Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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L'evoluzione della cultura e la stampa quotidiana

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Alcide de Gasperi 1 occorrenze

ordinamenti sociali, ma nuovi per le trasformazioni della nostra vita morale ed intellettuale. O padre Dante, se tu scendessi dal tuo piedistallo e muoveresti

La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi

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Murri, Romolo 7 occorrenze
  • 1907
  • Murri, La vita religiosa nel cristianesimo. Discorsi, Roma, Società Nazionale di Cultura, 1907, 1-297.
  • Politica
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vita interiore, alla sua coscienza, a sé stesso. Gesù ci ha detto: la salute è in te, tu sei in rapporto immediato con il tuo Dio, che adorerai in

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, può questa vostra coscienza dire, rimanendo ciò che essa è: Padre nostro, sia compiuto il tuo volere? È il volere di Dio che essa compie?

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Interrogato un giorno Gesù quale fosse nella legge il primo e supremo comandamento rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutta la tua mente

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tua persona ed alle tue cose: tratta gli altri come questo stesso desiderio del tuo benessere personale ti dice che gli altri dovrebbero trattare te

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viventi; dove i primi distinguono rigidamente il mio e il tuo, la legge del Cristo vede il dono del Padre fatto comunemente a tutti i fratelli ed

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d'interessi, questi freddi rapporti antitetici di mio e di tuo, ma nello stesso tempo li suppone, e non potrebbe sopprimerli senza annullare sé stessa

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dritto e la forza dell'autorità e il mio e il tuo cedano il luogo ad un'alta unione di anime, sa i limiti del suo nobile sogno; sa che a questa società

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CARDELLO

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Capuana, Luigi 4 occorrenze

Ti rimanderemo al tuo paese - gli aveva detto il brigadiere. Ma oramai egli aveva preso gusto a quella vita errabonda; e se avesse avuto quattrini, o

io? L'ha ammazzata don Carmelo! - E quando si sentì rassicurato, e udì dirsi dal brigadiere: - Ti rimanderemo al tuo paese, senza che tu spenda un

Cardello - Sei orfano? Non parli mai di tuo padre o di tua madre. - Sono morti da un pezzo; non li ho neppure conosciuti. - Quanti anni hai? - Quindici. - E

le istruzioni che contiene? Non so come regolarmi. - Io, nel caso tuo, aprirei la busta. - Cardello la trasse di tasca e gliela consegnò: - L'apra lei

Il Drago e cinque altre Novelle per fanciulli

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Capuana, Luigi 1 occorrenze

il tuo ospedale! E qui costoro sono figli miei, e ne faccio quel che voglio io! Nè per ora te li rendo; neppure se mandi i carabinieri! Il signor

Poesie - La morte di Tantalo

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Corazzini, Sergio 2 occorrenze

ascolta. Sfogli la tua tristezza monotona davanti alla piccola casa provinciale che dorme; singhiozzi quel tuo brindisi folle di agonizzanti una seconda

, a me sembra il tuo cuore instancabile, ardito, cuore di donna, cuore acceso d'infinito, cuor nostalgico in preda al doloroso senso di cercar

ALLA CONQUISTA DI UN IMPERO

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Salgari, Emilio 30 occorrenze

. - Che cosa vuoi tu, signore? - Io so che il tuo padrone è potentissimo alla corte del rajah e vengo a chiedere il suo appoggio per ottenere una

il tuo letto? Codesta è un'imprudenza. - La gente che appartiene alla mia razza, è la più solida dell'Europa, - disse, - e poi non amo infiacchirmi nel

uccidere una simile belva. Ora puoi domandare quello che vuoi. - A me bastare essere tuo grande cacciatore ed essere ospite tuo. - Darò delle grandi

essere uno stupido, brutto indiano. Andare a dire a principe tuo che io avere trovato la pietra di Salagraman della pagoda di Karia. Mylord avere uccisi

e pieni di fuoco. - Siedi e bevi a tuo piacimento - gli disse. - Tu non perderai inutilmente il tuo tempo perché sono uso a pagare largamente i

preda ad un terribile spavento, non cessava di gridare al fratello: "Fammi grazia della vita ed io abbandonerò il tuo regno. Sono figlio di tuo padre. Tu

, poi disse: - Tu nominare me tuo grande cacciatore, ed io uccidere le tigri che mangiano tuoi sudditi. Ecco quello che io volere. - Il rajah aveva

strana in un uomo che pareva più flemmatico d'un vero inglese. Sulla porta del salone reale trovò un ufficiale. - Va' a dire al tuo signore che io

. - Tu sospetti che si cerchi di attirarci in qualche agguato. - Nel tuo caso sai che cosa farei, amico Sandokan? Leverei senza indugio il campo e

desideriamo solamente andarcene, senza disturbare nessuno. - Siete ladri? - Nessuno dei miei uomini ha toccato le cose appartenenti al tuo padrone. Orsù

inquilini. - Non se ne andranno però senza protestare, - rispose Tremal-Naik scherzando. - In tale caso avranno da fare con noi. Kammamuri, non tremerà il tuo

bianchi e pagheranno colla loro vita. - Va' a dire allora al tuo signore, che il suo grande cacciatore li difenderà finché avrà una cartuccia e un

d'un tara, guardava tranquillamente l'incendio ed i nemici a scappare a rotta di collo. - Non credevo che ti fosse nata nel tuo fantasioso cervello una

sei liberata dall'occhiata di quel sinistro vecchio e non correrai più alcun pericolo. - Che cosa vuoi pel tuo disturbo? - chiese la giovane. - Che mi

il popolo accetterà, senz'altro, il fatto compiuto ed acclamerà la sua bella e giovane rhani. È così che si fa la politica nel tuo paese, è vero

sorpresa. - No, signore. - Che il tuo bâng l'abbia fatta impazzire? - È impossibile. - Che cosa dice dunque questa fanciulla? - Aspettiamo. - Parla d'una

, perché se tu hai parlato puoi aver compromesso non solo me e te, bensì anche Yanez. - E se, come t'ho detto, fosse stato un sogno? - Il tuo cervello, se

sperare d'offrire a quel briccone di rajah la pelle della kala-bâgh. - Ed io ne sono sicuro, - aggiunse Sandokan. - Il tuo principe sarà così

questa tavola che è più necessaria a me che a te - disse Yanez. - E poi il tuo profumo non mi piace affatto. Va' e buon viaggio! - Con una spinta vigorosa

strano. - Ah! - esclamò Sandokan, deponendo la pipa. - Sei tu, Kammamuri? Ben felice di vederti, sempre in salute e sempre fedele al tuo padrone. - I

avrò buon giuoco su te e sul principe, tuo protettore. Non è che questione di pazienza, come dice sempre Sandokan. - Prese la sua carabina, quell'istessa

forzassimo la porta invece? - chiese Sandokan. - Perderesti inutilmente il tuo tempo, - disse Tremal-Naik. - Tutte quelle dei nostri templi sono di

fradicio e urla ripetutamente, simulando a meraviglia uno spavento indicibile: - Lasciami la vita! Sono tuo fratello! Abbiamo nelle vene il medesimo

, Altezza. - Quale arme hai scelto, mylord? - Io avere lasciato scelta a tuo favorito. - Sai dove vi misurerete? - Io non sapere niente. - Nel mio cortile. Il

seguirai il tuo padrone e non lo lascerai un istante. - Poi volgendosi verso i malesi aggiunse: - Vi avverto di fare una scarica; una sola, mandando nel

. - Perderesti inutilmente il tuo tempo. Le kala-bâgh non si lasciano sorprendere e potrai mettere capretti finché vorrai e anche dei maiali, senza deciderle ad

contate subito. - Io sono tuo anima e corpo. - Vedremo, - rispose Sandokan. Si volse verso i malesi dicendo loro: - Levate quest'uomo dalla buca e dategli

. - E io non lasciare tuo albergo. - Farò chiamare le guardie di S. E. il ministro e ti farò arrestare. - Un inglese mai avere paura delle guardie

tratti il tuo grande cacciatore? - gridò Yanez. In tre salti attraversò la stanza e si precipitò nella sala tuonando: - A me, malesi! ... - Aveva

momento, mentre la Tigre e Tremal-Naik sono liberi e hanno uomini valenti con loro come Kammamuri e quel Bindar. Spingi il tuo cavallo e arma la tua

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