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PRIN 2012 - Accademia della Crusca
Aborto farmacologico e attività di secondamento: la disobbedienza intermittente nella dimensione dei doveri
Una recente pronuncia della Corte di cassazione, che ha condannato un medico per essersi rifiutato di assistere una donna nella fase successiva alla somministrazione dell'aborto per via farmacologica, offre l'occasione per tornare sulla questione dell'ambito di applicazione della facoltà di cui all'art. 9 della legge n. 194 del 1978. Mettendo a confronto diritto ad abortire e libertà di coscienza, il saggio cerca analizzare il rapporto tra diritti inviolabili e doveri inderogabili, nell'ottica della tecnica del "divieto di abuso del diritto", così come declinata nel diritto costituzionale. Per altro verso, il contributo propone di leggere la diffusione dell'obiezione di coscienza come una manifestazione di quella cultura della "disobbedienza intermittente" che legittima la disobbedienza civile ove "parziale" e "limitata" ad alcune specifiche situazioni. La parte finale del saggio è, pertanto, dedicata allo svolgimento di alcune considerazioni critiche sulla disobbedienza intermittente, quale strategia politica del pluralismo sociologico, in ragione delle preoccupazioni per la tenuta dell'unità del corpo politico.