Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Penombre

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Praga, Emilio 50 occorrenze

Penombre

- Ecco un battesimo nella città ; mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: - All'ombra di quel velo bianco, in mezzo al cor di un tuo fratello

Penombre

natura imprima gli ultimi affronti. E con esso un volume avrei voluto, un volume di qualche autor chiercuto, per accertarmi colla musa mia che a qualche

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Suonano a esequie, un feretro s'avvia, un prete è in allegria. O mio canestro di olezzanti fiori, tavolozza di forme e di colori, o stelle che dal

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Colma il mio nappo, giovinetta bruna!... Vedi, la bianca e spensierata luna vi infilza un raggio... viva lo specchio, l'incubo e il miraggio! Questi

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Ho un Virgilio sul mio bruno scrittoio legato in vecchio cuoio, che comperai per memoria di viaggio da un prete di villaggio; costui l'avea trovato

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Staman nel bosco stavo tutto solo i gorgheggi a tradur di un usignuolo, quando un falco calò sul picciol nido e ripartì con un superbo grido: la voce

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Come un mortale anelava il fuggente globo di Venere; e le montagne sotto il dì nascente parean di cenere. Era l'ora del sonno, e del dolore, e dei

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mio, tomba ove giace estinto un giovinetto, tu fai l'effetto di un bell'inno pensato in paradiso; e il tuo sorriso è l'aura pura, fulgida, felice che me

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Stanco son io di splendidi cieli e fronzute piante; mi annoia lo spettacolo di una beltà costante; venga il dicembre, ed operi un cambiamento a vista

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Nelle eterne solitudini ride il sole come un pazzo, e le fervide risate son di raggi immense ondate; per le selve e i precipizi, lungo i solchi e

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volto dimmi a chi ride adesso? Sul tuo recente tumulo poc'anzi ancor sostai; inutilmente i pallidi giacinti interrogai... Seppellivano un vecchio, o

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santo oblio, come un intingolo della massaia quando i fittabili tornan dall'aia ; quando gorgoglii è tutto tuo l'ingegno, o a poco a poco, come un

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torso di un ginnastico e una mesta vetrina dove la mano infusero di un'etica bambina, vidi una cosa orribile vidi di un uomo il feto; quella tomba

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! Errando teco, pallida Sofia. Vi cantava la messa un cherubino, e vi nascean colombe ed usignuoli: oh il bel cammino, fra le intatte bianchezze e i

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... Ma un canto ecco s'innalza, e un uomo, al muro brancicando, arriva. - Chi è, chi non è ? Oh povero me!... Il prete lo giura, ma nulla io ne so: chi

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Per l'ampia volta querula, nel coro intarsiato, l'orme di cinque secoli un giorno ha cancellato; or tutto è liscio e candido, e, a quei toni

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tiepide tane fa ogni sbuffo assassino delle speranze dell'april bottino, e alle rive lontane caccia un popol di morti e di feriti. Son sibili e

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A un muricciuol che scalda il sol d'aprile ecco il vecchio girovago appoggiato; agitato da un tremito febbrile, spende in avemarie l'esile fiato. La

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Vorrei, fanciulla, esser nel tuo corsetto, e, come un serpe ai dì di luglio, in giri voluttuosi errarti intorno al petto: errarti intorno al petto, o

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l'Ideal che inseguo, e per le lagrime che Iddio mi serba; o giovinezza che già muti nome una pura armonia spirami ancora, un inno alato; pria che il verno

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Un dì due chèrubi in un essere sol vestir la creta; quel dì fra gli uomini giunse a esultare e a piangere il poeta. Uno era lamia conscia dei mali

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Perchè sei pallido o mio bambino? Perchè il tuo lucido occhio azzurrino, su cui di un dubbio non scese il velo, infaticabile s'affisa in cielo? Non

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ricordi i progetti inargentati dal vago argento che maschera il vero? Chi, chi di noi più puri e più beati? Tu prevedevi un serto alle mie chiome, io

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Requiescant in pace Io conoscea due vispe vecchierelle che vicino abitavano di casa: le due cuffie eran sempre alla finestra, e per l'aria venìa un

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pianura, benedetta da Dio; avrai le rime e i fior della natura, e l'amor mio. Io so trovarli i mesti sentieruoli pieni di caprifoglio, e in un bosco ben

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. Vorrei darle la mia sete di baci non noti al mondo; come un aratro sul suo sen giocondo vorrei passare, e nell'ansia vederla agonizzare. E poi narrarle

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L'hai tu veduto, pensierosa luna, l'hai tu veduto il suo bacio all'amica?... Sorgevi appunto allor, per l'aura bruna, in un manto di fosforo e di

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Io voglio farmi un piccolo convento, lontano, solitario, in riva al mare; colà, pieno di sole, in mezzo al vento, starò lieto e tranquillo ad

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Vous ne la plaignez pas, vous, mères de familles qui poussez les verrous aux portes de vos filles, et cachez un amant sous le lit de l'époux! Vos

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Quando il sol cadde e tacquero le squille, la quiete e l'amor cantano un coro alla tribù dell'anime tranquille. L'uomo è stanco di passi e di lavoro

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, quella è la perla che nessun mi toglie. Perla ove splende un'iride celeste: un sorriso di donna amante e bella, il crin di un bimbo, e le pupille meste

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Ella era nuda come un fior d'Iddio liberamente nei campi sbucciato; però pel ballo si adornava, ed io le stava allato. Creature del cielo, angeli

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tuo petto è un corsaletto dei vecchi dì colla malìa nascosa; o bella donna di latte e di rosa. O bella donna che sembri uno stelo mietuto in cielo

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Il marchio aspetto delle bianche chiome, a cinque lustri errando nella vita, vecchio come una quercia, e affranto come un sibarita. E lo sa Iddio se

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l'amai! Ma le trombe di Gerico tacquero una mattina: sparve dal ciel degli angeli la tinta porporina, e innanzi a un muro orribile torvo piantossi e

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come un poeta!

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nelle flebili campagne, passo talor vicino al parlatorio della clausura : - Salve, se vieni in nome del Signore! - dice una pietra oscura, e lambe un

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La notte piombava dai campi celesti, e gli uomini onesti - russavano già. Il cielo era un buio germoglio di stelle; s'empìa di fiammelle - la negra

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del Bello e del Ver!... Avviva i fantasimi che vivono un'ora, le amiche dell'anima che un soffio scolora; ti gonfia di orgoglio, vigliacco diventa

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maturo, parlava dei baffi di un capo-tamburo. Ma, l'ultimo bacio, coll'ultima tazza, versato sul crine di un'ebra ragazza, io stavo cogli occhi rivolti

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Noi siamo figli dei padri ammalati; aquile al tempo di mutar le piume svolazziam muti, attoniti, affamati, sull'agonia di un nume. Nebbia remota è lo

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O armoniosa quiete del villaggio, balsamo sospirato un anno intiero, o pace della mia anima, e raggio del mio pensiero! Come sei tutta buona e tutta

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, per darmi la cena, riponevi in un angolo il rosario; egli, finito appena, tutto ridente mi sedeva accanto, e mi diceva : - T'ho aspettato tanto! - I

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di fior. Un serto facciamogli del nostro pensiero, ma casto, ma placido, ma bello e leggero; ci basti il suo bacio per leggere i fati, per viver beati

Penombre

! E anch'io, crisalide forse di un astro, da un sassolino a te m'inchino: luna cornuta che mostri muta l'anel reciso nel paradiso, di cui lo sposo

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caffé sbadiglia d'arte, per noia e moda, che il nome mio non s'oda, o ch'ei lo insulti io vo'! L'insulto e la calunnia, sposati in un sorriso, non

Penombre

Un lenzuolo di nebbia avvolge il cielo, e la pioggia minuta e lenta cade; le colline lontane han messo il velo, e di fango si coprono le strade

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l'universo in un minuto. L'universo imparai! Non domandate al levita e al filosofo gli arcani: un vagito di bimbo, ecco la fede, ecco il segreto dei

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sento un esule di tutti i mondi; se la fanfara delle tue parole mi profumasse di girani e viole questo povero petto che sospira all'odor del cataletto

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Elemosina a lei, la poverella che un dì fu bionda, giovinetta e bella. Fulgida, allor, le garrule barriere correvi in caccia di pupille nere

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