prodotto dell'immaginazione e il suo fine precipuo è di insegnare a esercitare l’immaginazione. E importante perché senza immaginazione non v’è
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invece la tematica fiamminga della natura morta con figure, alla Joachim Beuckelaer, già filtrata, attraverso i Campi, nel Passerotti. V’è
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paesaggio di Annibale, la Fuga in Egitto: vi sono alberi, acque, monti, cielo, cioè tutti gli elementi che compongono lo scenario naturale; v’è la città
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. Nel Riposo in Egitto il Caravaggio riprende il motivo veneto della figurazione sacra nel paesaggio; vuole affermare che non v’è differenza tra il
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moto, nulla potrà fermarla. Non v’è sviluppo di azione, ma v’è una durata: è come una ruota che gira intorno al mozzo. Non più un fatto istantaneo, ma
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critici del Seicento, il Caravaggio apre la via alla pittura di genere, specialmente alla natura morta; egli stesso affermava che non v’è differenza
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La religiosità del Caravaggio è in rapporto con le più schiette correnti religiose del tempo. Di fronte alla minaccia dell’eresia, v’era chi
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Della «fantasia» dossesca v’è chiaramente il ricordo, quasi nostalgico, nell’allegoria della Notte, malinconica figura avvolta nell’ombra dell
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luministico, come nel corpo del cavallo, sulla cui muscolatura scattante è tesa una superficie morbida, sensibilissima alla luce. V’è nel Mochi, infine
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chiesa di Sam Marcello al Como (1683) è sciolta, ariosa, pittorica. Tra le due ali laterali e il corpo mediano non v’è altro raccordo che un elemento
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All'estremo opposto di questa pittura, che sostiene la visione 'ascetica con le regole della matematica, v’è la pittura di costume o di scene di vita
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Napoli spagnola, nel Seicento, è in contatto diretto con Roma. Vi si reca, quando la morte di Sisto V ferma i lavori della riforma urbanistica romana
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» significato, poiché nella realtà non v’è distinzione tra ma e l’altro. Quanto più si approfondisce la verità dell’oggetto tanto più si approfondisce la
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tracciato a scacchiera; ma poiché non v’è più bisogno del bastione che rafforzava la difesa naturale del fiume, la città si dilata specialmente verso il
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statuario ufficiale. Nelle sue opere napoleoniche non v’è ombra di oratoria; Napoleone sarà magari l’Alessandro Magno moderno, ma il Canova non serve
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