Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Da Bramante a Canova

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Argan, Giulio 50 occorrenze

problema dell’immaginazione investe quello del fare e della tecnica, come modo esemplare del fare. La domanda sulla eticità della tecnica, sul suo diritto

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decisive, invocare l’alibi della storia antica e della natura universale. Lombarda è anche la sua religione, borromea (lo dice il suo cognome); ·a Roma si

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Da tutto ciò si deduce: 1) che il progetto borrominiano fu approvato da Innocenzo X e quindi non era in contrasto col suo proposito di conservare la

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fallimento della grande impresa, abbia cercato di creare nelle navate minori, più conformi al suo disegno, altrettanti punti di vivo interesse, che

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di condurre a termine l’attuazione del suo primo progetto. Qui approfondisce, indaga, esaurisce con sottigliezza indicibile la complicata

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Bernini), gli rimproverasse di non avere «l’anima grande», confessa che il suo solo rammarico è di «non aver saputo più nella professione della pittura

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repertorio di forme intrinsecamente diverse, ma riferibili tutte ad un medesimo modulo, misurabili con la stessa unità di grandezza. E senza dubbio il suo

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, come il «chef d’oeuvre inconnu» di Balzac, ch’è soltanto un groviglio di segni indecifrabili perché riproduce la realtà esistenziale nel suo

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prevalentemente congregazionale, si prestava alla predicazione, e aveva il suo esemplare nella chiesa del Gesù. Ciascuno dei due schemi implicava un criterio di

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l'architetto non vuol più che lo spazio architettonico abbia un centro ideale: esso non è più definito da una sua struttura, ma dai suoi limiti e nel suo

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il suo carattere di attività dipende proprio dalle consuetudini di visione ch’essa richiama e riattiva alla coscienza. La colonna, per esempio

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dipingendo il ritratto dei sovrani quando l’Infanta e il suo seguito hanno interrotto la posa. Ed è cominciato il gioco: uno di quei giochi che piacevano

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le sue tavole, a difendere le sue città» e «quasi indivisibile compagna di ogni suo esercizio, le somministra maniere e forze per porre in opera le

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razionalmente organizzata, che l’artista possiede e che non ha nulla a che fare col processo con cui si fruisce il suo risultato, l’architettura.

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di base della architettura del suo tempo; ma ne tratta in modo atipologico, puramente lessicale, limitandosi a darne la costruzione grafica. Per di

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tema ma il suo sviluppo armonico: esattamente come nella composizione musicale non è tanto il tema melodico che conta quanto lo sviluppo ch’esso

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— è sempre in una situazione periferica: nei limiti fisici del perimetro dell’edificio, la sua posizione è sempre casuale, mai privilegiata. Il suo

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, è un aspetto essenziale del contributo del Guarini alla internazionalità del Barocco ed al suo trasporsi da «stile romano» a «stile europeo». [1968]

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: col suo casato illustre, la sua cultura classica, il suo latino allobrogo corretto ma duro come sarà l’italiano delle tragedie del suo maggior

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Le proporzioni non lo preoccupano. Il suo modellato architettonico, ricavato nella massa plastica dell’edificio, è elastico: per situare la fabbrica

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pieno del bello antico; ma pure poi alle volte (o, la difficoltà di spiemontesizzarsi) nel suo architettare prevaricò dal buon gusto per adattarsi ai

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ragiona su. Collocata al suo posto in un’ormai matura esperienza costruttiva, la bizzarria della chiesa di Carignano appare come lo sviluppo logico del

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quanto bastava per aggrottare le ciglia davanti all’ariosa arcadia del suo maestro messinese, come l’aspro Vittorio al vedere il gran Metastasio, nei

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della Royal Academy e del suo autorevolissimo presidente, Sir Joshua Reynolds, di decorare la cattedrale di San Paolo. Ma ciò che muta, e radicalmente

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I primi a chiedersi seriamente perché l’Inghilterra, malgrado il suo elevato livello culturale, non abbia avuto una scuola autonoma, non sono

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«conosce» i modi più segreti del fare artistico e il suo giudizio, invece di dedursi da certi principi generali, nasce dal ripercorrere idealmente il

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Con il concetto d’ispirazione non cade soltanto l’idea della fondamentale religiosità dell’arte, ma anche quella del suo necessario rapporto con la

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San Pietro, non esita a tornare alla idea bramantesca della costruzione centrale. Il suo giudizio è preciso: «lui [Bramante] pose la prima pietra di San

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viene prescritto all'artista, non è il suo primo atto: per saper scegliere il bello nella ressa confusa dei fenomeni l’artista deve aver educato il

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impegnata sul vero. Spingendo il discorso alle ultime conseguenze, si ha che il quadro «di storia», essendo frutto di pura immaginazione, ha il suo fine

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Shaftesbury, per il quale «l’artista non copia una cosa esterna, ma dà forma al suo slancio, attua il suo spirito e produce un essere nuovo». Allora la

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sollecita che d’istruire il giovin signore in tutte le convenzioni sociali e di collocarlo al suo giusto posto, immobile come una stella fissa, nel

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Nel dicembre del 1790 Reynolds pronuncia il suo ultimo discorso dalla cattedra presidenziale dell’Accademia: è un congedo dall’Istituto, dai colleghi

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correnti di cultura, e specialmente con il trionfante idealismo tedesco. Né certo una siffatta teorica, col suo universalismo, poteva accontentarsi di

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, che bada ai suoi piccoli traffici e fa i conti per l’immediato avvenire né si preoccupa del suo ultimo destino, coltiva sollecita il suo piccolo

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ribelli di Blake: lo prova, molto meglio, la loro tecnica. Dal punto di vista della tecnica, Constable è il primo pittore sicuramente «moderno». Il suo modo

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contraddizioni: da potersi dire che la contraddizione è la condizione necessaria del suo movimento dialettico. Ricostruendole un. fondamento obbiettivo nella

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’eredità di un nome: Michelangiolo. Nel 1772 il suo giudizio non era senza riserve: «Alla domanda su chi debba avete il primo posto, Raffaello o

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Dei due bardi della nuova poetica già quasi romantica, l’uno, Wlilliam Blake, era fermamente avverso all’Accademia e al suo presidente; l’altro

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concepito l’ideale di un classicismo tenebroso e in qualche modo piranesiano. Il suo nume era Michelangiolo, il solo che avesse sentito che l’arte classica

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universale visione del mondo e dalla contemplazione dei suoi grandi valori a un’introspezione dubbiosa e inquieta dell’essere umano e del suo destino

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insieme la figura di un uomo vivo e di un’epoca lontana, sono un’altra cagione del suo fascino. Anche come artista la sua natura è composita: non è

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Ma, ora che ha perduto il suo paradiso naturale e ha intrapreso il suo cammino nel mondo «artificiale» degli uomini, le forze che agiscono su di lui

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suo Hogarth, non poteva giurare sul valore assoluto della fermezza del tratto e non poteva non credere alla possibilità di una flessione emotiva o

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vita: fatte moderne, non senza acquistare una leggera patina di barbarie neogotica, di cui l’artista, con il suo gusto del contraddittorio, è il primo

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Shakespeare al Manierismo, all’eufuismo del suo tempo. Né più risoluto e moralmente forte è il suo atteggiarsi di fronte ai grandi problemi del suo tempo. All

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con il gusto pastorale che, diffuso un po' dappertutto, sembrava trovare nella scultura da giardino il suo genere più confacente.

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lavorava al gruppo, il suo protettore Giovanni Falier già progettava di mandarlo a studiare a Roma; ed il giovane era riluttante, diceva che «la

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stilistico del rococò, ma soltanto di distinguere tra il principio della pittura e quello della scultura. Come lo Hogarth, nel suo autoritratto

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«bellezza» della forma del Canova è proprio la sua incomunicabilità, impenetrabilità, irrelatività: il suo porsi come non-esistente e non-spaziale

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