buoso
potevan finir meglio di così!
Per questa bizzarria
m’han cacciato all’inferno … e così sia;
ma, con licenza del gran padre Dante,
se stasera vi siete divertiti…
concedetemi voi…
(Fa il gesto di applaudire)
l’attenuante! –
(Si inchina graziosamente.)
Velario