modo quasi inerte le ricerche del Bauhaus (in particolare di Moholy-Nagy) o «una singolare dialettica fra caso e programma, tra matematica e azzardo
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: semantico) qui appare chiaramente la strettissima connessione tra intenzionalità e semanticità». E noi non abbiamo nulla da obbiettare se non quanto
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: tra questo oggetto e la sua immagine non è per nulla necessario disporre un relais, vale a dire un codice. È vero che l’immagine non è irreale, ma ne
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chiaro che le differenze stilistiche sono dovute non solo alle differenze individuali tra i vari artisti, ma anche al fatto che tali opere furono
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