neofigurative che, in certo senso, erano valse a «sbloccare» il terreno per tanto tempo irrigidito dall’astrattismo non figurativo. Ma il ripensamento s
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oltreatlantico e dovevano preparare il terreno a tutta la successiva ondata di op art (da Vasarely a Bridget Riley) che videro poi, negli italiani
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meccanici (ruspe che asportano e trasportano grossi lembi di terreno [Heizer, Dibbets]).
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con cui alcuni di questi artisti si sono riaccostati alla natura, hanno preso coscienza del trasformarsi del terreno, delle piante, del valore d’un
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Ho voluto sbarazzare il terreno da questo settore per poter esaminare con maggior precisione le altre correnti che ci si presentano in questa
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