con estrema velocità nell'uso comune, ancorché soggetta a rapidissima evoluzione. Il "vademecum" - di cui in questo numero presentiamo il primo capitolo
Attacco "No Tav" [Treno alta velocità] e attentato per finalità terroristiche: la Cassazione fissa le coordinate fondamentali per l'interprete
più alla coalizione; c) sull'introduzione di liste "a doppia velocità", caratterizzate allo stesso tempo dalla presenza di candidati che concorrono
possibili riflessi negativi sul buon andamento del mercato finanziario e sulla semplicità e velocità delle operazioni; con la conseguenza che il
Cassini, Roemer e la velocità della luce
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Picard gli segnalò la cosa suggerendo che dipendesse dalla velocità finita della luce, e lo fece pur essendo un sostenitore della propagazione istantanea
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Roemer morì in seguito a calcoli renali il 19 settembre 1710, trentacinque anni dopo la scoperta della velocità della luce, annunciata il 22
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danese Ole Roemer (1644-1710), fin dal 1675 aveva compreso che quel ritardo era dovuto alla velocità finita della luce: l’eclisse si verificava
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velocità finita della luce e alla variabile distanza tra la Terra e Giove.
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Indicata con c – iniziale del latino celeritas – la velocità della luce è una costante universale che, tra l’altro, sta alla base della relatività
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A dimostrare che, pur essendo grande, la velocità della luce non è infinita, aveva provato Galileo Galilei. L’esperimento, riferito nei Saggi dell
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infinita la velocità dei raggi luminosi. Roemer invece si convinse che nelle tabelle delle eclissi si nascondeva la prova della velocità finita della luce
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orbita intorno al baricentro della Via Lattea alla velocità di 220 chilometri al secondo, percorrendo un giro completo in 250 milioni di anni. Ma l
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“fisica” indubitabile del sistema copernicano, diversa dalla parallasse sognata da Galileo ma altrettanto inoppugnabile); 2) la velocità della luce era
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direzione. Aveva scoperto quella che fu poi chiamata “aberrazione della luce”: poiché la Terra si muove intorno al Sole alla velocità di 30 chilometri
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-Sole, cioè l’Unità Astronomica. Un altro valore fondamentale in fisica e in astronomia oggetto di misure all’Osservatorio di Parigi è la velocità della
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verificò quando la ruota dentata raggiungeva i 12 giri e mezzo al secondo. Ne veniva fuori una velocità della luce di 315.300 chilometri al secondo
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giri al secondo. Variando le velocità di rotazione, si otteneva una situazione nella quale il tempo di andata e ritorno della luce coincideva con lo
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Polytechnique e il Mont Valérien: ottiene così una velocità di 298 500 chilometri al secondo. Due anni dopo, Cornu ripete l’esperimento sul tragitto
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si orientò verso la fisica: di qui i suoi interessi per la neonata fotografia, il pendolo, l’invenzione del giroscopio, la misura della velocità della
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Sole sarebbe stato prodotto dalla velocità del suo moto, idea che si ritroverà, con il concetto di attrito, in Anassagora (496-428 a.C.).
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’analisi chimica dei corpi celesti. Presto gli astronomi impararono a usare le righe spettrali per conoscere il moto e la velocità delle stelle grazie all
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il colore delle stelle: più rosse se si avvicinano, più azzurre se si allontanano. L’idea era giusta, ma in media la velocità delle stelle rispetto a
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inseguendolo alla sua stessa velocità?
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velocità della luce è una costante: il seme della nuova fisica, che avrebbe relegato Newton tra le anticaglie, era lì, sotto gli occhi di tutti, ma nessuno
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’erano due semplici postulati: 1) le leggi fisiche sono identiche in tutti i sistemi inerziali; 2) la velocità della luce è costante ed è la massima
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energia e massa convertibili con un fattore di moltiplicazione enorme, pari alla velocità della luce elevata al quadrato. L’energia del radium veniva
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Nel marzo del 1905 Einstein parlò della questione della velocità della luce con l’amico Michele Besso senza venirne a capo. Ma tornando a casa in
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gravitazionali sono istantanei, nel mondo di Einstein invece incontrano il limite invalicabile della velocità della luce. Occorreva dunque procedere a
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- diversamente da mele e ascensori - non si schiantano perché cadono esattamente con la velocità necessaria a mantenersi in orbita. Però, pensò Einstein, le
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Già nel 1917 Vesto Slipher aveva pubblicato un elenco di 25 galassie, ognuna con la sua velocità rispetto alla Terra, e quasi tutte risultavano
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scomparivano gruppi di macchie. Le stelle non erano fisse ma correvano nello spazio. Il Sole puntava a gran velocità verso la costellazione di Ercole. Le
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Ma ciò che qui ci interessa è che nel 1998 si è scoperto che non solo l’universo si espande con velocità tanto maggiore quanto più le galassie che
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la distanza e la velocità radiale delle nebulose extra-galattiche”. Sono sei pagine in tutto. Non compaiono né la parola universo né la parola
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la velocità con cui esse si allontanano per definire sempre meglio quella che ora è chiamata “legge di Hubble”. Un paio di volte Einstein andò a
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Se invece la stella è molto più massiccia del Sole, nel collasso, che avviene in pochi secondi, gli strati esterni vengono espulsi a grande velocità
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per centimetro cubo. Si immaginò gli atomi sotto l’enorme pressione. Che velocità avrebbero dovuto avere gli elettroni per non essere schiacciati sui
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sequestrato ai nazisti: qualche frammento avrebbe superato la velocità di fuga della Terra e sarebbe diventato il primo oggetto lanciato nello spazio
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quindi con alta velocità di allontanamento (3C 273, per esempio, fugge a 44 mila chilometri al secondo, un sesto della velocità della luce). Alcuni erano
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, orbitano quasi alla stessa velocità delle stelle più interne. Se non ci fosse una massa invisibile a trattenerle, si disperderebbero nello spazio perché la
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(1985). Sempre le stelle periferiche si muovevano quasi alla stessa velocità di quelle interne, e talvolta anche più velocemente: prova indiscutibile
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Confrontando le velocità di allontanamento di galassie più o meno remote Perlmutter e colleghi intendevano confermare la Legge di Hubble sull
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Perlmutter, allora quarantenne, basandosi su nuove misure della velocità di allontanamento delle galassie più remote, scoprì che, dopo alcuni miliardi di
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Al metodo di ricerca messo a punto da Michel Mayor, basato sulla misura delle velocità radiali, cioè sull’accelerazione impressa alle stelle
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Dio-centrico mentre la Terra è diavolo-centrica, i cori angelici orbitano intorno a Dio a velocità sempre più alta via via che ci si avvicina a Dio
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risolse, per esempio, la questione del moto retrogrado dei pianeti. Dovette però conservare gli epicicli per spiegare come mai variasse la velocità dei
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, orbita intorno al baricentro del sistema, ed è il baricentro a trovarsi nel fuoco dell’ellisse. Le velocità orbitali sarebbero state spiegate
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distanza e velocità dei pianeti che l’autore deriva da una bizzarra applicazione dei cinque solidi regolari, detti platonici in quanto il filosofo greco
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importante contributo di Keplero all’astronomia moderna: la scoperta della forma ellittica delle orbite e la velocità variabile dei pianeti lungo tali
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pitagorica armonia che permea di sé tutto il creato: i pianeti e le loro variabili velocità all’afelio e al perielio sono associati a intervalli musicali
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