. - Prendete il carico, miei gentIemen! La fune era ridiscesa con due gigantesche ceste contenenti tabacco, bottiglie, salsicciotti, prosciutti, cacio del
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tabacco che stava masticando con una certa voluttà. - E dunque, tenente? - chiese, dopo d'aver salutato militarmente. - Che cosa ne pensate, mastro
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goccia d'acqua. - Hai una fune solida? - Si mio signore. - Mandaci giù bottiglie, candele, tabacco, coperte, e non dimenticarti i salciciotti e il
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miei uomini si fabbricheranno splendide borse da tabacco ed anche meravigliosi bocchini con le ali di quei predoni degli oceani. - E la guerra? Non
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ritarda le paghe, e questi bravi soldati non hanno nemmeno un penny per comprarsi un po' di tabacco. Finirò per rovinarmi completamente, avendo
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una mina. - È stata caricata con polvere? - No, signor comandante: di ottimo tabacco del Maryland. - Vattene sul campanile di Batz. - A suonare le
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delle sue colonie d'oltremare. Si stimava troppo forte per non dover subito domare quegli insolenti piantatori di cotone e di tabacco e quei meschini
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pagare il tabacco ai figli che sono in guerra. Prendi e insacca senza dir grazie. - Tu troppo pono, patre. - Non ci badare. Ti considero ormai mio figlio
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un astuccio di legno tutto tarlato, una pipa nera come un pezzo di carbone e che puzzava orribilmente di tabacco. - Capitano, disse, facendo un goffo
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