origine alla nuova maniera, tornando a vita l’italiana pittura; ed appresso a lui Giotto, che a novella gloria la innalzò, e il divino fuoco ne accese in
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suo divin fanciullo, di Cimabue; un san Giovanni di Galizia, di Giotto; e varie storie della vita del Battista, dipinte vaghissimamente in più
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grazia non si ammira, che quella dell’angiol d’Urbino, al quale è peccato che quel malaccorto giovine fosse tanto dissimile di vita, cioè per abito
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maraviglioso piacere la piena storia nell’arte, o com’ella avesse vita e sorgesse alla suprema eccellenza, o come ricadesse difformata e guasta, e
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città non ignobil vita e splendore.
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Firenze; il beato da Fiesole, angelico nel cuore, nella vita e nelle opere; Benozzo Gozzoli, l’Orgagna, il Perugino, e finalmente il massimo delittori
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altezza. Sui difetti dei pochi grandi, che per vita non savia offuscarono la gloria del loro nome, tiriamo un velo, solleviamoci in regione più eccelsa
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ripeteva la vita. Non odiava il disegnare corretto, come alcuni si credono; poichè nel disegnare chi più puro di Raffaello? Ma scagliavasi contro quelli
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lo mostra alla venerazione de’ patriarchi e de’ santi; ora la vita di Cristo, o quando predica, o quando soffre, o quando trionfa; ora le pietose
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