grandezza del Delacroix. Il suo colore è freddo, e le sue opere accusano troppo il lungo studio e il grande amore. V’è in esse una tendenza costante al
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scetticismo che dominava gli animi; lo slancio fantastico del Delacroix, che somigliava quasi all’estro impetuoso del Byron, neppure contentava più. Non v’era
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Ma oltre a ciò, v’è da fare ancora un’altra considerazione sull’indole generale di questa pittura storica, di cui egli è il fondatore. In che cosa il
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si manifesta impetuosa e prepotente nei quadri del Delacroix; e v’è, invece, un colorito freddo, severo, solenne.
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: non v’era un tocco di pennello che non dovesse essere ragionato, non una espressione che non dovesse dalle sue coscienziose ricerche essere giustificata
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sarebbe stato più Raffaello, ma la pallida ombra di se stesso. Se non v’è nulla di nuovo nel nostro spirito; se non v’è un’attività propriar, e
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vede che il materiale, e l’arte impallidisce. V’era egli nella Esposizione un quadro più realista del Ciarlatano di Knauss? Eppure non sembrava
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’altro vuol raggiungere il finito della miniatura. Eppure, in tanta varietà v’è come una grandissima uniformità. L’arte e la vita si sono divise nei
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; ma ella vive e riposa nella luce, come nel suo proprio elemento. L’armonia dei colori v’esalta in modo, che vi par quasi di sentire una musica nuova
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sacrificato all’unità generale del quadro. L’esecuzione è un po’ fiacca, non v’è molto studio di rilievo, il gioco della luce poco variato nei suoi
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della campagna. V’è una correzione di disegno, v’è un’armonia di colore, una severità di toni, e un sentimento della natura così vero, così nobile, che
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che quest’arte, con tutti i suoi difetti, è l’opera d’un gran popolo; perchè vedete un’aspirazione continua a ciò che v’ha di più nobile nell’umana
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sulla punta della spada all’altro, che stende la mano a prenderlo, e, nel medesimo tempo, impugna la sua arme, pronto a rispondere. Ma accanto a lui v
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genio. Ciò che Overbeck voleva fare coi nostri quattrocentisti, egli fa assai meglio con la pittura d’Holbein e d’Alberto Dtlrer. V’è durezza e
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importanza, l’artista abbia potuto ottenere un cosi grande successo presso i veri conoscitori dell’arte. Ma egli ha notato che v’è una serie infinita
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scomparire dalla scena. Anche in Germania il bisogno del reale ha cominciato a distruggere la scuola ideale. V’erano nell’Esposizione quadri religiosi
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dimenticato un altro ufficio, anzi un dovere più importante: vedere ciò che la Francia poteva imparare dagli altri. E v’era da imparare, e si sarebbe allora
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dovette agli artisti stessi. V’era stata nella Commissione reale l’accortezza di capire che il mettere a posto un quadro o una statua è una faccenda
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Ma v’è ancora un’altra considerazione, che nel nostro secolo industriale ha molto peso. Una lunga esperienza ha fatto conoscere che oggi l’industria
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Ma v’è egli un dubbio al mondo che l’arte sia, con la poesia, la letteratura e la scienza, una delle forme che piglia la vita intellettuale d’un
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. A Napoli gl’ingegni sono vivi, fecondi, arditi; ma facilmente eccedono e passano la misura. Cosi v’è nato il cavalier Marini; i barocchi vi
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genere, semplici scene campestri, che ebbero la stessa verità, la stessa evidenza, il medesimo valore. Una tale pittura fece vedere che in arte v’era
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artisti in Italia, anzi quasi tutti dimostravano molto ingegno; ma non v’è una scuola italiana. Chi obbediva ad una, chi ad un’altra ispirazione; chi
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compiuto. V’è però un originalità di composizione, una novità d’esecuzione, che potrebbe condurre l’artista ad un genere di battaglie diverse dalle
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sono attoniti e rapiti dalla musica. V’è facilità, verità e luce; ma v’è anche qui un po’ di quello chic 1 notato più sopra nella scuola lombarda. Una
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L’alta Italia ha inviato altri quadri assai pregevoli, come per esempio quello del Gamba, in cui v’è molto merito d’esecuzione e di composizione
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scultura italiana. È opera più da scarpellino che da artista, non v’è nulla che s’avvicini alla superiorità incontestabile della nostra statuaria. Il Vela
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: non vi dice, non v’accenna alcun sentimento particolare, ma v’impone un sentimento misto di pietà e di terrore come i grandi protagonisti dei tragici
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, chi lo considera un po’ da vicino, s’avvede che in esso v’è più lavoro, più studio e più ingegno che non se ne trova in molti quadri francesi, pei
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nessuno vi bada. Non v’è un personaggio solo tirato a caso sulla tela, per riempirla, meno forse il soldato che, quasi di spalle allo spettatore, è in
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Non v’è dubbio alcuno, io credo, che fra tutti i pittori italiani egli dimostri una maggiore originalità. Se il pittore deve trovare il suo proprio
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3.° V’è un’altra considerazione, che sembra di poco, ed è pure di grandissimo momento. In Italia s’è oramai, per ogni professione, stabilito un
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