, cane, che me l'hai viziata! - Poi, sbattendo sul pavimento gli stivaloni da campagna, dalle suole imbullettate e da' tacchi ferrati, era tornato in
per largo lo stanzone, tenendo raccolto l'ampio ferraiuolo dietro la schiena, col nicchio quasi sugli occhi, sbattendo i tacchi, con tanti colpi di
tornarci piú in questa bottega. Ben mi sta - brontolò don Stellario voltando i tacchi. Quella conchiusione non se l'aspettava. Scampato cosí dall'orlo
bravo eschimese dicendogli: - Conservalo in memoria della tua buona azione. Ed ora alziamo i tacchi. Si slanciò dietro la tenda seguito da Koninson