visibile ne' forti telescopi.
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visibile nei piccoli telescopi Dei satelliti di Saturno uno fu scoperto già nel 1665, quattro lo furono fra il 1671 e 1684, due nel 1789, uno nel 1848
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più invisibile anche con buoni telescopi, ed ha un periodo di 331 giorni.
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254. Accrescendo la potenza dei telescopi si accresce il numero di tali nubecule luminose, delle quali la risoluzione in stelle è riservata ad altri
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sono stati spesso oltrepassati, malgrado che le difficoltà di esatta costruzione crescano in misura assai maggiore che le dimensioni di questi telescopi
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Non farà dunque meraviglia, che Galileo, i cui telescopi non superarono mai l'amplificazione di 30 diametri, non abbia potuto fare in Marte alcuna
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rilevare montagne, valli, circhi e crateri senza numero ed un'infinità di altri particolari topografici,La carta lunare di Schmidt, fatta con telescopi di
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Monaco, per cui opera il primato nella costruzione dei telescopi passò verso il 1820 alla Germania), vide e descrisse le macchie del pianeta
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chilometri. del medesimo non permettono di usare con molto frutto amplificazioni inferiori a 200 e 300, né telescopi di lente obbiettiva inferiore in
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minori di 500 e 600 diametri, quali si possono avere soltanto da telescopi dell'apertura di 40 centimetri o più.
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È questo il massimo dei telescopi esistenti in ItaliaSecondo in ordine di grandezza è il telescopio che con esempio degno d’imitazione il Dott. V
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che la connessione esista e si faccia per canali troppo sottili per esser veduti coi nostri attuali telescopi.
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buona portata dei grandi telescopi astronomici; e così fu possibile di fare alcune osservazioni importanti. Durante l'epoca del massimo avvicinamento
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sguardo alla carta di Marte qui unitaNotisi che in questa carta il pianeta si presenta rovesciato, quale si vede nei telescopi astronomici usuali
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circostante; e, correndo verso le regioni più basse, producono una gigantesca inondazione molto bene osservabile ai nostri telescopi. Tale inondazione
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delle luci, mentre esso è piuttosto una quantità costante, ma è facile determinare la correzione. W. Herschel fece uso di due telescopi a specchio, e
parte del cielo. Tutti i grandi telescopi, siano a vetri, cioè refrattori, siano a specchio, cioè riflettori sono ora montati in modo consimile, e l
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rapporto della luce di due stelle che differiscono di una grandezza vedute nei telescopi.
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del costume e della scienza: attorno allo specchio sono fiorite opere letterarie e artistiche, telescopi costituiti da specchi a tecnologia
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, a parte lo strumento dei passaggi usato per determinare la linea meridiana e l’ora siderale, non aveva più telescopi. Le luci di Londra li avevano
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In ogni caso, morto Greenwich, viva Greenwich. Estinto l’Osservatorio fatto di cupole e telescopi, vive quello virtuale, paradossalmente proprio in
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negli specchi dei telescopi (dove ha sostituito l’argento).
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corpo generatore di questo astro straordinario era visibile ai più potenti telescopi solo come un piccolissimo punto luminoso. La trascrivo dalla
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astronomi una prospettiva vertiginosa e illimitata, che i telescopi incominciano a sondare sempre più in profondità. Ma il cambiamento di prospettiva non è
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Dopo il fugace sguardo di Galileo, il cielo era diventato una frontiera sterminata da esplorare con telescopi sempre più perfezionati. Fu l’età dell
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Fabbrica di telescopi
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Nella sua vita Hershel costruì più di 200 telescopi e una settantina li vendette a clienti come il re di Spagna, il granduca di Toscana e l
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Sull’onda della scoperta di Urano, con più tempo libero e ben finanziato dal re, Hershel costruisce telescopi sempre più grandi per mettere in atto
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Lavoratore instancabile, di notte osservava e di giorno fondeva specchi di telescopi per sé e per clienti illustri. Un foglietto che riporta un
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Hershel realizzò poi due telescopi da 20 piedi di lunghezza focale (circa 6 metri). Il primo aveva uno specchio da 30 centimetri ma lo usò poco
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modesti strumenti dell’Osservatorio con nuovi potenti telescopi: considerandolo assenteista, Le Verrier gli azzerò lo stipendio. Tornerà a essere pagato
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particolari così fini da essere al di là dei limiti consentiti dai telescopi e dall’occhio dell’osservatore. In effetti Schiaparelli era daltonico e
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interpretandole aldilà del potere di separazione dei telescopi utilizzati.
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Scrive Antoniadi: “Grazie al bell’obiettivo di Henry vidi i canali rettilinei dissolversi là dove i particolari più fini, inaccessibili ai telescopi
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decenni del Seicento i telescopi avevano aumentato enormemente la quantità di luce raccolta ma il sensore sul quale la luce si concentrava era pur sempre
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Curiosamente, anche il cinemascope è parente dell’astronomia. Tutti i più moderni telescopi applicano lo schema ottico Ritchey-Chrétien. Lo
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moderna. Nonostante i lavori di Hershel, Ritter e Melloni, la luce visibile rimase protagonista per decenni, e non soltanto perché grandi telescopi
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Un po’ per volta si sondava anche l’enigma delle nebulose: erano fatte di gas o di stelle? Hershel e Lassell avevano costruito grandi telescopi per
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Telescopi fuori dell’atmosfera (o quasi)
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globulari e di altri oggetti che, nonostante gli sforzi di Lord Rosse e telescopi sempre più potenti, rimanevano di natura incerta: semplici nubi di gas
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Albert Einstein non fu astronomo. Eppure, senza usare telescopi, rivoluzionò la visione dell’universo più di Galileo e Newton. Nel 1905 con la
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luci in cielo”. Oggi conosciamo centinaia di «lenti gravitazionali» ben più potenti del Sole, e ci servono da telescopi naturali per concentrare la
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del suo potere, Hubble monopolizzò a proprio favore le notti di osservazione a Monte Palomar sottraendo agli oppositori i telescopi più potenti.
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centinaia e gli astronomi le usano come telescopi naturali. Certi ammassi di galassie del cielo profondo nelle immagini riprese dal telescopio spaziale
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dell’obiettivo, cioè dalla superficie curva che concentra la luce. L’ingrandimento, per i telescopi al suolo, è limitato dalla turbolenza atmosferica
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di due centimetri. Nei prossimi anni gli astronomi disporranno di telescopi con aperture di 30-40 metri. Fino al 1609 l’uomo aveva potuto contare
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I telescopi a lenti (rifrattori) ebbero un miglioramento decisivo con l’invenzione dell’obiettivo acromatico (dal greco, “senza colori”, cioè senza l
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, questi strumenti sono passati alla storia come “telescopi aerei”. L’ottico romano Giuseppe Campani ne costruì uno lungo 41 metri per Giovanni Domenico
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dei telescopi riflettori si ebbe quando nel 1895 fu costruito l’ultimo grande rifrattore, quello da 101 centimetri di Yerkes (Stati Uniti).
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Appena si fu impadronito della tecnica, Galileo stesso divenne un intraprendente fabbricante di telescopi. Nel marzo 1610, sette mesi dopo aver
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