Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Penombre

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Praga, Emilio 30 occorrenze

Penombre

- Ecco un battesimo nella città ; mio saggio demone, che mai sarà? - Rispose: - All'ombra di quel velo bianco, in mezzo al cor di un tuo fratello

Penombre

assorto, tu puoi morir!... Degli Antecristi è l'ora! Cristo è rimorto! O nemico lettor, canto la Noia, l'eredità del dubbio e dell'ignoto, il tuo re

Penombre

- Qual fu stanotte, quando tu vegliavi, la dea che del tuo canto incoronavi? Ah dimmi, dimmi che nel ciel dimora, e che tu te 'n dimentichi

Penombre

Pallido fior del nordico paese, vaga beltà della colonia inglese, ben mi dicea quel tuo sguardo profondo che ti chiamava a sè l'occulto mondo! Quando

Penombre

Ancor vederti sembrami le braccia dimenare come una giovin rondine che tenti di volare, povero bimbo, piccolo cadaverin sepolto! Quel tuo vergine

Penombre

Vorrei, fanciulla, esser nel tuo corsetto, e, come un serpe ai dì di luglio, in giri voluttuosi errarti intorno al petto: errarti intorno al petto, o

Penombre

Perchè sei pallido o mio bambino? Perchè il tuo lucido occhio azzurrino, su cui di un dubbio non scese il velo, infaticabile s'affisa in cielo? Non

Penombre

mio, tomba ove giace estinto un giovinetto, tu fai l'effetto di un bell'inno pensato in paradiso; e il tuo sorriso è l'aura pura, fulgida, felice che me

Penombre

tuo petto è un corsaletto dei vecchi dì colla malìa nascosa; o bella donna di latte e di rosa. O bella donna che sembri uno stelo mietuto in cielo

Penombre

voglie, illesa; passa candida e altera e non compresa! Adorino il tuo riso incantatore, agognino al tuo fiato e al tuo pallore, bevan l'abisso delle

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è tuo destino, pallida, mesta, e collo sguardo chino? Io leggo il cielo attraverso l'amore! Tu sei la lente delle mie pupille: povero fiore, tolto

Penombre

carnefice, vorrei farmi becchino per lacerarti, o secolo, quel manto d'arlecchino; e sul tuo muto Golgota cacciarti col tuo Dio, e imprecarti l'oblìo

Penombre

dei nostri lunghi amori, quand'io portava al tuo dolce lenzuolo carezze e fiori. Ripenserai la fiammella turchina che ci brillava accanto; e quella

Penombre

piano appunta il dito. Ritorna all'ombra del tuo pergolato, ritorna alla tua chiesa, e, là, mostra, spauracchio all'uom curvato la croce appesa: me

Penombre

sereno, se la bisnonna tua vivesse ancor! Sta' cheto e attento, o pallido bambino, e mi contempli fiso il tuo visino, ti voglio innamorar: la sua

Penombre

, tormenta - addormenta l'illuso pensier!. . . Fratello, sul tumulo sei dunque arrivato; adesso raccontami l'immenso passato ; ricordi il tuo viaggio? Le

Penombre

a lei? Perché prigione è l'anima, prigione eternamente, dell'orror tuo ridente, del tuo feroce amor? Cantate, o antiche vittime, cantate, o

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innocente! Fa' il tuo mestiere: scendete, scendete, leggiadri fiocchi danzanti nei cieli; come perlucce coprite, pingete i tetti, i tronchi, la mota e gli

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Tentanda via est. La bella mano gli posò sul crine e disse: - Io vedo il tuo serto di spine, e sento l'onda che hai qui dentro ascosa, o mio dolce

Penombre

; e chi ci guida ancora in mezzo ai triboli è il tuo concento! Noi gli diremo: additaci la pietra ove la bella tua defunta giace presso lo sposo; cui

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santo oblio, come un intingolo della massaia quando i fittabili tornan dall'aia ; quando gorgoglii è tutto tuo l'ingegno, o a poco a poco, come un

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all'aura : oh dolce il tuo sussurro! e alle rondini : addio! e ai passeggier: vi benedica Iddio! E, alla parola Iddio, lo assalse un'alta riverenza, e

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artificiale, prima d'essere un fior forse fu un cero di funerale. O fantasìe dell'ammalato ingegno! Penso, guardando il tuo largo mantello, a quel dei

Penombre

guarda fisso, e l'ignoto Signor nel tuo lo vede occhio pieno di morte, e pien di fede. Elemosina a lei, la poverella che un dì fu bionda, giovinetta e

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sulla tua mensola con Gesù Cristo in mano; forse il beato Angelico fu un tuo vicin di cella, forse la tua facella lambendo a notte il suol, di sotto

Penombre

; gelato è il primo albore ; torna, torna ubbriaco al mesto tetto che orbò la morte d'ogni tuo diletto; alzerà il vino un lembo al velo bruno, rivedrai

Penombre

per te meditavo un paradiso; tu inghirlandavi d'alloro il mio nome, io d'amor sempiterno il tuo sorriso... tu prevedevi un serto alle mie chiome! O

Penombre

, meriggio, estate e inverno! No, non mi sfuggi, despota adorato; non mi sfuggi, e arrossir devi, e pentirti del tuo Creato! - Sorrise il vegliardo di un

Penombre

lunga tosse ferina. O Noli, o solitaria pescatrice tutta cinta di torri e di madonne, Dio protegga il tuo mar, la tua pendice e le tue donne! Le negre

Penombre

fumando in santa pace: - inchiodala sull'uscio, è il tuo brevetto, il miglior dei blasoni, e il più verace ". E la canzon dicea : " Libero ingresso! Si

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