Vocabolario dinamico dell'Italiano Moderno

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Alfio stesso,  suo  marito.
all'orecchio di  suo  marito)
Tutto è al  suo  posto
 Suo  marito è giunto stamattina soltanto.
qui l'orciolo... Il Massaio sa il  suo  dovere....
debbo fare dunque?... Andarmi a bere il  suo  sanguaccio, infame?... Perdermi?
è? Il  suo  nome!... Voi mentite,per sposarlo con questa scusa!....
Eh, via! Fumi di gioventù. La gioventù dee avere il  suo  sfogo...
intanto a quella poveretta muore il marito, l'unico  suo  sostegno, lasciandole per tutta eredità tre creaturine
sinistra, con la mantellina in capo, va a dare la chiave a  suo  marito)
Nedda dalla fattoria. Tranquilla, sentendo la voce, di  suo  marito, si ferma e s sta ad ascoltare).
Poi al  suo  ritorno la trovò maritata con compar Alfio il Licodiano, e
attivo corrispondente del Corriere della Sera, ed il  suo  libro si compone delle impressioni raccolte giorno per
con molta semplicità, e con lodevole sincerità; onde il  suo  libro ha vero valore di documento per la cronaca
da tasca, soffiando o fischiettando, tutto intento al  suo  lavoro, legando il legaccio a una delle estremità, del
don Saverio che fa il  suo  solito versaccio... Vado ad aprirgli la porta... Lasciate
Prima al municipio... Il sindaco, con quel  suo  pancione, arriva sempre in ritardo. E se non manca pel
in mezzo alla strada, Povera e pazza davvero, lei!... chè  suo  marito almeno, quando si sarà lavata la faccia nel sangue
donna Isabella Ballanti domenica, in chiesa, non era  suo  figlio?
volta, però,  suo  malgrado è costretto a fermarsi, a interessarsi della
di coscienza e per la più rigida osservanza del  suo  dovere. Eppoi è anche sindaco del paese. Suo dovere,
osservanza del suo dovere. Eppoi è anche sindaco del paese.  Suo  dovere, dunque, è adesso, di non passare senza essersi
e seminarli perchè diano frutto. Ma Davide pensa che il  suo  cuore è duro perchè deve essere duro: e se il bambino
è meglio di me, lo so! Ha il collo e le mani cariche d'oro!  Suo  marito non le fa mancare nulla, e la tiene come la Madonna
personale, che cerca, che trova e che si arricchisce del  suo  proprio lavoro." (Egger).
la difendo. A me non me ne importa se  suo  marito la tiene come la Madonna sopra l'altare. Quello che
propria esistenza; il destino di Camilla le parve il  suo  stesso destino; vivere e aver l'apparenza di morta; sentire
Marietta, quando il sorcio le rosicò il piede. Adesso il  suo  strazio era assai maggiore. Avrebbe voluto che una frotta
appartenente anch'essa alla più alta società, e che col  suo  ingegno si è fatto un nome che comincia ad esser celebre
pel potere dei suoi vezzi, l'altra pel prestigio del  suo  nome, sedevano l'una presso all'altra su di un canapè,
che nasce, ma in mezzo ad una splendida aurora. Il  suo  dramma è stato replicato quattro volte a richiesta, e
ai Fiorentini, - disse la dama, - stasera mi presenti il  suo  protetto; lo pregherò di passare da me le sere cui ricevo.
invitati. Narcisa ballò come una silfide e confessò al  suo  cavaliere di mai essersi divertita come in quella sera.
Catania incontrava ad ogni passo, divorando degli occhi il  suo  sguardo, e che passava le notti sul marciapiede dirimpetto
la giovinezza e l'avvenire, quando si affaccia ridente; il  suo  vestito irreprensibile sviluppava la forte e maschia
in quel momento come il sorriso a cui aveva forzato il  suo  labbro sdegnoso nel presentarsi alla contessa R***, fu
e ciò fu quando il barone (che era rimasto al  suo  fianco frapponendosi tra di lui e Narcisa) si allontanò.
di lei, mentre una leggiera convulsione faceva tremare sul  suo  labbro superiore i baffi castagni. La signora R***, che gli
in tal caso, non ammettere questo dramma come parto del  suo  ingegno, ma piuttosto... - Del cuore? - interruppe il
impossibili a tentarsi un minuto dopo. Pel bene del  suo  avvenire voglio augurarmi che tale non sia il suo Gilberto.
bene del suo avvenire voglio augurarmi che tale non sia il  suo  Gilberto. - Chi lo sa?... E lo sguardo del giovane, che
coppie per un valtzer; e l'ufficiale venne a presentare il  suo  braccio a Narcisa, che vi abbandonò il suo corpo
a presentare il suo braccio a Narcisa, che vi abbandonò il  suo  corpo flessibile, splendida di tutta la sua strana
anelante sotto il velo ed il merletto che lo copriva; col  suo  sorriso indefinibile sulle labbra, e gli occhi che, senza
a cui si accompagnava, con un inimitabile movimento del  suo  collo da cigno, quasi le perle e i fiori che
dovea darle; come appoggiando tutti i delicati tesori del  suo  corpo al braccio del suo cavaliere per trarne quella foga
tutti i delicati tesori del suo corpo al braccio del  suo  cavaliere per trarne quella foga d'esaltazione che la
da silfide, che librava, direi, le ali coll'espressione del  suo  sguardo, per abbandonarsi a tutto il trasporto di quel
contessa si fermò, anelante, come cullandosi al braccio del  suo  splendido cavaliere, sfiorandogli un'ultima volta il viso
all'agitazione di quella folla che si levava gridando il  suo  nome, in mezzo all'inebbriamento di quell'ovazione quasi
che lo coprivano come in un nembo, quelle acclamazioni al  suo  nome; egli non badò più neanche ad un mazzo di viole
che avea voluto comprare a prezzo delle ispirazioni del  suo  genio, e che avea visto rivolto sul giovane sottotenente.
una pazza! - esclamò Narcisa punta dal freddo motteggio del  suo  vagheggino, colla viva schiettezza del suo carattere mobile
motteggio del suo vagheggino, colla viva schiettezza del  suo  carattere mobile ed impetuoso. - Confessate almeno che
la busta dell'occhialetto da recarle nel momento che  suo  marito rientrava nel palchetto. Brusio era ritornato a sua
la notte senza dormire. Ella! Narcisa! avea assistito al  suo  trionfo, avea palpitato dei suoi sentimenti, gli avea
la passeggiata preferita di Pietro, che vi conduceva il  suo  amico, il quale protestava sempre e finiva sempre col
caffè?... - disse Pietro, come per esservi incoraggiato dal  suo  amico. Dalla soglia la videro seduta ad un tavolino, al
Dalla soglia la videro seduta ad un tavolino, al fianco del  suo  compagno, mentre due ufficiali dei Cavalleggieri
sembrava appena badarvi; ma rispondeva qualche volta col  suo  solito sorriso grazioso, che mostrava i suoi bellissimi
flemma sui talloni ed uscì. Pietro prese il braccio del  suo  amico, e lo strascinò via, mormorando: - È meglio che non
di Raimondo, appena Pietro andò a raggiungere sul divano il  suo  amico, ch'era seduto vicino alla signora. - È che Pietro,
Credo sia piemontese. - La conosco. - Sul serio? - So il  suo  nome, almeno potrò insegnarglielo e non farle fare più la
e vi resta, spesso dormendo, sino all'ora di pranzo.  Suo  marito... - Un uomo di quasi 38 anni, alto e biondo? - Sì,
- Sì, il conte di Prato; lo conosce? - Me l'immagino. -  Suo  marito l'ama alla follia; passa i giorni al suo fianco,
- Suo marito l'ama alla follia; passa i giorni al  suo  fianco, scherzando coi suoi capelli, e guardandola
dopo quanto ella mi ha detto. Ed il giovane sorrise del  suo  sorriso che si sforzava di rendere allegro mentre era
bisogno di far tante cose; basterebbe farti amico con  suo  marito... ed anche col suo amante; ed uno di questi due ti
cose; basterebbe farti amico con suo marito... ed anche col  suo  amante; ed uno di questi due ti presenterebbe... il resto
verrebbe da sè. - Amante! - esclamò Pietro impallidendo  suo  malgrado mentre cercava di sorridere: - ah! c'e dunque un
fa quello che vuole di quest'uomo che comanda col gesto del  suo  dito mignolo; e che ha il coraggio di andare a battersi in
mise lentamente il piede, che sembrava appena accennato nel  suo  stivalettino di raso, sul predellino, e saltò sul
da quello sguardo scintillante che s'incrociava col  suo  e che sembrava assorbirne tutto il fluido, ella si volse un
tre quarti d'ora dopo alzata la tela. Pietro cercò il  suo  posto e sedette quasi dirimpetto alla loggia della
la sua attenzione; e in quegli squarci, quando il  suo  cuore provava potentemente quello che aveva sentite
negli occhi di lei l'eco di quello che egli provava nel  suo  cuore. La contessa voltava le spalle alla scena; e solo di
visitatori che occupavano successivamente le seggiole del  suo  palchetto; e pochissime volte si servì dell'occhialetto per
delle signore. Giammai però l'abbassò verso la platea. Nel  suo  sguardo, nel suo gesto, nella sua attitudine, fin nel modo
però l'abbassò verso la platea. Nel suo sguardo, nel  suo  gesto, nella sua attitudine, fin nel modo in cui parlava e
d'impazienza. Prima di terminare la recita Brusio lasciò il  suo  posto e si recò sul corridoio. ll suo occhio era acceso e
Brusio lasciò il suo posto e si recò sul corridoio. ll  suo  occhio era acceso e brillante; le sue gote, abitualmente
e ridente, al braccio di uno di coloro ch'erano stati nel  suo  palchetto. Pietro in quel momento avrebbe dato dieci anni
mi spaventa! - esclamò il giovane introducendo la madre del  suo  amico nella sua camera. - Pietro!... Dov'è Pietro? Dov'è
lagrime, che Raimondo avrebbe stentato a riconoscere, nel  suo  accento duro e quasi cupo, se gli fosse stata meno
fosse stata meno famigliare. Si appressò ancora, e vide il  suo  amico seduto sullo scaglione del marciapiede, coi gomiti
Raimondo capì che quello non era il momento di parlare al  suo  amico: e sospirando tristamente, poichè allora soltanto
precipizio su cui egli si cullava, sedette silenzioso al  suo  fianco. Pietro rimase muto, come non avvedendosene, cogli
Pietro, senza rispondergli, gli porse la busta del  suo  occhialetto che trasse dalla saccoccia del soprabito. -
coi baci i ricci da sulla fronte. Ella gli sorrideva del  suo  riso da sirena; e di quando in quando, allorchè il conte
posava sugli occhi e sulle labbra, ma lentamente, con quel  suo  abbandono ch'era irresistibile, come se avesse voluto dare
sino al midollo delle ossa. Raimondo, quasi spaventato, pel  suo  amico, da quella vista, fu scosso dai singhiozzi di lui che
come quella corda vibrasse ancora potentemente nel  suo  cuore; mentre tutte le altre erano allentate e sconvolte. -
essere uomini e non fanciulli! - replicò Raimondo, dando al  suo  accento la possibile espressione e strascinandolo in
sappiamo tutti che compare Nino era pronto, se non moriva  suo  padre... Il ritardo è per la divisione coi fratelli che
fu la zia a farsi cattiva. II  suo  viso parve seccarsi d'un tratto, diventare tutto punte, col
il naso sottile, gli zigomi sporgenti. Io leggevo il  suo  pensiero nei suoi occhi che a stento trattenevano le
trovando buffo e quasi allucinante quel trasformarsi del  suo  lavoro. Il suo nome, in cima, sovrastante al titolo, le
e quasi allucinante quel trasformarsi del suo lavoro. Il  suo  nome, in cima, sovrastante al titolo, le dava quasi
doppie lettere sul frusto vocabolario che era appartenuto a  suo  padre, e ancora aveva odore e macchie di tabacco da naso;
cupo ritratto di se stessa ad affacciarsi all'apertura del  suo  libro di sogni: ma farne un altro era un po' difficile, ed
di piume di struzzo nere, ch'ella aveva con arte aperto sul  suo  scarno petto; emergeva come da un'ala, che poteva anche
abilità del fotografo intelligente, che aveva capito a modo  suo  di che si trattava. Aveva capito che quell'immagine era
un animale sconosciuto: per fortuna Cosima ricordò che un  suo  cugino in terzo grado aveva una bottega di barbiere e
bella! Io lo sentivo sopra di me con tutto il peso del  suo  corpo umido e grasso; mi pareva che il suo calore, il suo
il peso del suo corpo umido e grasso; mi pareva che il  suo  calore, il suo ansito, il suo sudore e sopratutto la sua
suo corpo umido e grasso; mi pareva che il suo calore, il  suo  ansito, il suo sudore e sopratutto la sua volontà di
e grasso; mi pareva che il suo calore, il suo ansito, il  suo  sudore e sopratutto la sua volontà di lottare contro la
a ridere. Egli mi aiutò a rivestirmi; poi mi condusse nel  suo  casotto, in cima a una fila di capanne di legno per
sulla testa come una pelle che si staccava intera dal  suo  corpo rossastro; ed era tranquillo come se invece di un
storia della gna' Lola, giusto quando c'è qui in paese  suo  marito! Vedi quanto sei sciocca?
di quei puntini che la seguivano, e trovarvi quello che il  suo  cuore voleavi vedere; ma quei puntini potevano anche
la lettera, come una suprema impertinenza. Sorridendo del  suo  riso amaro, scrisse, in basso della stessa lettera della
si farebbe di un balocco ad un fanciullo per ottenere il  suo  intento!... Ma non sa questa donna quali lagrime stillino
signora contessa di Prato posso assicurare che il conte,  suo  sposo, non correrà alcun pericolo». Sì, egli l'amava tanto,
farglielo indovinare; mentre l'assicurava della vita di  suo  marito ricusandosi nel tempo istesso a far le sue scuse al
cameriere la lettera della contessa dicendogli: - Recate al  suo  indirizzo questa lettera, e dite alla contessa di avervela
e. Lucia che in quell'angustia non pensava a nascondere il  suo  stato. Attorno al tettuccio della morta si strappavano i
tutto. Sapeva che dedicandogli tutta la verginità del  suo  cuore non avrebbe potuto contare sul contraccambio. Sapeva
amato di più per quella nebbia di malinconia che velava il  suo  viso, per quel gran dolore che lo aveva atterrato e che
annunziata ed ansiosamente attesa, la piena misura del  suo  ingegno, quell'ingegno si isteriliva!... Che cosa avrebbe
mai dimenticata! Egli rileggeva le sue lettere, baciava il  suo  ritratto, rievocava la sua memoria!... Egli non le aveva
Tutti i suoi sforzi erano stati invano sprecati! L'amor  suo  non era bastato! Quando egli le aveva detto di amarla, non
più saldamente che non l'avesse posseduto viva?... Il  suo  spirito si confondeva: ella non sapeva darsi una
zii malaticci, a coltivare i suoi fiori, ad educare il  suo  spirito alla disciplina di studii severi. Egli era venuto,
quelle grosse parole; ella sapeva soltanto che egli era il  suo  culto, che bisognava stargli innanzi in ginocchio,
stargli innanzi in ginocchio, aspettando l'elemosina di un  suo  sguardo benigno. Egli era fatto per una vita di comando e
era una colpa se la povera morta aveva ancora un posto nel  suo  cuore? Come essere gelosa di chi non era più?... Se ella
saputo trovargli un rimedio contro l'infinita amarezza del  suo  ricordo.... L'uscio si schiuse. Nella semi-oscurità che al
tutta la disperazione del disinganno. «No! lo sento... il  suo  cuore non può più rinascere per me! Egli tenta lusingarsi
poi mettere alla Posta a Catania... Domani egli aspetta il  suo  amico, forse lei stesso, che deve venire a prenderlo... in
mi cerca, ditele che vado a casa a pigliare il regalo pel  suo  compare Turiddu.
e l'ascoltava con interesse. La casa non doveva essere il  suo  regno, il suo orizzonte, il suo tutto? Ella procurava di
con interesse. La casa non doveva essere il suo regno, il  suo  orizzonte, il suo tutto? Ella procurava di animare i mobili
casa non doveva essere il suo regno, il suo orizzonte, il  suo  tutto? Ella procurava di animare i mobili e le stoviglie,
vedere di soddisfarsi alla fine, di trovare un appoggio al  suo  continuo bisogno di un perchè. Era stata fantastica,
precedenza di un fiore; ma ella sentivasi arida; niente del  suo  io pensante rispondeva alle inconscie funzioni del suo io
del suo io pensante rispondeva alle inconscie funzioni del  suo  io meccanico. Un profondo avvilimento la degradava a' suoi
la degradava a' suoi propri occhi; il germe caduto nel  suo  grembo poteva fecondare una Giuditta qualsiasi, e sarebbe
tutt' a un tratto, fosse il naturale  suo  proprio che la vince, o il nervoso che gli mette addosso il
turbava facilmente: adesso poi, dopo la morte in guerra del  suo  unico figlio diciottenne, era diventato ancor più duro, col
ricordava di non aver quasi mai accarezzato e baciato  suo  figlio quando era piccolo: e questo rimorso, come tutti i
e questo rimorso, come tutti i rimorsi veri, rincrudiva il  suo  disamore per tutti gli altri bambini del mondo che non
ed ogni grido del bambino. Forse era la primavera, col  suo  alito materno, a scioglierle quel gran dolore che le aveva
io prendo questo bambino per figlio, Dio mi compenserà col  suo  ritorno.
bene educato, in viaggio, deve vincere ogni egoismo, ogni  suo  agio particolare e sacrificare ogni suo comodo, alla più
ogni egoismo, ogni suo agio particolare e sacrificare ogni  suo  comodo, alla più nobile e più pericolosa virtù umana, che è
quando andrebbe bene una boccata d'aria e non muoversi dal  suo  angolo, quando vorrebbe passeggiare nel vagone, per
gambe. L'uomo perfettamente bene educato deve prestare il  suo  giornale, il suo orario, il romanzo che legge, alla prima
bene educato deve prestare il suo giornale, il  suo  orario, il romanzo che legge, alla prima richiesta di un
lotta dei cantori nella Wartburg. Il sangue affretta il  suo  moto, l'anima si esalta nell'aspirazione ad una vita più
si sbagliava anche lei: si offese della sua illusione, del  suo  turbamento: le pareva di rubare qualche cosa al suo vero
del suo turbamento: le pareva di rubare qualche cosa al  suo  vero Elis commovendosi per questo falso Elis. Ma già lo
quasi di voluttà le scesero, fermandosi sui solchi del  suo  viso ove subito s'asciugarono come una lieve pioggia estiva
e pareva dormissero. Ogni foglia, ogni filo d'erba era nel  suo  pieno rigoglio, gonfio, lucido di felicità. Sul ciglione
poi s'intendono subito. II bambino offre esitando il  suo  fiore ad odorare al gatto; il gatto odora, ma non si
lontana; essi tornano a guardarsi ; iI bambino allunga il  suo  piccolo indice per toccare il musino umido del gatto: non
La mamma non può essere, perchè la mamma si chiama solo col  suo  nome. Mamma! - Di' mamma, Elis, mamma. Il bambino non lo sa
apparve la figura arcigna del marito. La donna sedeva al  suo  posto, accanto al braciere, di nuovo con lo scialle chiuso
passaporti. E se, liberato di quella catena, non fece il  suo  ridosso al Caloandro fedele, diciamo pure che non si può
oh, tanto graziosa! - esclamò il signor Ascanio, con quel  suo  piglio sarcastico. - È tutta qui? - No, ci sarebbero da
Ascanio s'inchinò, in atto di assenso; poi si raccolse nel  suo  seggiolone, mostrando di voler ascoltare a lungo. E
il cuore le sussultò. Ella era sposa. Guardò subito  suo  marito. Alberto dormiva, coi lineamenti calmi, le guancie
e sereno che la barba sembrava uno scherzo intorno al  suo  volto. Marta lo guardò a lungo, intensamente, vedendo
un pensiero occulto. Certo ella non poteva rimproverare a  suo  marito di non essersi svegliato prima di lei; fors'anche
onesto, l'aveva chiesta in moglie, le aveva dato il  suo  nome, la conduceva con sè; l'amava dunque. Era l'amore
lieve lieve depose un bacio tenerissimo sulla mano che  suo  marito teneva allungata fuori della rimboccatura. Era però
si voltò. La bionda incipriata le stava alle spalle, col  suo  fare lezioso, di protezione. - Bellissimo - rispose Marta.
sposa da poco tempo nevvero? - Sei mesi. - Io conosco molto  suo  marito; siamo cresciuti insieme. È un simpatico giovane!
Tossì, tuttavia, si spianò le gale dell'abito, e disse col  suo  bel candore: - E chi ci pensa più? Manca da tanti anni! -
fredda ed eguale di doccia. Marta si gettò nelle braccia di  suo  marito scoppiando in lagrime. - Ma Dio, Marta, che hai? -
per piangere. Ella raddoppiava le lagrime, avviticchiata al  suo  collo, tremando, spasimando. Marta... insomma! Pensò poi
nulla. Docilmente si lasciò infilare la mano nel braccio di  suo  marito e fecero due o tre giri intorno alle botti degli
li aspettava la signora Brusio, questa corse ad abbracciare  suo  figlio con tutta l'effusione di un cuore di madre; ma
il braccio, e camminava cupo, ed anche indispettito al  suo  fianco. Sulla scala corsero ad incontrarli le due sorelline
se dormiva. La signora Brusio era ancora in piedi quando  suo  figlio aveva aperto l'uscio, ascoltando ansiosamente il più
udì che si avvicinava capì, con l'istinto materno, che  suo  figlio pentito veniva a vedere se ella dormisse; e
anche che l'unico perdono che egli poteva desiderare nel  suo  pentimento era che sua madre riposasse. Ella si gettò sul
Però ogni sera quella madre, che numerava coi battiti del  suo  cuore i minuti che suo figlio tardava a venire, aspettava
madre, che numerava coi battiti del suo cuore i minuti che  suo  figlio tardava a venire, aspettava sin alle due, e spesso
teatro dove la vedeva splendente di tutto il prestigio del  suo  lusso, profumata da quel vapore inebbriante che reca la
giovinezza, la ricchezza; facendo scintillare la luce del  suo  sguardo insieme al riflesso dei suoi diamanti; armonizzando
alla migliore società, che si contendevano un posto nel  suo  palchetto; spesso a metà nascosta nell'angolo piú oscuro
ed anche di dolore, tutti i rumori più insensibili del  suo  passo, del fruscìo della sua veste, tutte le emanazioni
tutte le emanazioni della donna amata, i minimi suoni del  suo  pianoforte e della sua voce, che spesso parlava al conte di
un'eco, un singhiozzo dalla strada. Egli sapeva l'ora del  suo  levarsi, della sua toletta, del suo pranzo, della sua
Egli sapeva l'ora del suo levarsi, della sua toletta, del  suo  pranzo, della sua passeggiata; conosceva il modo
dopo il legno passò dinanzi al nostro protagonista fermo al  suo  solito posto. Narcisa ne scese più lestamente del solito, e
accresciuti i lumi. Poco dopo la dolce voce di Narcisa, col  suo  accento molle ed armonioso d'indefinibile espressione, fece
del verone, colla testa fra le mani, perdendo il  suo  sguardo nell'orizzonte. La luna, allora nel suo più alto
perdendo il suo sguardo nell'orizzonte. La luna, allora nel  suo  più alto emisfero, la circondava quasi di un trasparente
quest'accidente! Brusio sentì che quelle parole erano al  suo  indirizzo, e il sangue gli montò al viso. - Che dite? -
avesse di un sol colpo reciso i muscoli più vitali del  suo  cuore. Il solo rumore che si udiva era quello dei suoi
che l'agitava gli toglieva le forze che gli aveva dato nel  suo  parossismo. Non tenteremo di dare un'idea di quelle lagrime
un'idea di quelle lagrime roventi che lasciavano solchi sul  suo  volto livido ed impastato di polvere e di sudore. La
vestito com'era, lasciando cadere soltanto in un angolo il  suo  cappello: era annichilato. La stanchezza fisica e la morale
stentata del dormente, e che conturbavano e straziavano il  suo  cuore. Questa donna, coll'orecchio fissato sulla toppa
che tutto non era morto o almeno in lutto come il  suo  cuore; odiando fin anche il pensiero di esser vicino alla
alla sua famiglia, quella famiglia, che avea formato il  suo  culto e per la quale avrebbe dato altravolta tutto il suo
suo culto e per la quale avrebbe dato altravolta tutto il  suo  sangue. Poi sedette presso il tavolino, colla testa fra le
tutto tempestato di pietre preziose, e pieno dei tesori del  suo  regno? Un giorno fece pubblicare un bando: Chi dirà se c'è
buca fonda, nascosta sotto i rami secchi, gli si prepara il  suo  bel letto sprimacciato di frasche e foglie in fondo alla