fu presto trovato dalla coraggiosa straniera. «Io - essa soggiunse, - ho il mio yacht a Porto d’Anzo». Il mio yacht!, ma questa parola sarà
lasciare la tolda - ci ha portato via il nostro John!». «Povero giovane!» rispose Giulia, con un profondo sospiro. Lo Yacht era orientato,
Torniamo alla bella omonima del superbo e valoroso Yacht ed ai suoi compagni di solitudine. Orazio, siccome era convenuto con Giulia, accese un bel
infido cominciavano a risentire le nausee del mal di mare. Era durante la notte che lo Yacht doveva avvicinarsi alla costa ove si trovava Orazio con
, lentamente s’avvicinava. Partito il giorno antecedente da Porto Longone lo Yacht aveva avuto un traversata felice e breve, con molta soddisfazione dei
quella muta scena per un pezzo, lui pure intenerito, il buon capitano Thompson, alzò il capo e dirigendosi alla sua signora in inglese le disse: «Lo Yacht
diresse verso lo Yacht. Giulia accolse gentilmente la comitiva, composta di persone d’ambo i sessi, e l’invitò ad asciolvere nella camera della nave ciò che
egli non l’ha toccata. Questo non era veramente il caso del nostro John ch’era rimasto molti giorni in Porto d’Anzo ed avea visitato coll’Yacht la
nome. Porto capace soltanto di piccoli legni ed in questo stava ancorato l’elegante Yacht della nostra Giulia pronto a’ suoi ordini. L’arrivo di Giulia
John aveva ottenuto il privilegio di lasciare lo Yacht a Livorno, o dove meglio gli piacesse, a dispetto del capitano Thompson ed anche dell’Aurelia e
asciutti, rifocillato ed in sì bella compagnia, avea dimenticato Yacht, tempesta, il mondo e russava colla testa sopra un sasso ed i piedi vicini al
amici. Ma poiché erano rimaste Clelia e Silvia senza poter raggiungere lo Yacht, essa avea modificata tale decisione a questo modo: si visiterebbe
Livorno ove dovevano trovare lo Yacht e notizie dei loro cari e dove li lasceremo godere un po’ di riposo per rivederli sovra nuove scene e in mezzo