loro, danno alla seconda generazione (F2) la segregazione mendeliana con ricomparsa delle razze pure, rossa e bianca. La variabilità iniziale si
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Conservazione della variabilità.
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Si spiega così fra l’altro la conservazione della variabilità, difficilmente interpretabile in base all’antica teoria dell’eredità mista o intermedia
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Tale variabilità può, per effetto della dominanza, rimanere nascosta, anche per parecchie generazioni. Nell’eterozigote il gene per l’albinismo
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sull’altro o fusione, cioè assenza di dominanza, nella generazione successiva la segregazione ripristina i tipi originari: la variabilità iniziale si
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Figura 25. Schema per dimostrare come l’eredità mista, o intermedia, riduce la variabilità iniziale del 50% ad ogni generazione. Partendo da otto
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, quindi la variabilità. Per mezzo della fecondazione si ottiene ad ogni generazione una ricombinazione fra i geni esistenti in una popolazione.
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ad una integrazione delle azioni dei singoli geni, che dà luogo a una variabilità continua.
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La riproduzione sessuale, con il rimescolamento che produce, è quindi la causa principale della variabilità. Come abbiamo detto, essa mette al mondo
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Ma, oltre al rimescolamento dei geni esistenti in una popolazione, deve pur esistere un’altra sorgente di variabilità. Deve esistere la possibilità
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, che a nostro giudizio sembra molto più semplice. La riproduzione sessuale assicura un alto grado di variabilità, con possibilità di utilizzare tutte
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, evidentemente, dipende, in ultima analisi, la variabilità.
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mutazione rappresentano certamente, se non la sola, di gran lunga la più importante sorgente di variabilità ai fini del differenziamento specifico.
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variabilità piuttosto ampia.
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L’evoluzione, fin dal suo primo gradino: la formazione di razze, presuppone una direzione, un orientamento, altrimenti si avrebbe una variabilità
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possibile l’entrata in gioco di questa limitazione automatica e casuale della variabilità. Le ricerche recenti dimostrano però con sempre maggiore evidenza l
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Drosophila ha, fra la sua variabilità latente, anche il carattere «ali ridotte», è chiaro che potrà affrontare resistenza in un ambiente dominato dal
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. Probabilmente anche la limitazione automatica della variabilità, o genetic drift, di cui abbiamo parlato (p. 187) entra in gioco in casi particolari, quando il
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biologia molecolare ha riconosciuto i fondamenti delle mutazioni geniche (che, ricordiamolo, sono la principale sorgente della variabilità, sulla
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Analisi della variabilità.
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Uno dei problemi che si incontrano nello studio della variabilità è rappresentato dal fatto che, come indice della variabilità genetica, ci si
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Un’altra misura interessante, che la scoperta della variabilità enzimatica ha messo in luce è la stima del grado di variabilità presente nelle varie
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variabilità genetica, riferibile direttamente a singoli geni.
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presentato cospicue variazioni evolutive perché dotati di un minor grado di variabilità. Invece Limulus e vari altri animali, esaminati da questo punto di
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Lo studio della variabilità al livello genico, cioè al livello molecolare, ha indotto il matematico giapponese M. Kimura (1968) a proporre la
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variabilità individuale fornisce, nella popolazione, alcuni individui provvisti di mutazioni geniche che comportano la resistenza ad un determinato
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Il fattore più importante di evoluzione appare, fino ad oggi, la selezione naturale, che opera su di una variabilità autoctona. Se ben s’intende il
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processo d’evoluzione in un determinismo troppo stretto. Anche questo va chiarito. Per quanto ora sappiamo, la sorgente prima della variabilità, la
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variabilità; secondo: la sopravvivenza del più adatto per effetto della selezione naturale; terzo: se questo meccanismo possa dar ragione della formazione
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graduale variabilità di questo, può dar ragione della continua variazione delle forme, quale ci è palesata dalla paleontologia, la scienza dei
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Le cause della variabilità rimasero ignote al Darwin, come, del resto, a tutti i suoi contemporanei ma ciò non diminuisce la validità della sua
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Lungamente Darwin medita e raccoglie dati sulla variabilità, che è alla base del fenomeno evoluzionistico e ne ricerca le cause. Mentre nelle prime
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Se anche si vuol concedere che, in conseguenza della variabilità individuale (le cui origini, per Darwin, sono oscure, come abbiamo visto) compaiano
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Anche per Weismann l’origine della variabilità è ancora completamente oscura. Ciononostante egli riconferma in modo assoluto il principio darwiniano
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Ma la sorgente prima della variabilità: come nascono cioè quelle variazioni che poi l’anfimissi rimescola e ricombina in tutti i modi possibili
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di variabilità, e sono subito e totalmente ereditarie, costituiscono la base della variabilità evolutiva invano cercata dal Darwin, dal Weismann e da
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sperimentali la conoscenza della variabilità e della ereditarietà. È questo certamente il risultato più importante di quell’intenso lavoro, che condusse
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