malinconica che il futuro diverrà a sua volta passato oltre il sipario della morte (Et in Arcadia ego); all'opposto, Rubens precipita l’esperienza del
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soltanto la condizione ideale dell'uomo nel mondo. La sua vicenda nel mondo, cioè le sue reazioni alle situazioni, è ancora da cominciare. Come
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compromesso: evoca la fisionomia tradizionale del santo vagamente idealizzandola in un “bello” allusivo alla sua condizione di beatitudine; precisa
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degli antichi e la sua pittura non assomiglia a nulla che sia stato fatto o pensato prima di lui e neppure alla natura, perché i fatti naturali sono
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fatti nell’attualità e nella realtà del loro accadere; ma gli stessi critici del Seicento riconoscono il suo legame, nella prima fase della sua opera
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, nella sua continua ansia di superamento, aveva posto in crisi e, nell’ultima fase della sua opera, negati. Reni e Domenichino, nell’ambito della vasta
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” (Chastel). Questa fantastica escatologia ha ancora una sua ragione sociale: al popolo, che subisce la volontà dei grandi, bisogna dimostrare che
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Caravaggio e i Carracci, la cui arte rimane “italiana” anche se ha un’espansione europea; non Poussin anche se il suo classicismo è metastorico come la sua
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, specialmente nel secondo viaggio in Italia (1648). Rembrandt ha dietro di sé lo scetticismo religioso di Bruegel, con la sua tesi amara che il mondo
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del Greco. Vi reagisce, come Rembrandt aveva reagito al comico senza storia rinnovando la visione della storia; e la sua pittura, nel momento stesso in
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nuovi della percezione-coscienza, in un senso “moderno”, addirittura anticipatore (perciò la sua fama dileguò presto e solo nel nostro secolo s’è data
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: infatti la sua non è la struttura di uno spazio tettonico, ma di uno spazio puramente visivo. L’interesse per la struttura della visione prevale
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indipendente dal domma e perfino dalla speculazione filosofica, propone a sua volta una tecnica di applicazione che, essendo un epifenomeno, non può a
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dell'esecuzione: ogni artista ha la sua praxis, spesso modifica la tecnica secondo il tipo dell’immagine. Anche nella pittura, come nell'architettura e nella
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Guicciardini con la sua tesi della politica dell’utile, del “caso per caso", senza ideali; ma se anche il “particolare”, l'individuo che bada ai casi proprii
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l'arte fiamminga imitazione senza ideale, inganno ottico e illusione dei sentimenti; ma Leonardo l'apprezzava per la sua precisione analitica. La questione
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fondamentale per tutta l’arte barocca, ed in cui convergono, con gli elementi della sua formazione fiamminga e dell'esperienza veneta, le opposte
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connesse all'insieme da una complessa, animata rete di interrelazioni. Le architetture del Bernini e della sua corrente realizzano in sé, col mutare delle
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delle armature e dei monili, ma per la sua foggia, il suo carattere sociale: è l'insegna di un rango, di una non soltanto esteriore dignità. Ma non
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o un diminutivo. La sua, insomma, non è una descrizione impressionistica, ma compendiaria.
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della sua esperienza vissuta. La sua pittura estrae lentamente ogni segno pittorico dallo spazio profondo ed oscuro: come se gli atomi di luci sospesi
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, più vasta: quella tra immaginazione e ispirazione, che troverà presto la sua formulazione in Pascal.
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la sua alta armonia. Si tratti di fatti mitologici (Venere e Amore, Mercurio ed Argo, Ninfe e Satiri) o biblici (Tobiolo e l’Angelo, Mosè e le figlie
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Bruegel il Vecchio, nella Caduta di Icaro, aveva espresso lucidamente la sua concezione scettica della natura. Non è più, come in Bosch e in Patinir
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suo umore panico e satiresco, Rembrandt la sua disperazione, la sua angoscia morale. Tutto ciò che sorge dalla terra si protende con stento
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quotidiano, con la sua meschina morale fatta di consuetudini inveterate di detti popolari, di arguzie, di proverbi. Al tragico si contrappone il comico, il
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avrà la sua forma assoluta.
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della mm storia segna anche l’inizio di una sua esistenza più autentica, di una sua ascesa verso la forma ideale, verso una bellezza che l’impurità
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perché voglia reintrodurre una tematica storica nel quadro di natura morta, ma perché il fondamento della sua visione è laico come quello di Zurbarán è
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od occultare la sua configurazione originale. Ma si tratta, e pour cause, di una produzione essenzialmente quantitativa: infatti, anche per l
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la sua funzione in un ambito puramente umano. La teocrazia calvinista pone la questione dell’operosità umana in termini duri ma espliciti. Ognuno è
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: quell'esistenza, appunto, che tutta l'arte del Seicento cerca di attuare nella forza non più illusiva e sempre subordinata dell’immagine, ma nella sua
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Nel Rinascimento si ammette che il mondo manifesti, nella logica ineccepibile della sua struttura, la suprema razionalità del creatore. Conoscendo la
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sociale, la questione della società e della sua organizzazione funzionale si affaccia subito come essenziale. Non soltanto la divergenza religiosa
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ancora all'esistenza di un sistema della natura, non può essere d’aiuto. Tutto l’interesse si concentra sul problema dell’esistenza umana, della sua
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l’amore, e l’amore, a sua volta, non è che un modo superiore dell’intelletto. Ma se Dio è il fine ultimo della ricerca, non è più la forma data a
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ad oltranza. Ma, fissandosi come “regola” e quindi perdendo la sua struttura razionale, il suo contenuto intellettivo o di conoscenza, la sua forza
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bello formale. Il bello non è più una forma ben definita nei suoi contorni, nelle sue proporzioni, nella sua plastica, nei suoi colori, ma l’immagine
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, come ha osservato il Croce, questa mania di grandezza abbia la sua controparte nel gusto della descrizione minuta, particolaristica, talvolta pedante
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minore che nel secolo precedente, quando era il protetto, il famigliare, il consigliere di pontefici, principi, signori; ma in compenso la sua autonomia
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L’immaginazione sociale e politica è un fatto nuovo, ed è la controparte dello spirito pratico della borghesia, della sua positiva concezione dell
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come questa vale assai più per la sua produttività che per il suo eventuale contenuto di vero.
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servono ancora degli altri tempi rammentando le cose passate e conietturando le future ” (Rettorica, I, 3). Il genere che trova la sua espressione nell
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La grande creazione politica del Seicento è lo Stato nazionale, la sua forma tipica è la monarchia assoluta. L’Europa moderna è un sistema di Stati
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Come schema di organizzazione dello spazio, la città-capitale differisce profondamente dalla città medievale con la sua vita di quartiere: prevede un
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carattere municipale sia nella struttura sociale sia nella configurazione planimetrica ed edilizia. Per la sua situazione, generalmente al centro del
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, capitale del piccolo ma moderno Stato piemontese, diventa un tipo di struttura di capitale: la sua pianta a scacchiera, con grandi piazze regolari
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la sua scena, non è soltanto un mezzo ma la sostanza stessa del culto. Il duplice intento è già palese nel Bramante, che nel suo progetto fonde la
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generatrice dello schema urbanistico del centro commerciale e finanziario e la sua cupola altissima domina in modo chiaramente autoritario il
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ha più alcun rapporto con l’architettura della chiesa: la società degli eletti ha ormai la sua casa o il suo palazzo o la sua corte in cielo
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